Il ministro dellEconomia ha approntato lo strumento dei Tremonti bond per aiutare gli istituti bancari con problemi di scarsa capitalizzazione. Le banche potranno emettere obbligazioni sottoscritte dal Tesoro per rafforzare la loro solidità patrimoniale, pagando un tasso compreso tra il 7,5 e l8,5 per cento. Ma, come ha ricordato anche il ministro Bossi, il vero fine dei Tremonti bond non è il salvataggio delle banche a rischio, ma aiutare le imprese, specie quelle medio-piccole, a non trovarsi di fronte ad un serio problema di razionamento del credito. E per questo che nel decreto che istituisce i Tremonti bond è previsto un monitoraggio delle condizioni di credito verso famiglie e imprese. I problemi delle banche sono gli stessi in tutta Europa. Il primo ministro inglese Gordon Brown ha salvato la settimana scorsa il Lloyds Banking Group, facendo salire la sua partecipazione azionaria dal 43 al 77 per cento. In cambio, il gruppo bancario si impegna ad erogare nei prossimi due anni prestiti alle imprese in difficoltà a mutui alle famiglie per 28 miliardi di sterline. Il ministro del Tesoro inglese ha detto: Le banche sono il cuore del sistema, se si fermano va tutto in tilt. Insomma, i problemi e le dichiarazioni dei governi sono simili in Italia e in Gran Bretagna. Cè solo una differenza: in Italia saranno i prefetti a vigilare sullerogazione del credito a famiglie e imprese. In Gran Bretagna, non avendo i prefetti, sembra che riusciranno a farcela anche senza. Chissà come faranno. Probabilmente chiederanno alla Banca dInghilterra di vigilare. Il che fa sorgere la domanda: ma la Banca dItalia non dovrebbe saper svolgere il ruolo di vigilanza sul credito meglio dei prefetti? Che competenze specifiche sul credito hanno i prefetti? O si tratta solo di un dispetto del ministro al governatore della Banca dItalia?
A ben vedere le differenze con il Regno Unito in realtà sono due. Quando il governo britannico ha salvato Royal Bank of Scotland, il vecchio management è stato accompagnato alla porta. Da noi, malgrado nellultimo mese il prezzo delle azioni Unicredit sia sceso del 46% e quello di Intesa Sanpaolo del 43%, è quasi impossibile leggere un articolo che critichi loperato di Profumo e Passera. Anzi, secondo il presidente dellAbi Faissola Gli istituti bancari italiani hanno dimostrato in questa crisi di essere i migliori del mondo. Sarebbe bello sapere qual è il criterio usato dal presidente dellAbi per stilare questa graduatoria. In Inghilterra qualcuno glielo avrebbe chiesto.
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Simone Uggetti
Tra l’altro difficilmente esistono istituzioni pubbliche più inefficienti e inutili delle prefeture, ma le conoscono?
Claudio
Non stupisce apprendere che – come afferma Faissola – gli istituti bancari italiani siano i migliori del mondo. Non e’ noto lippis et tonsoribus che "tutto il mondo ci invidia" quest’Italietta da avanspettacolo? Inclusa questa classe politica?
luigi zoppoli
Stupendo esempio di ironia applicato ad una italianata ridicola già di per sè. Davvero complimenti all’autore.
Michele
Attenzione, egregio Panunzi. Se la mette così, la sua critica rischia di ottenere un effetto opposto a quello che palesemente si propone. Assoggettare i CEO ai Prefetti (e ai Questori, no?) finisce cioé per sembrare una buona idea: libertà vigilata invece dell’esilio per i colpevoli. Ma il fatto é che a cercare i colpevoli di quanto sta succedendo ce ne vorrà di tempo, a me sembra che la questione sia anche qui quella di sempre per il Bel Paese: la competenza, quella cosa che non é la "professionalità" che chiunque ormai si ritiene in diritto di rivendicare.
lucio
Le competenze dei Prefetti sul credito sono pari a quelle dei direttori di orchestra o dei musei, quelle della Banca d’Italia sono indiscutibili anche se purtroppo neanche da quella parte sono arrivate critiche ai banchieri né nei mesi passati né oggi, così come del resto è accaduto da parte del governo e di Tremonti in particolare. Quando si tratta di poteri realmente forti, è difficile trovare autorità disposte a rappresentare gli interessi dei cittadini, mi fa piacere constatare che lavoce.info fa eccezione.
miriam
Anche per l’aumento dei prezzi legati all’introduzione dell’Euro l’Italia si era segnalata per l’inefficienza dei controlli retti da chi avrebbe dovuto vigilare (cioè l’allora e attuale Ministro dell’economia). Con conseguenze a danno soprattutto dei lavoratori dipendenti e della classe media. A fronte della stretta creditizia, che oggi è il problema economico principale, temo che ci sia lo stesso vizio di fondo anche in questa idea di affidare i controlli sul sistema del credito alle amministrazioni prefettizie.
Luigi Mancini
Le domande poste dall’economista sono serie, circostanziate e logiche. Probabilmente per questo non avranno mai risposta. Sono il tipo di domande che irritano i politici che si basano il proprio consenso su una specie di televendita costante. In tema di banche comunque: non solo i manager non sono accompagnati alla porta, ma vanno in TV a parlare di moralizzazione della finanza e della politica. Io sarei curioso di sapere se mai restituiranno, eticamente, anche solo parte dei dividendi e delle stock option percepite negli anni scorsi per aver condotto le loro banche verso simili "brillanti" risultati. Intanto uno dei due e’ stato premiato con soldi pubblici con l’affare Alitalia che ha ripianato i debiti Air One con le nostre tasse. Per l’altro siamo tutti in trepidante attesa di sapere come sara’ premiato. Il nostro premier non e’ tipo da fare ingiustizie. Se puo’ dare soldi (nostri) a tutti, e per pura coincidenza consolidare il proprio potere e fare personalmente affari di conseguenza, lo fara’ senza lesinare.
FRANCO GREGORI
A parte i titoli "tossici" nel loro portfolio che nessuno conosce, qualcuno vuole spiegarmi, visto che nessuno ne parla e nemmeno la Banca d’Italia, quali sono i costi ed i benefici per le aperture di numerosissimi nuovi sportelli delle banche (tutte anche le più sconosciute fino a ieri) nel ns. paese? Vorrei vedere il loro conto economico che non può risultare sicuramente positivo; comunque quei costi, alla fine, li fanno pagare a tutti noi, come sempre. A proposito dei prefetti : il ministro Maroni, ex bancario, si è meravigliato in una riunione della "competenza" dei prefetti in materia bancaria. Non voglio commentare questa affermazione: lascio a tutti voi il giudizio. A parte la competenza, credo che non avranno alcun potere per controlli efficaci, quindi solo "demagogia". Che tristezza ed amarezza!
paola varda
E’ mai possibile che si possa anche solo pensare di dare ai prefetti il controllo sul credito. Ma veramente cosa ci sta a fare la Banca d’Italia.? E’ mai possibile che in Italia non ci sia mai un’unica verità ma sempre una di destra e una di sinistra? E’ mai possibile che i Profumo, i Passera etc….. sia stati così efficienti da meritarsi di stare ancora al loro posto! Un Unicredit che perde quello che ha perso non meriterebbe un turn over obbligato nei posti della dirigenza? O dobbiamo sempre pagare noi l’inefficienza degli altri? Quale è la verità sulla situazione delle banche italiane al di là delle affermazioni di rito che sono più solide di quelle degli altri paesi? E con questa affermazione si mettono tutti la coscienza in pace!
Aram Megighian
Il mio semplice commento è: non siamo una nazione in cui vige il vero libero mercato. Siamo uno stato in cui il mercato e la finanza sono controllati da gruppi di potere fortemente elitari e fortemente solidali con il potere politico. La cosa non è nuova, risale indietro nel tempo. Direi che è cronica. La progressiva implementazione del nostro sistema finanziario con quello europeo riuscirà ad abbattere la resistenza delle cosiddette lobbies finanziarie? Dubito molto. Nel frattempo considererei questa situazione responsabile in parte anche del mancato upgrade tecnologico delle nostre imprese. E’ vero che le leggi creano ostacoli, ma è anche vero che qui da noi non esiste un vero e proprio venture capital. Le banche, così (mal) gestite e legate a lobbies finanziario-politiche, sono prone ad investire in progetti promettenti, ma rischiosi, oppure in progetti più sicuri (magari legati alla stessa lobby di potere economico)? Ci domandiamo questo quando parliamo del ritardo dell’Italia nel settore Ricerca e Sviluppo ? E’ la stessa faccia della medaglia descritta nel commento di Panunzi.
Furetto
Dott. Panunzi, come dire in 300 parole la verità che tutti gli altri giornali, riviste e TG non dicono sprecando fiumi di parole in "red herring". D’altronde come può l’informazione (che ha il compito di informare e formare l’opinione pubblica) soltanto paventare la richiesta di dimissioni di Profumo e Passera se questa informazione o è (quasi) direttamente controllata da loro, come nel caso di RCS Mediagroup, oppure fa capo ad amici o amici di amici? Sui prefetti vigili del credito non commento neppure tanto l’idea è balzana. Dopo aver svuotato e delegittimato le varie authority di controllo, stanno iniziando con la Banca d’Italia? Non so se siamo in un regime, ma penso che abbiamo imboccato la strada giusta per arrivarci; spero solo che non abbiamo già passato l’ultima uscita utile prima di arrivare a destinazione. La ringrazio ancora per l’intervento.
Claudio Rossino
Per analogia ricordo che al tempo dei bond argentini, di Cirio e Parmalat, un presidente dell’ABI dichiarò che le Banche italiane erano state vittime di quegli "affari". Incredibile o no?
Alessandro Gambino
Pur non essendo un estimatore del ministro Tremonti, voglio provare a dare una lettura diversa. Considerando la Banca d’Italia espressione lobbistica del sistema bancario italiano, assolutamente non in grado di possedere funzioni di controllo imparziali, la scelta dei prefetti potrebbe essere considerato un deterrente atto a scoraggiare la richiesta di accesso al credito da parte di istituti bancari, cioè tutti o quasi, a cui non entusiasmi l’idea di avere prefetti (e magari guardia di finanza) che mettano il naso nelle loro "cose". Se così fosse, l’idea di Tremonti mi sembra più che sensata. A pensar male si fa peccato ma.