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MONOETNICI A CASORIA

Secondo il Presidente del Consiglio l’Italia non è un Paese multietnico. Non è chiaro cosa voglia dire Silvio Berlusconi con questa affermazione. In Italia, secondo l’Istat, gli stranieri residenti sono circa 3,9 milioni su una popolazione totale di 60 milioni, quindi attorno al 6,5 per cento. Questa percentuale è inevitabilmente destinata a salire nei prossimi anni fino a raggiungere, secondo alcune proiezioni, il 10 per cento nel 2020. Uno su dieci stranieri residenti, ai quali si aggiungeranno gran parte degli italianissimi figli degli attuali stranieri. Ma la presenza di etnie diverse la osserva già ora chi accompagna i propri figli a scuola o semplicemente sente da loro racconti sui compagni di classe dai nomi come Jair, Biniam, Selma. La osserva chi va a correre al parco durante il weekend e vede partite in cui squadre composte da peruviani, filippini e italiani sfidano altre squadre composte da brasiliani, marocchini e italiani. La osserva chi ha parenti anziani assistiti da badanti lituane o donne eritree che fanno le pulizie in casa. La osserva chi rientra a casa la sera nelle carrozze stipate della metropolitana o chi guida per le strade delle nostre città e si vede chiedere l’elemosina ad ogni semaforo. Insomma, la multietnicità dell’Italia si vede dappertutto. Ovunque, tranne forse alle feste di compleanno delle diciottenni di Casoria.

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UN ANNO DI GOVERNO BERLUSCONI – PARTE I

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UN ANNO DI GOVERNO: INFRASTRUTTURE

15 commenti

  1. Manfredi MANFRIN

    Scusate, ma se delle persone intelligenti come voi (e non sto facendo nè ironia nè sarcasmo) si mettono a replicare a tutto ciò che dice il (purtroppo) nostro Presidente del Consiglio è finita: non vi rimarrà più tempo per pensare e finirete col fare male il vostro lavoro all’Università, dove ormai l’unica cosa che rimane è lo spirito personale di alcuni docenti. Se poi cercate di trovare un significato nel distinguo “multietnico”/”multirazziale”, finite veramente con il pensare che siamo al ’38. Magari! Il consenso di massa a B.M. comincia ad incrinarsi allora (poi purtroppo c’è voluta la guerra, speriamo che questa volta ci vada meglio). E infine, per favore, non vi mettete al livello delle battutine sulle diciottenni di Casoria, altrimenti veramente non rimane alcun punto di riferimento. Un vostro lettore.Grazie e saluti.

    • La redazione

      I 300 parole non sono contributi di analisi, ma commenti in punta di penna. E’ un formato nuovo che ci siamo dati proprio per reagire alle notizie del giorno e che, almeno a giudicare dal numero dei click, è molto apprezzato dai lettori. Bene in ogni caso non confondere i due stili. Cordialmente

  2. GIOVANNI

    L’ovvia constatazione che l’Italia è un paese già multietnico e che sia destinato a divenirlo sempre più, non mi sembra sufficiente, gentilissimo Prof. Boeri.Da quando conosco la voce.info ho sempre apprezzato ( e continuo a farlo) la vostra curiosità intellettuale, il vostro spirito critico. Credo però che di fronte alla becera affermazione del presidente del consiglio Berlusconi "La sinistra aveva aperto le porte, la sinistra era ed è quella di un’Italia multietnica: la nostra idea non è così, è quella di accogliere solo chi ha le condizioni per ottenere l’asilo politico", che palesa mancanza di umanità oltre ad un stile di propaganda cialtronesco e populista, bisognerebbe spendere qualche parola in più, non solo nell’intento si smascherare il tentativo di strumentalizzazione elettorale che vi è dietro, ma soprattutto con quello di ricordare a tutti gli italiani quanto gli stranieri siano importanti nel nostro sistema economico, quindi nella nostra società.Un anno fa, all’indomani del trionfo di Berlusconi, molti si affannarono ad elogiare la "trasformazione" di Berlusconi: non più populista, non più cialtrone, ma leader serio e decisionista. Si sbagliavano, è evidente.

  3. Peter Lalvani

    A differenza di Sig. Manfrin, trovo nei vostri commenti un’interessante spaccato della realta’ multietnica italiano, essendo straniero di origini italiane e residente all’estero. Leggerei volentieri queste brevi considerazioni che provvengono dalla vita personale, invece di quella professionale dei contribuenti a questo sito. Rispetto alla battuta finale, il punto piu’ serio (per quelli che lo vogliono vedere) sarebbe il distacco completo della vita del presidente del consiglio da quella di un italiano ‘medio’, e l’impatto di questo distacco sulla politica del governo. Insomma ben vengano questi intelligenti spunti di riflessione.

  4. elda

    E’ importante che chi ha votato per una bolla come quella che ci governa debba sapere, debba essere informato su chi ha dato la sua fiducia, se se la merita, se davvero abbia un senso politico, un comportamento e animo da premier ! è importante che ci sia notizia vera e di verità. Siamo un paese multietnico ma non ancora multiculturale, è comodo e semplice scegliere chi tenere e chi buttar dalla finestra, se poi gioca bene a calcio ci piace ancora di più! tutti abbiamo diritto ad avere una possibiltà, tutti! magari più sforzi per Educare ad una convivenza che ci arricchisca di Umanità per crescere e creare sempre più possibilità per tutti. Che razza di società sarebbe con tante veline e tronisti che urlano per insultarsi invece di difendere i diritti umani di tutti, che purtroppo c’è necessità di difendere! Educare per avere un futuro.

  5. FRANCO BONACCHINI

    Condivido sino in fodno il tono ironico. Non so fino a che punto si possa parlare seriamente con Berlusconi e con la maggioramnza che governa il paese di questi problemi; li capiscono? Li vogliono capire? E’ serio pensare che la soluzione sia reimbercare questi disperati o fare solo la faccia feroce.

  6. Riccardo Colombo

    Condivido pienamente il " tono sintetico" della nota. Non condivido invece l’ironia del commento, che emerge dal richiamo dell’evidenza delle caratteristiche multi etniche della società italiana. Credo che la dichiarazione di Berlusconi avesse una finalità immediatamente politica (compiacere la Lega) ma nascondesse un messaggio estramemente pericoloso: l’uso della parola etnia richiama una società dell’esclusione sulla base dell’appartenenza a diverse provenienze, religioni, lingue e colore della pelle. Anche se con un " tono sintetico", occorre rispondere richiamando le esperienze della storia, quella lontana e quella vicina. E’ tempo di non sottovalutare certe dichiarazioni e di rispondere " punto per punto". Grazie Riccardo Colombo

  7. Chiara Fabbri

    La convivenza con persone provenienti da mondi differenti dal nostro è un fatto, in quanto tale non è positivo né negativo. Le semplificazioni a colpi d’ascia operate dai media come dai nostri sconfortanti rappresentanti non aiutano certo a gestire con la necessaria analiticità le problematiche complesse poste dall’immigrazione. Mi viene voglia di ricordare che la famiglia di mia nonna, garibaldini che hanno fatto la breccia di Porta Pia, emigrò in Brasile, da dove mia nonna ritornò, a sua volta emigrante, per sposare un italiano. Quindi, mi vien voglia di ricordare agli italiani, chi viene in Italia oggi magari ci dovrà accogliere domani, chissà. Mi sembra che in molti abbiano dimenticato la recentissima storia dell’emigrazione italiana. I miei figli oggi sono accuditi amorevolmente da una signora peruviana e nessun italiano è stato capace di svolgere lo stesso lavoro per lo stesso salario con analoga competenza e dedizione. Dovremmo imparare a distinguere le situazioni, senza per questo rinunciare a chiedere a chi viene nel nostro Paese ciò che troppo spesso anche noi italiani non sappiamo fare: rispetto delle regole e tolleranza.

  8. luigi zoppoli

    L”insigne statista che la Provvidenza ha donato all’Italia, dubito conosca la differenza tra multietnico e multiculturale. Ma non si lascia scappare un’occasione che sia una o per dire sciocchezze che smentirà il giorno dopo o slogan che designano battaglie leghiste. Vale a dire provinciali e di retroguardia. Secondo quella logica che da decenni zavorra il paese. In ultimo mi sia consentito un abbraccio virtuale all’estensore dell’articolo. La chiusura è un capolavoro. luigi zoppoli

  9. Furetto

    Non posso che concordare con voi. Purtroppo il 65% della popolazione Italiana, con punte dell’80% in alcune regioni, è d’accordo con i respingimenti e il reato di clandestinità. Siamo ormai un paese razzista, in declino civile ed economico. L’approccio ragionato a certe questioni fa parte di una elite che non è specchio di questo paese e non riesce ad incidere sull’opinione pubblica e a formare una coscienza civile e civica. Temo che l’unica possibilità sia quella di fuggire da questo paese. Furetto.

  10. Silvia Bianchi

    Le affermazioni del nostro Premier sono gravi soprattutto perchè sintomo di irresponsabilità. Nel momento in cui la Lega ha segnato un punto con il respingimento di due barconi di clandestini, Berlusconi ha cercato di sorpassarla sul suo terreno vincente: Maroni dice "no all’immigrazione illegale"? Lui di più: "no all’Italia multietnica", cioè no alle etnie differenti,agli stranieri "diversamente colorati", regolari o no… Si tratta palesemente di una boutade a puri fini elettorali. Eppure, in questi tempi di tensione sociale causata dalla crisi, una parola d’ordine del genere può generare ulteriore intolleranza, può incanalare tutte le frustrazioni nella direzione del "diverso". Un capo di governo dovrebbe tenere conto di questo rischio e misurare le parole. Perchè non basta la smentita del giorno dopo per raffreddare gli animi infiammati dalla xenofobia demagogica del giorno prima…

  11. Alessandro Sciamarelli

    Vorrei semplicemente dire al Sig. Furetto che io sono già "fuggito" dal mio paese, e che ogni giorno che passa mi sento sempre più a disagio – come moltissimi italiani espatriati al pari di me – nel dover constatare quanto stia continuamente cadendo in basso. Del resto, basterebbe mettere insieme alcuni dati statistici significativi degli ultimi 25-30 anni per capire quanto sia profondo tale declino. Sono d`accordo al 100% con la sua analisi. Oltre che con il commento di Boeri e Panunzi.

  12. Giovanni Augusto Russo

    Sintetico e incisivo il contenuto della nota del prof. Boeri e di Panunzi, con una chiusura lievemente ironica. Oggi, col voto di fiducia, è stato approvato il "decreto sicurezza" : mi vergogno, provo la vergogna di chi vede il male, la cattiveria ed è cosciente di non avere potuto fare niente per evitarli e contrastarli. Anni fa ci si sarebbe vergognati di manifestare pubblicamente opinioni razziste; adesso ci si sente incoraggiati a farlo perchè alcuni parlamentri eletti sbandierano proposte razziste senza rimorso o vergogna. Quando sento parlare dei parlamentari mi sembra di leggere i verbali del "consiglio dei ministri" del periodo nazista, quando si discuteva minuziosamente dei posti a sedere da riservare agli ebrei tedeschi sulle vetture ferroviarie : si iniziò con tanti capillari divieti e si terminò con la "soluzione finale". In Italia costoro non vogliono capire che il venire a contatto con altre culture, diverse dalla nostra, è un arricchimento che ci aiuta a vedere meglio anche il nostro modo di agire e pensare; si capisce che non esistono categorie culturali universali e superiori, ma che ogni popolo elabora le proprie, che sono diverse ma di pari dignità.

  13. Elena

    Non sono d’accordo con il pessimismo di alcuni dei commenti a questo calzante intervento di Boeri e Panunzi. Fuggire dall’Italia non è una soluzione! Se posso permettermi, abbiamo un dovere nei confronti del nostro povero Paese, anche se restare significa fare una carriera meno brillante e ingoiare molti rospi in più. Altrimenti, andandosene i migliori, i più preparati, quelli di buon senso, le cose andranno sempre peggio. E poi, non è vero che gli italiani sono razzisti. Per me i problemi sono due: 1) siamo un popolo poco abituato ai costumi democratici 2) veniamo informati malissimo, anzi … veniamo proprio dis-informati. Quindi, grazie ancora a chi fa informazione come si deve.

  14. Gianluca Di Lorenzo

    Berlusconi è un uomo anziano e ricco, viaggia in elicottero circondato da guardie del corpo, certe cose non le sa. Che l’Italia sia già un Paese multietnico è ovvio. Più interessante è chiedersi se vogliamo che diventi sempre più multiculturale oppure no. Cioè se riteniamo giusto che le donne degli integralisti debbano essere trattate come "è nella loro cultura" oppure se debbano essere incoraggiate ad emanciparsi. Personalmente ritengo che debba esistere uno Stato laico (proprio così) che con una sua identità forte incoraggi la parità dei sessi, la libertà delle persone e la condivisione di certi valori costituzionali che non possono essere rifiutati: (libertà personale, uguaglianza di tutte le persone, libertà di pensiero, di parola, di stampa, di confessione). Costruire questa identità Italiana Laica e Costituzionale – capace di assimilare e assorbire chi si voglia integrare e di dichiararsi senza pudore come portatrice di valori superiori (si, superiori) rispetto ad altre culture (che sono invece estranee alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo) – è uno sforzo doveroso, ma credo molto difficile. Non so se il nostro potente vicino (la Città del Vaticano) gradirebbe.

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