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RONDE DALTONICHE

Dopo la legge che istituisce gli “osservatori volontari”, detti comunemente ronde, un decreto e diverse circolari precisano puntigliosamente caratteristiche e ambiti operativi dei volonterosi cittadini che dovrebbero vegliare sulla sicurezza e sulle situazioni di disagio sociale degli italiani. Le loro organizzazioni non possono essere emanazione di partiti, sindacati e tifoserie. Meno male! I loro membri non devono essere daltonici né avere ridotte capacità olfattive, uditive e di espressione visiva. E sembra persino che non siano autorizzati a usare il telefono a gettone. Nessuna stima dei costi dei controlli di questi requisiti. Forse perché nessuno si preoccuperà di verificare che vengano messi in pratica.

 

Dopo l’entrata in vigore della Legge 94/2009 (“Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”), il ministero dell’Interno è intervenuto in questi giorni con diverse circolari e con un decreto che disciplina gli ambiti operativi delle associazioni di osservatori volontari (le cosiddette ronde) e la loro iscrizione in apposito elenco presso la prefettura.

CHI PUÒ E CHI NON PUÒ

In base all’art. 3, co. 40-44 L. 94/2009, il sindaco può avvalersi di tali associazioni per la segnalazione agli organi competenti di eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana o situazioni di disagio sociale.
Le associazioni di osservatori non possono essere emanazione di partiti o movimenti politici, né di organizzazioni sindacali (art. 1, co. 2, lettera b del decreto in questione) o tifoserie (art. 1, co. 2, lettera c). Né possono ricevere da tali soggetti risorse economiche (art. 1, co. 2, lettera e).
Gli osservatori operano in nuclei formati da non più di tre elementi, non troppo giovani (almeno 18 anni; art. 5, co. 1, lettera b) né, verosimilmente, troppo vecchi (richiesta buona salute fisica e mentale; art. 5, co. 1, lettera b). Indossano casacconi giallo-fluorescente (art. 2, co. 3), con la scritta "osservatore volontario" (che li distingue da tutti coloro che casacconi simili indossano per semplice buon gusto).
Per evitare che gli osservatori, equivocando, si segnalino a vicenda alle forze dell’ordine quali fomiti di insicurezza urbana, il decreto, dopo averli vestiti da fari antinebbia, esclude dal ruolo i daltonici (art. 5, co. 1, lettera b).

OLFATTO E AMMICCAMENTI

Sempre per evitare che l’attività di segnalazione si sviluppi solo in chiave endoassociativa, sono esclusi coloro che fanno uso di stupefacenti, delinquenti incalliti e quanti presentino o abbiano presentato in passato sintomi di malattia mentale (art. 5, co. 1, lettere c e d).Gli osservatori non potranno usare cani né altri animali (art. 2, co. 2). Per compensare la limitazione che ne deriva, si richiede loro di avere integre capacità olfattive e uditive (art. 5, co. 1, lettera b). Quanto alla capacità visiva, invece, non è richiesta. Si esige però un’adeguata capacità di espressione visiva (art. 5, co. 1, lettera b), indispensabile – suppongo – per un coordinamento tra osservatori fatto più di maschi ammiccamenti che di faticose locuzioni.
Quando sia necessario effettuare una segnalazione (ad esempio, in presenza di persona colta da malore nel piazzale antistante la stazione), gli osservatori devono fare uso di cellulare o, se autorizzati preventivamente, di radio rice-trasmittenti (art. 2, co. 4). Sembra escluso che, in mancanza di quest’ultima dotazione e di campo o credito per il cellulare, gli osservatori siano legittimati a usare il telefono a gettoni del bar della stazione. In compenso, il sindaco che voglia impiegare gli osservatori deve curare che, almeno alle chiamate fatte col cellulare o con la rice-trasmittente, i vigili urbani rispondano (art. 2, co. 5).

GUARDIE E LADRI

Domanda: quando un gruppo di teppisti dovesse imbattersi in qualcosa che loro ritengono una minaccia alla sicurezza urbana o in una situazione di disagio sociale (altre – beninteso – da quelle da loro stessi rappresentate) e dovessero telefonare, alla polizia municipale, i vigili terranno conto della chiamata o eccepiranno la mancata iscrizione del gruppo nell’albo prefettizio? E chi controllerà che tutti i requisiti di cui sopra vengano rispettati? A carico di chi? O forse si tratta dei soliti requisiti per allodole, introdotti solo pro forma?

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12 commenti

  1. cristini pietro

    Senza entrare nel merito se l’istituzione di ronde fosse necessaria ai fini di migliorare la cosidetta sicurezza dei cittadini sarei interessato a conoscere i costi di questa innovazione. Andrebbe perciò chiarito se queste associazioni percepiscono una contropartita economica per questo servizio e se ed in quale modo retribuiscono i volontari anche in rapporto alle vigenti leggi fiscali. Ne consegue la necessità di definire con molta precisone il profilo legale di detti " volontari" che, essendo così interessati al bene comune (ordine pubblico) dovrebbero essere orientati ad offrire il loro tempo gratuitamente così come altri volontari già fanno essendo impegnati ad aiutare il prossimo.

  2. davide giglioli

    Non è con la facile ironia che si risolve un problema come quello della sicurezza. E’ stata presa una decisione: poteva essere migliore, poteva essere anche peggiore. Quali alternative avrebbe proposto l’autore?

  3. mirco

    Quando lo stato abdica all’utilizzo delle forze dell’ordine legittimate ad intervenire nella gestione della sicurezza e fa affidamento a manipoli di cittadini significa che la situazione è grave. Un governo che si rispetti indipendentemente dal colore politico, se ha problemi di sicurezza opera rafforzando le capacità di intervnto delle forze di polizia. Oggi invece abbiamo tagli di bilancio alla polizia e l’istituzione delle ronde quindi pone dei sospetti: 1) non esiste una emergenza reale sicurezza ma un attacco mediatico di impaurimento della popolazione e siccome il gioco è mediatico si risponde con la soluzione ronde (versione sceneggiata napoletana); 2) la situazione è seria dal punto di vista della sicurezza e il fatto di non potenziare la polizia e esercitare una seria riforma del sistema giustizia ci dice che questo è un governo che non vuole riformare veramente ma destrutturare lo stato. In questa ottica si è legittimati a pensare che certe ronde in zone ad alta intensità mafiosa potrebbero servire per un controllo mafioso più che un aumento della presenza dello stato. 3) Ipotesi più peregrina: tentativo comico di imitare la milizia fascista istituita nel 1923.

  4. Alessandro Di Gregorio

    Evidentemente dimentichiamo anche il passato più recente. Da quando abbiamo eliminato le "ronde militari" che creavano, con la loro sola presenza, situazioni antipatiche nelle città? A cosa serviranno queste ronde di volontari? A scaricare la coscienza di quegli individui che nulla fanno a favore di chi è nel bisogno e a dare un falso potere a persone che ne hanno bisogno, più che altro, per loro problemi caratteriali. Io faccio da sempre parte di quelle ronde: se vedo qualcuno in difficoltà o qualche situazione anomala, non aspetto che passi la ronda, tento di aiutare ed avviso subito le autorità competenti. Altrimenti a cosa servono i telefonini??!!

  5. Giulio

    Non sono pregiudizialmente contrario alle ronde. Tuttavia noto che il ministro Maroni ha ammesso la partecipazione addirittura dei diciottenni, solo per far proseliti verso il partito del ministro medesimo. E’ vero che le ronde non dovranno essere riconducibili direttamente a partiti, ecc., ma è tuttavia innegabile che tali volontari non potranno, se sono intenzionati a prestare tale servizio, avere una mentalità molto distante da quella leghista. A mio parere, 18 anni (o anche 19, 20) sono un po’ presto per prendere parte a tali iniziative. Per la delicatezza del compito, io ammetterei solo persone adulte, oltre i 25 anni, non ragazzini di 18 anni (per la scienza medica, a 18 anni sei ancora nell’adolescenza) che potrebbero anche trovarsi impigliati in situazioni "impegnative". L’unico vero motivo è che Maroni vuole che tali 18-enni respirino aria "leghista". E votino di conseguenza.

  6. Daniele Tori

    Invece di istituzionalizzare gruppi di "volontari" dall’elevato senso civico e di rispetto della legalità a mio parere servirebbe una piccola presa di coscienza da parte di tutti. Le nostre periferie, i piccoli centri, le piazze sembrano quelle di più di due secoli fa. L’addetto all’illuminazione pubblica ad una certa ora spegneva le lanterne che illuminavano le strade e tutti rincasavano come in una sorta di coprifuoco. Oggi, di contro, è la "lanterna visiva", lo schermo illuminato che ci trattiene dal faticoso compito di vivere i nostri spazi comuni, di condividerli e di renderli "rumorosi". Credo che in diverse situazioni sia proprio la nostra apatia a farci scegliere strade troppo semplici per essere efficaci, troppo istintive per non essere rischiose.

  7. Mauro Coppola

    Questo provvedimento potrebbe essere definito inutile, dal momento che sicurezza e prevenzione sono settori delicatissimi, e che solo le forze dell’ordine possiedono il know-how necessario per gestirli. Il provvedimento potrebbe essere definito populistico, perché (approfittando del dominio quasi incontrastato esercitato sui media televisivi) il governo fa credere alla gente che le ronde sono uno strumento valido ai fini della prevenzione dei crimini. Purtroppo, a mio avviso, questo provvedimento (così come molti altri) è tremendamente dannoso, in quanto ancora una volta allontana i cittadini dallo Stato e quindi lo indebolisce. L’idea che passa è infatti che lo Stato italiano non è in grado di assolvere alla sua funzione primaria di assicurare la sicurezza. La domanda che io mi pongo è: ma se uno Stato non può garantire ordine e sicurezza pubblica a che serve? Non è un caso che a promuovere questo provvedimento è stata la Lega, ossia un movimento il cui fine niente affatto sconfessato è la fine dell’Italia come Stato.

  8. alberto rotondi

    Da tempo abbiamo rinunciato ad un minimo di spirto critico e tolleriamo oscenità politiche quali quelle di un partito che organizza sul territorio squadre che mantengono l’ordine pubblico. Che ne sarà ora di queste ronde ufficiali leghiste? Assolutamente nulla, semplicemente non si iscriveranno nei registri della prefettura e non potranno stipulare convenzioni coi comuni, ma potranno però continuare indisturbate ad agire, facendo propaganda politica e facendo credere ai cittadini di fare ordine pubblico. Il decreto Maroni, infatti, non disciplina questo fenomeno deteriore, semplicemente lo ignora. Sarà un caso? Alberto Rotondi

  9. francesco piccione

    In primis mi chiedo perché siano state escluse le associazioni che fanno riferimento ai sindacati. i sindacati sono soggetti di rilievo costituzionale, che non svolgono attività politica. l’esclusione è ingiustificabile. A chi contesta la facile ironia e chiede un’alternativa all’autore si risponde che – senza alcuna ironia – che le alternative ci sono e sono facilmente individuabili. basta vedere le reazioni dei sindacati delle forze di polizia e dei cocer di carabinieri e finanza per trovare le alternative. La pubblica sicurezza è cosa troppo seria per metterla in mano a dei dilettanti. La notte un equipaggio in più della polizia e dei carabinieri vale 100 ronde.

  10. Tafanus

    Trovo questo articolo molto interessante, e trovo interessantissimi i links. Mi permetterò di riprenderlo domani sul mio blog, ovviamente citando le fonti.

    Antonio Crea

    http;//www.tafanus.it

  11. GIUSEPPE

    Ronda/e è un termine non attuale e usato a sproposito. Il termine corretto e che tutti dovrebbero usare è ‘ Volontari per la sicurezza’ in modo che almeno sul nome siano tutti d’accordo e si abbia l’illusione almeno di parlare della stesa cosa. Ora due cose sono certe: 1) ”la gente”.. sente la necessità che queste iniziative si attivino, che gruppi di persone volontarie che conoscono il proprio territorio lo osservino con spirito critico e segnalano le anomalie o cose che non vanno alle autorità preposte. 2) altra ”gente” pur riconoscendo la necessità di piu’ sicurezza, ha paura che tali strutture, una volta sorte degenerino, sopratutto al Sud, per la più facile infiltrazione di "organizzazioni delinquenziali". Forse un maggior numero di "forze dell’ordine" sarebbe utile. D’altra parte osservo e giudico…… Mi capita spesse di vedere pattuglie di due persone ( vigili, carabinieri, polizziotti) formati da un uomo e da una donna. Ebbene stanno sempre parlando tra loro; quindi non so quanto osservano e quanto vedano. Mi capita anche di vedere pattuglie di ‘forze dell’ ordine’ formati da giovanissimi provenienti da realtà diversissime, che possono fare…..

  12. CM

    Tutto questo interesse sulle cosiddette ronde (un nome non neutrale che alimenta giuste preoccupazioni) nasce dal fatto che nella realtà italiana odierna caratterizzata da una massa di immigrati e non, spesso ignoti alle forze dell’ordine, i cittadini italiani hanno percezione di insicurezza. La soluzione ideale sarebbe quella rappresentata dalla presenza di agenti di quartiere o di villaggio e di una maggior collaborazione e fiducia dei cittadini nelle forze dell’ordine per il controllo del territorio. Purtroppo per una serie di motivi individuabili nel contesto italiano la realizzazione dei questo servizio per i cittadini pare impossibile ed estremamente costosa. Le "ronde" sono semplicemente un surrogato lontano dalle esigenze.

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