Che i politici facciano propaganda è cosa risaputa. Che la faccia il Ministro del Tesoro appena insediato dispiace. Non è il Tesoro un ministero qualunque, assieme all’Interno e al Ministero degli Affari Esteri segnano la politica di un governo. Da chi copre quegli incarichi ci si aspetta poca, molto poca propaganda. Si tratta della questione dei mutui e dell’accordo con l’ABI – un patto siglato grazie alla “fiscal suasion” di cui il Ministero dispone. Ma cosa offre di nuovo questo patto al cittadino? Niente. Lo chiarisce in modo nitido l’articolo di Baglioni. Il patto offre a una persona che paga oggi una rata "pesante" la possibilità di alleggerirla sia oggi (che i tassi di mercato sono elevati) sia domani ma di pagarla per tanti anni in più quanti sono necessari per mantenere il valore (attuale) del mutuo inalterato. E’ uno strumento utile per coloro che non riescono a pagare agevolmente la rata del mutuo, dopo l’incremento dei tassi. Ma c’era bisogno del Ministro per fare questo? Lo dobbiamo ringraziare? No, affatto!  Lo fa già il mercato, quello tanto disprezzato dal Ministro Tremonti. Chi vuole rinegoziare un mutuo a tasso e rata variabile (quelli che oggi aggravano i bilanci di alcune delle famiglie indebitate) con uno a rata fissa (e di importo inferiore) ma scadenza variabile, lo può già fare. Basta rivolgersi al mercato. Vi sono decine di banche che lo offrono, non da oggi ma da anni. Basta collegarsi al sito www.mutuionline.it e verificare. Se la propria banca non lo offre si può far leva sulla Bersani e, come si fa in un mercato che funziona, cambiare offerente. Senza bisogno dell’intermediazione del Ministro. C’è però una domanda alla quale mi piacerebbe aver una risposta: perché il presidente dell’ABI Faissola non ha subito detto al Ministro che le banche già offrono la rinegoziabilità che egli chiedeva e che si vanta di avergli strappato?

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