Secondo l’Istat il primo trimestre 2008 è andato un po’ meglio di quanto suggerito dalla stima congiunturale provvisoria diffusa qualche settimana fa. Il PIL dell’Italia è cresciuto dello 0.5% rispetto al quarto trimestre 2007, e non dello 0.3%. Lo stesso vale anche Per il cosiddetto andamento tendenziale dell’economia (la crescita del primo trimestre 2008 rispetto al primo trimestre 2007) che è di un decimo di punto percentuale superiore al +0.2% comunicato in precedenza. Bene. In momenti difficili in cui il pane, la carne e il latte aumentano del 6% l’anno e l’inflazione raggiunge il 3.5% è importante saper vedere il bicchiere mezzo pieno e anche gli "zero virgola qualche cosa" sono benvenuti. A patto che ci si ricordi una cosa che il ministro dell’Economia era solito ripetere quando era all’opposizione: le sorti della crescita in Italia continuano ad essere strettamente legate a ciò che succede in Germania. Se l’economia tedesca continuerà a crescere come nel primo trimestre 2008 (+1.5% sul quarto trimestre 2007, +2.6% su base annua rispetto al primo trimestre 2007), continueranno a crescere anche la Polonia, la Russia e gli altri paesi dell’Est. In definitiva continuerà a crescere il potere d’acquisto dei principali mercati di sbocco delle nostre esportazioni e con questo anche il nostro PIL; e la crisi dei mutui ci sembrerà più lontana. Ma se la Germania non regge, il governo dovrà agire prontamente sul fronte interno per sostenere il potere di acquisto dei redditi degli italiani.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Sui conti pubblici scelte difficili all'orizzonte: discutiamone
Leggi anche:  Il Patto che non c'è*