Tremonti chiede agli economisti di tacere perché non accetta critiche al suo operato. Una presa di posizione di economisti che ribadiscono che parte integrante della loro professione è valutare l’operato di chi ha in mano le leve della politica economica. Non si faranno intimidire. Quali che siano le pressioni che il ministro esercita sui media. Scriveteci.
Sin da quando ha riassunto responsabilità di governo, nel 2008, il Ministro Giulio Tremonti ha intrapreso un processo agli economisti. Accusatore e giudice al tempo stesso, ha emesso successivi verdetti di condanna, la pena consistendo nellobbligo al silenzio per almeno due anni, in specie su questioni di politica economica. La motivazione pare essere la seguente: non avere gli economisti previsto la crisi e aver anzi accettato o addirittura esaltato le degenerazioni che la provocarono. Per unopportuna opera di rieducazione viene suggerita la lettura dei libri del Ministro.
Nessuno di noi è disposto a stare zitto. Un compito importante della nostra professione, in Italia e altrove, consiste nel sottoporre a valutazione ragionata la politica economica dellesecutivo. Lo abbiamo fatto con i governi passati, continueremo a farlo e ci pare preoccupante che oggi in Italia sia tanto difficile avere un confronto pubblico pacato sulla politica economica in tempi di crisi: sulla Legge Finanziaria 2010, sullefficacia de provvedimenti che il governo ha finora adottato (dalla social card al bonus famiglia) e sulla loro sorte.
Non abbiamo difficoltà a riconoscere che questa crisi pone una sfida alla nostra professione (di cui alcuni di noi hanno anche scritto): non certo per non averne previsto il quando e il come, quanto per non aver pienamente percepito le cause e le conseguenze di unanomala crescita del credito e dellesposizione al rischio e per avere trascurato i problemi di stabilità finanziaria. Il disagio degli economisti, comunque, non può essere certo maggiore di quello di governanti, banchieri centrali e vigilanti, soprattutto di oltre Atlantico, i quali ancor meno seppero prevedere e prevenire. Semmai, quando si cerchino eccezioni alla disattenzione generale, le si trovano proprio fra gli economisti, tra cui quelli della Banca dei Regolamenti Internazionali e non pochi accademici.
Ma tanto non può certo bastare al Ministro, il quale afferma che egli sì aveva previsto tutto, e da tempo. Notiamo che laffermazione reiterata negli anni che presto o tardi vi sarà una crisi non rappresenta una previsione, ma una scommessa a esito sicuro. Nel suo ultimo libro Tremonti discute delle miserie dellEuropa, della sua paralisi politica, dei costi della globalizzazione. La breve analisi della crisi finanziaria, già in atto da nove mesi, pur se efficace e corretta, non si distanzia da altre che in quei mesi venivano pubblicate. Nella parte propositiva si tratta di questioni generali, mai tuttavia toccando i temi della riforma del sistema finanziario.
Ma soprattutto ci chiediamo se la capacità di previsione di cui egli è fiero abbia ispirato la sua azione di governo. Una ricerca in questa direzione dà risultati deludenti. Non troviamo traccia di gravi preoccupazioni sulla stabilità finanziaria globale nei documenti ufficiali firmati dal Ministro; né rinveniamo espressioni di preoccupazione manifestate nei consessi internazionali a cui egli partecipò prima della crisi. Di più: alcuni provvedimenti assunti nellestate del 2008 (quando, anche prima di Lehman, gli Stati Uniti e, sola in Europa, lItalia erano già in recessione) paiono poco comprensibili in una realtà in cui loccupazione si riduceva, aumentava la cassa integrazione e i bilanci delle banche esibivano crescenti sofferenze.
Ma questo dibattito riguarda ormai il passato, né conviene continuare. Di altro vorremmo discutere con lui, se, restituendoci il diritto di parola, egli accettasse di farlo: delle vicende delleconomia italiana e dei suoi mali oscuri; delle ragioni che lo inducono a ritenere che noi usciremo meglio degli altri dalla crisi, pur essendoci entrati assai prima e in condizioni peggiori. Vorremmo conoscere la sua opinione su una stagnazione, indipendente dal ciclo politico, che ormai dura da quindici anni, rammentando che negli anni in cui il Ministro ha avuto la responsabilità della politica economica (2001-2005, quando il suo primo documento di programmazione prometteva un nuovo miracolo economico, e 2008) la crescita italiana ha esibito un divario negativo di oltre 5 punti rispetto alla crescita europea. In definitiva, vorremmo comprendere come egli si proponga di trasformare in realtà le sue speranze sul futuro del paese.
Giorgio Basevi, Pierpaolo Benigno, Franco Bruni, Tito Boeri, Carlo Favero, Francesco Giavazzi, Luigi Guiso, Tullio Jappelli, Marco Onado, Marco Pagano, Fausto Panunzi, Michele Polo, Lucrezia Reichlin, Pietro Reichlin, Luigi Spaventa
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Alessandro Gratton
Condivido assolutamente la lettera e ringrazio gli autori per averla pubblicata.
Paula de Jesus
Lui, Tremonti, che scopiazza a destra e a manca per scrivere i suoi libri, lui che ci deve ancora spiegare perché nei conti pubblici degli ultimi otto mesi la spesa del settore statale è salita a circa 61 miliardi, 33,1 miliardi in più di quello registrato nell’analogo periodo 2008. E’ un mese e mezzo che aspettiamo che ci dica dove e come ha speso questi soldi.
Vinicio Guidi
Caro Tito,
un sentito grazie a Te e ai Colleghi per la risposta pubblica al Ministro Tremonti.
Vinicio Guidi – Università degli Studi di Firenze
Roberto Pellicone
Allora, permettetemi di fare il punto. Gli economisti devono stare zitti. I giornali (non tutti, per la verità: Il Giornale, Libero e CHI possono parlare) ed i relativi giornalisti, soprattutto se sono dell’Unità o di Repubblica, non devono parlare male parlare male del Premier (P maiuscola, perché credo ancora nel ruolo, non nella perosna). I portavoce europei devono chiedere il permesso. Vagamente mi ricorda una situazione di altri tempi e uno Stato nel quale non vorrei vivere. Spero che tutti quanti noi, ma in particolare Voi, continuiamo ad avere la forza per paralre. La voglia di parlare. Un diritto. E un dovere. Ultima cosa: grazie di tutto!
Alessandro Sciamarelli
Condivido in pieno la vostra sacrosanta presa di posizione. E’ veramente inconcepibile che simili critiche debbano venire da chi si vanta ai quattro venti non solo di non essere un economista (pur essendo ministro dell`economia..) ma di non sapere un fischio di macroeconomia et similia (e i risultati sui conti pubblici tendono a dimostrarlo). Che personaggio sia costui, voi della voce.info lo sapete bene, sin da quando insultò gratuitamente per mezz’ora Tito Boeri in tv (Economix). Purtroppo le banalità populiste da bar, quando vengono divulgate da 5 telegiornali su 6 nei titoli di apertura, trasmettono un messaggio molto efficace, contro il quale i mezzi a disposizione di chi non possiede giornali e tv possono ben poco. Andate avanti così.
Aram Megighian
Cari economisti, permettetemi di dirvi da studioso di un altro campo come quello delle scienze biologiche, che i tempi sono molto duri per chi si occupa di analizzare i dati e i fatti in generale qui in Italia. Sta avvenendo un’opera di mistificazione completa delle analisi e dei dati reali, utilizzati solo e prevalentemente a scopo politico (spesso di bassa lega). Invece di osservare un corretto dibattito contrapposto su "come fare" o "cosa fare" di fronte ad un dato considerato inappellabile e quindi accettato, si è arrivati a criticare il dato in quanto "errato" (perchè non consono alla propria visione politica), cioè a togliere il significato di indipendenza e quindi correttezza dell’analisi scientifica. Esistono vari modi per fare questo, ed invero i sistemi sovietici li hanno applicati a suo tempo: la disinformazione (altri dati di origine sconosciuta, ma di valore opposto), la denigrazione (gli analisti vengono definiti incapaci contrapponendoli ad altri "considerati" capaci, anche se privi di un loro "impatto scientifico"), fino alla vera e propria diffamazione (gli analisti sono ignoranti, indipendentemente dall’analisi fatta).
luigi zoppoli
Capisco il senso del rispondere a Tremonti, tributarista prestato all’economia. Lo condivido e lo sostengo. Credo che sarebbe utile battersi perché la voce degli economisti e di tanti specialisti la cui opera sarebbe utile al paese risuoni forte superando le censure della non informazione che regna in berlusconistan. Solo in berlusconistan a governare l’economia ci sono ministri capaci di contrabbandare che la favoletta della compartecipazione agli utili sia utile contro la crisi.Solo qui ci sono pennivendoli ed informatori a cottimo capaci di rimbalzare un’idiozia del genere come fosse Vangelo. Dateci dentro! E se i vostri lettori ritenete possano supportarvi operativamente in questa battaglia, per quanto mi riguarda sono a disposizione nell’interesse del paese.
Luciano
Se ci fosse un po’ di decenza (ma non c’è) la maggior parte dell’informazione economica italiana ed internazionale dovrebbe vergognarsi del proprio operato in questi anni, frutto di supponenza, pseudoscientificità, pseudo conoscenza storica e collusione con i poteri forti (quelli veri e non quelli immaginari). Buona parte delle cause della crisi sta, che lo ammettiate o meno, nelle vostre dottrine economiche con pretese di scientificità e nella loro diffusione a mezzo stampa, che hanno impedito soltanto il pensiero (non dico la messa in atto) di serie politiche economiche e finanziarie alternative. Un po’ di silenzio, pertanto, sarebbe benvenuto.
Alberto Vezzali
Vi sostengo completamente nella vostra lotta per farvi ascoltare; continuate ad incalzare Tremonti e compagnia, che non credano che gli italiani siano tutti cechi, sordi e smemorati. noto che quanto più il potere è incompetente e inefficace , tanto più è tracotante e insopportabilmente tronfio.
giovanni delfino
Immaginavo che Tremonti avrebbe cercato di mettere il bavaglio anche ai suoi colleghi: la sua indole non è poi tanto diversa da quella di Berlusconi, non accetta critiche, torna sui propri errori.. scudo fiscale aridaje… Prof. Boeri, alle prossime elezioni, faccia uno sforzo…..sia più netto nei suoi giudizi…. Si ricorda di cosa scrisse in un suo intervento post-elettorale nel’aprile 2008?
Giuseppe Ferrari
Boria, saccenteria, incompetenza e tanto, troppo, fango. Questi gli strumenti di governo oggi.
Chissà quando questo paese si risveglierà dal sonno incantato in cui Berlusconi e soci lo hanno precipitato. Più tardi succederà e peggio sarà.
Grazie per cercare di anticipare quel momento
BOLLI PASQUALE
Il ministro Tremonti accusa gli economisti perchè non vuole e, non può, giustificare il suo operato nel governo del Paese. Lo stesso ha volutamente ignorato che lo Stato, con tutte le sue innumerevoli istituzioni è soggetto fondamentale del sistema economico. Se lo Stato con la sua politica economica è incerto e non determinato crea una componente del sistema non sottoponibile a previsioni e,quindi,a certezze. Il nostro Paese naviga a vista e senza bussola in un mare in "gran tempesta". Per carità di Patria auriamoci di arrivare in porto! Ma se l’Italia arriverà in porto sarà soltanto per sua capacità, sua determinazione e,diciamo pure, per sua fortuna. In questo caso,però, la nostra nave raggiungerà il porto senza nocchieri vivaci,con fascino mediterraneo e poteri straordinari.
Nicola Bertuzzi
Per onestà intellettuale ricorderei che il pensiero di Tremonti era il seguente "Gli economisti non sono riusciti a prevedere la crisi ma non per questo ”hanno chiesto scusa” e ”fa effetto che il coro continui: se ci fosse consenso da parte di tutti di stare zitti 1-2 anni ne guadagneremmo tutti e anche loro stessi”. è che nessuno di questi ha mai chiesto scusa o ha mai detto ho sbagliato: hanno sempre sbagliato gli altri”. Si può non condividere l’invito a stare zitti per il bene comune : ma di certo non si può dire che non colga nel segno quando sottolinea che non s’è mai visto un economista addossarsi le responsabilità di una previsione sbagliata. E sono in molti che parlano, scrivono e pubblicano a riguardo.
Lucio
Tenete duro per la libertà di tutti.
Fabrizio Villani
Spero di migliorare le mie capacità in ambito economico e diventare da “grande” dopo una giusta gavetta un’economista come voi, siete i miei idoli.
Marco Giovanniello
Il Governo Chavez all’ italiana pretende che si applauda o si stia zitti. Il livello scientifico ammesso probabilmente e’ quello della cura Di Bella contro il cancro, pietra miliare del pensiero scientifico nella terra che diede i natali a Galileo. Inutile cercare un dialogo con gli arroganti e prepotenti, forse Tremonti devvero merita che non si parli di lui e di quello che fa, ma poi che cosa fa? Meglio sedersi sulla riva del fiume e aspettare che passi il cadavere.
angelo veronesi
Rimango in attesa di vedere la brillante uscita dalla recessione che, secondo la dottrina Tremonti, questo paese vivrà in un qualche indefinito futuro, Spero di vivere fino ad allora. Agli economisti de lavoce grazie e avanti così.
Simone Agrestini
E’ mai possibile che questo governo non tolleri la critica al suo operato? La libertà di esprimere la propria opinione è sacrosanta. Piuttosto il ministro Tremonti si assuma la responsabilità di non aver fatto niente per contrastare la crisi, lasciando migliaia di lavoratori, quelli più deboli, senza alcuna tutela.
giuseppe
Siamo tutti liberali. Ma spesso dimentichiamo che un principio fondamentale del pensiero liberale è che il libero e civile confronto di molteplici opinioni diverse costituisce una ricchezza da preservare e incoraggiare. Soprattutto da questo punto di vista la grottesca esternazione del ministro è del tutto inadeguata. Non credo che il compito degli Economisti sia quello di predire il futuro. Per quello ci sono oracoli e chiaroveggenti. Personalmente se dovessi fare una critica,d irei al contrario che i suddetti Economisti dovrebbero parlare di più, per spiegare meglio ai non addetti ai lavori cosa succede e perché, affinché ognuno possa formarsi una più consapevole opinione,soprattutto in qesti periodi di grave crisi.Buon lavoro,e grazie per il vostro impegno.
Aldo Fochi
La strategia del governo è chiara: nascondere la crisi facendo credere agli italiani di vivere su un’isola felice. In realtà la crisi presenterà all’italia un conto più salato che agli altri paesi europei. Se guardate la produzione industriale a giugno il dato italiano è il più basso d’europa: -21,9%. Il governo non ha fatto nulla per arginare gli effetti della crisi, che poi Tremonti si vanti di averla prevista è una bufala bella e buona! Anzi, con la Robin Hood tax voleva tassare le banche e i petrolieri che poi sono stati quelli che hanno risentito di più della crisi. Il mio timore è che l’italia uscirà dalla crisi più debole. Molte imprese, lasciate sole dal governo, falliranno e il sistema italia perderà know-how e capacità produttiva. Quando il velo che il governo Berlusconi ha messo davanti alla scena reale del paese cadrà, scopriremo di essere tutti più poveri…
Rino
Per me siete di una grande utilità perché avete l’approccio giusto anche per chi non domina gli strumenti tipici degli studiosi. Riguarrdo il vostro appello lo sottoscrivo totalmente e vi invito e sollecito a preseguire senza timori perché le voci libere ed autonome non si spengano. E’ ben strano che chi governa e possiede le leve per agire nel concreto accusi chi, oltre ad aver in qualche caso avvertito dei rischi, non ha strumenti operativi nella mani. La verità è che Tremonti ed il suo capo pensano che una società sia migliore se i conflitti vengono nascosti o compressi, quando invece il conflitto ed il confronto aperto portano al miglioramento. Finché ci sono questi al governo ( per loro "al potere") dificile questo approccio.
ia
…e il modo in cui ascolta gli economisti: Ecco la metafora sottile: C’è un contadino che entra in una foresta piena di alberi molto fitti. Lui si perde nella foresta in mezzo agli alberi che sono così fitti che lo fanno inciampare. Ad un certo punto è rincorso da una belva feroce. Il contadino si mette a correre. Ad ogni rincorsa cercando un varco tra i rami e tra i tronchi degli alberi sbatte continuamente la faccia e prende un sacco di "bastonate", lividi e colpi al corpo. Incurante della strada che qualcuno ha tracciato sul terreno continua a correre verso i tronchi degli alberi come una palla in un flipper. Tuttavia a suon di "ceffoni" riesce a trovare una strada per uscire dalla foresta, o perlomeno riesce a procedere. Ora: -il contadino è l Ministro dell’Economia -la foresta sono i problemi economici e sociali – la belva feroce è la crisi economica – la strada segnata sono gli economisti inascoltati – la strada percorsa a suon di ceffoni e batoste sono le scelte economiche che non si volevano prendere in origine ma che si sono prese come unica via per uscire da una situazione di stallo. L’essere ancora nella foresta è… la situazione dell’Italia di oggi.
Antonio Aghilar
Concordo in pieno con Giuseppe Ferrari: le qualità di questo Governo sono davvero queste. Del resto, Tremonti rappresenta in tutto e per tutto l’italico vezzo di avere una memoria corta, troppo corta…Già ministro nel precedente Governo Berlusconi (2001-2006), si dovette dimettere nel 2004 su pressioni di An a causa dell’impalpabile (disastrosa?) azione di politica economica… Inoltre, a voler essere giustamente critici, c’è da dire che se Tremonti fosse stato un economista vero magari avrebbe saputo che con l’intoduzione dell’euro ci sarebbe stato in Italia un processo di "convergenza inflattiva" verso il livello dei prezzi di Francia e Germania, (cosa prevista dai libri di economia e puntualmente accaduta!) ed avrebbe preso le opportune misure con controlli seri sui prezzi, così come hanno fatto altri Paesi. Di queste sue responsabilità Tremonti non parla e dice «Questo è il momento di chiudere i libri di economia e di aprire la Bibbia. »….Incredibile per un Paese che pretende di essere una Grande Democrazia! PS: grazie a Voi in Italia c’è uno spazio, almeno virtuale, in cui si discute di politica economica in maniera seria. Continuate così e non cedete!
luis
Penso che nell’attuale fase economica è di estrema difficoltà prevedere il fututo. Gli economisti studiano, osservano ed avanzano delle ipotesi. Non mi sembra che facciano i maghi o gli indovini. E così c’è chi, giustamente, vede nel prossimo futuro lo scoppio dell’iper-inflazione e chi, all’opposto vede solo deflazione. Come dargli torto? Non sono maghi, ragionano su dati certi, su esperienze del passato e proiezioni future, in uno scanario difficilissimo e di una complessità enorme. Ma ecco che c’è chi dice: tacete per due anni, lasciate tutti nell’ignoranza. Ci sono le squallide e superficiali tv che informano i cittadini, tutti saranno così appiattiti e massa inerme. No! per favore non tacete, noi dobbiamo capire, leggendo varie opinioni, sbagliate o esatte che siano, ma sempre basate sullo studio e la serietà.
Augusto Marinelli
Con la legge finanziaria 2002 Tremonti prevedeva un saggio di crescita per l’economia italiana del 3,1 per cento. Mantenne quella previsione fino a giugno. a fine anno si arrivò allo 0,4. L’anno successivo previde il 2,9: si arrivò allo 0,3: e così via. Ora Tremonti invita al silenzio chi, a suo parere, ha sbagliato le previsioni. Con questo curriculum, dovrebbe autoimbavagliarsi almeno per tutto il secolo.
Luciano Lavecchia
sono curioso di sapere cosa dirà domani Tremonti alla Bocconi. Dopo aver insultato un’intera categoria di professionisti (un po’ come puntare il dito su tutti gli ingegneri se crolla un ponte..) domani Tremonti verrà alla Bocconi per la conferenza “Lezioni dalla crisi”. sarebbe bello accorglielo come tanti novelli Harry Potter ed un cartello “Benvenuto ad Hogwarts”, non vi pare?
Andrea
Se ci fossero un po’ più di economisti in questo governo, forse non saremmo in una situazione del genere.
Massimo
Continuo a considerare ben speso il tempo dedicato a leggere i vostri articoli. Attraverso le TV e alcuni giornali il governo se la canta e se la suona. Vorrei tanto che ci fossero più italiani che leggono Voi e altri siti di informazione non controllati da chi deve essere giudicato per quello che fa, non per quello che racconta. Grazie per il vostro buon lavoro.
Inkognitus
Appello e commenti surreali. Il censore Tremonti opprime le poche voci della ragionevolezza. Sentiamole. Nel 2003 Zingales elogiava i derivati perché spalmavano il rischio su vari attori e rassicurava : nessun singolo investitore ha molto di cui preoccuparsi. Per fortuna. Il 19 agosto 2007 , Giavazzi scrisse sul Corriere della Sera che I benefici dellinnovazione finanziaria sono arrivati fino alle famiglie, soprattutto a quelle che nel passato non avevano accesso al credito, ad esempio per acquistare una casa. Stiamo toccando con mano quei benefici, non si sa neppure quanti trilioni (trilioni!) di titoli tossici siano nei bilanci di banche, imprese e fondi di investimento. Ma Alesina aveva capito tutto : Non ci sarà nessuna crisi del 1929 come dice Tremonti: quella in atto è una crisi come ce ne sono state altre (la Stampa, 20 agosto 2007). Lucido, profetico, quasi nostradamico. Parlate pure, ci mancherebbe. Ma neppure la credibilità è un pasto gratis.
Pietro
Grazie per il continuo lavoro di analisi. Continuate con il vostro contributo quotidiano contro questo Governo che sta attuando un "fascismo morbido". Non usa ancora i manganellatori ma l’olio di ricino contro chi prova da alzare la voce si. Tremonti è un truffatore, ma dov’era quando si doveva prevedere la crisi? Dice che lui sapeva, ma se sapeva perchè non ha fatto nulla? (fino al 2006 come già ricordato da altri lettori era al potere). Questo Governo sa solo zittire chi non li osanna come salvatori. Prima attacca la stampa libera italiana, poi quella estera, poi gli economisti…. Questo è un governo che si appoggia ed utilizza giornalisti venduti per diffamare e propagandare le proprie menzogne. Continuate così la gente onesta vi sostiene.
marco
Purtroppo non mi stupisco.
Minacce ai commissari UE se parlano, minacce ai giornali che pubblicano critiche, rifatti i vertici di TG e quotidiani ecc….
Ormai a parte pochissima carta stampata è rimasto il WEB dove siti italiani come il vostro e molti siti stranieri ci portano informazioni “diverse” molto raramente smentite e ci permettono di dialogare con voi e tra di noi.
Per favore resistete
augusto
Mi sembra si stia esagerando.Cosa è successo? Una crisi incredibile è avvenuta senza che gli economisti l’abbiano nemmeno lontanamente prevista. Il Ministro Tremonti li ha presi un poco per i fondelli. Ora ci si attacca alle parole per denunciare un tentativo di zittire chi non la pensa come chi governa, ma questa risposta, oltre che molto fuorviante rispetto alle intenzioni di Tremonti, sollecita la solidarietà di chi crede alla favola di un Governo illiberale antidemocratico vicino ai metodi del ventennio e via col parlare a vanvera.Non è meglio sollecitare la solidarietà di chi apprezza il vostro lavoro ma ammette che su questa crisi anche gli esperti hanno sbagliato, per mille motivi? E non è meglio studiare questa crisi in modo che possiate spiegarci perchè è sfuggita alle vostre analisi? Comunque continuate a scrivere perchè io continuerò a leggervi e non posso farne a meno in quanto le vostre analisi sono intellettualmente stimolanti, le prese di posizione politica molto meno, anzi mi annoiano.
Carlo Cipiciani
Altri commentatori hanno già giustamente ricordato che tra coloro che hanno clamorosamente toppato in materia di previsioni, in prima fila c’è proprio il nostro ministro. Senza andare alla scorsa legislatura, ricordiamo che a settembre 2008 (a crisi esplosa) in un documento ufficiale (la RPP) egli stimava una crescita del Pil del +0,5% e del Pil nominale del +2,9% nel 2009. Oppure, come è stato detto da lavoce che nell’assestamento del bilancio 2009 ci sono inspiegabili spese "aggiuntive" rispetto alle previsioni iniziali per diversi miliardi di euro. E che i dati di Bankitalia, mostrano nel primo semestre 2009 un’esplosione delle spese correnti (+16 miliardi rispetto al 2008) che portano a un saldo di parte corrente negativo per 21 miliardi di euro! Al nostro "ministro abracadabra" (http://www.giornalettismo.com/archives/35194/la-resistibile-ascesa-del-ministro-abracadabra/) diciamo quello che lui ha detto agli economisti: Quello che colpisce è che non abbia mai chiesto scusa o detto: ho sbagliato. Hanno sempre sbagliato gli altri.
Luciano Messori
Il vostro sito rimane una delle pochissime fonti da cui è oggi possibile attingere un’informazione obiettiva e di qualità. Spero che teniate fede al titolo e non stiate mai zitti. Grazie per il vostro lavoro e in bocca al lupo per tutto.
Carmelo Lo Piccolo
Vorrei esprimervi tutta la mia solidarietà e vicinanza in questo momento. Considero la vostra opera di informazione, documentazione e vaglio critico essenziale per la qualità della democrazia del nostro Paese, e perciò ancora più grave ed inquietante è l’attacco pretestuoso e intimidatorio e il palese tentativo di delegittimazione di cui si è reso protagonista il ministro Tremonti. Siamo di fronte ad un governo che non tollera nessuna osservazione scientificamente fondata, nessuna critica, nessuna voce di dissenso o dubbio, e che è infastidito da qualsiasi forma di controllo e riscontro del proprio operato: il mio timore è che l’Italia sia avviata verso un percorso autoritario, dove agli oppositori è riservata o l’irrilevanza o l’uscita di scena, e dove qualsiasi manifestazione di indipendenza ed autonomia di giudizio viene attaccata e mistificata senza pietà per impedire che raggiunga i cittadini. Gli economisti avevano previsto la crisi finanziaria, e comunque esiste una vasta letteratura scientifica sui rischi dell’eccesso di finanziarizzazione dell’economia reale, come ben dovrebbe sapere Tremonti, che dovrebbe smetterla con queste ignobili strumentalizzazioni.
Paolo Guglielmetti
Mi complimento per il coraggio e la schiettezza che, come sempre, vi contraddistinguono. Che aggiungere? Non si capisce come mai con tutti questi geni al timone dell’economia da 15 anni siamo agli ultimi posti nella capacità di crescita economica mentre brilliamo quanto a capacità di aumentare il debito pubblico. Con stima.
Disperato
Spiace vedere che da parte dei politici non si perde mai occasione per buttarla in rissa e fare un bel fallo "di confusione". Se Tremonti "facesse" invece di "parlare" (il Governo del "fare".. buonanotte!) non darebbe il via alla valanga di critiche (giuste, sbagliate, fondate, infondate, facciamo finta per un attimo che sia irrilevante) cui si sottopone. Allora il problema non è che "gli economisti non hanno saputo prevedere", o "le banche sono cattive" o eccetera.. E’ che il Ministro dell’Economia invece di prendere provvedimenti, adottare/suggerire/ispirare contromosse e via elencando (insomma, fare il suo lavoro) siccome non sa sostanzialmente che pesci pigliare si mette ad alzare il solito polverone nel quale "nella notte scura tutti i gatti sono bigi", e non si capisce più nulla. Rinnovo la mia disperazione.
stefano
Siete economisti, sicuramente ben pagati, avreste dovuto avvisarci, prima di farci perdere il 50% della nostra ricchezza investita in borsa. A che serve l’idraulico se non sa prevedere che il tubo si romperà e me lo cambia in tempo prima che accada?
antonio ferrari
Penso che sia umano sbagliare, soprattutto in una materia complicata come l’economia. Ovviamente chi, come Tremonti, appartiene alla razza dei superman non sbaglia mai. Peccato che mi ricordi un proverbio che mio nonno amava ripetere "Merda che sale in scanno o fa puzza o fa danno". Forse superman riuscirà a smentirà mio nonno, aggiungendo il danno alla puzza.
Marcello Novelli
John Kenneth Galbraith diceva che: "The only function of economic forecasting is to make astrology look respectable". Gli economisti hanno il compito di suggerire azioni per far fronte alle cose che succedono più che fare previsioni (per il semplice fatto che se prevedessero che la borsa calasse del 50% e tutti seguirebbero la previsione, la borsa calerebbe immediatamente del 50%).
Rokko
A dire il vero non conosco nessun idraulico che faccia previsioni su quando il tubo dell’acqua si romperà… Quelli che conosco io si limitano a riparare i danni una volta che questi siano emersi. Gli economisti fanno delle analisi, non delle previsioni, questo dovrebbe essere chiaro a tutti; altrimenti non parleremmo di economia ma di alchimia o di stregoneria.
PIERO cATTANEO
Sempre più spesso il governo reagisce vilentemente alle critiche, anche a quelle che vengono dalla stessa maggioranza e da suoi autorevoli personaggi. A maggior ragione lavoce ci interessa.
stefano
Ma guarda, io mi limito ad invitarvi a rileggere l’articolo omonimo sulla responsabilità degli economisti in questo stesso sito, http://www.lavoce.info/articoli/-finanza/pagina1001250.html in particolare nel paragrafo "cosa è mancato" e a leggervi l’intervista a questo indirizzo in particolare la quinta domanda.
Claudio Marcon
Temo che sia proprio questo voler comprendere come il ministro dell’economia voglia risolvere i problemi del Paese a indurlo a questi pressanti inviti al silenzio … ma non sarete troppo curiosi? Rinfocolare la polemica sul passato non giova all’economia ma può essere un utile esercizio di memoria, e per quanto ricordo io l’orientamento del ministro sull’utilizzo dei derivati finanziari nel suo precedente incarico di governo non coincide con la pretesa lungiminanza di chi ne avesse previsto la pericolosità. Se quindi a lui è concesso parlare …
claudio giusti
Tremonti non ha previsto un bel nulla. Chi aveva previsto è stato Emmanuel Todd: quello della "chute finale" di trent’anni fa.
Furetto
….Penso che da qui in avanti sarete sempre meno visibili in TV e Radio. Vi inviteranno sempre meno e la vostra platea si restringerà. Piano piano, pacatamente, serenamente… sarete confinati all’oblio. Non vi daranno voce.
stefano
Ho fatto l’idraulico per 8 anni, civile e industriale, al lavoro di giorno, sui libri la sera. Se il tuo idraulico non sa riconoscere un tubo che si romperà o inizierà a perdere a breve, cambialo. Conviene.
Edoardo Giovanni Raimondi
Tremonti, dell’economia, viene spesso chiamato il Superministro. Forse per la sua anima da accentratore, forse perché quando deve fare un intervento ha uno stile così catastrofista che si potrebbe ritenere che la fine del mondo sarà molto vicina. Sarà, un giorno, forse famoso per essere quel ministro che ha predetto (sostiene lui) la crisi mesi prima, senza (diciamo noi) fare nulla per rimediarvi o tamponarne gli effetti. Lo ricorderemo per aver tassato banche e petrolieri, per poi dopo qualche mese dover correre a garantire i conti correnti e ad elargire incentivi alle automobili. Lo ricorderemo, anche, perché è forse l’unico ministro che ha presentato una riforma epocale (federalismo) senza produrre un numero, una simulazione, perché "non siamo in grado di elaborarle". Soprattutto, stride prendere atto di come sia un ministro dell’economia solo di nome: è, infatti, laureato in giurisprudenza e docente di diritto tributario. Non stupisce, quindi, constatare come l’Italia manchi di una politica economia di lungo respiro, come manchino capacità di visione e di riforme coraggiose, preferendo, invece, tamponare il presente. Gli economisti, grazie a Dio, sono altro.
renato
Pur con tutti i distinguo, non si può negare il ruolo di molti economisti, sempre al fianco di investitori d’assalto a spiegare la bontà del loro operato tutta a vantaggio del mercato (?). Passata la tempesta tutti di nuovo in fila, ora al cittadino normale interessa sapere poche cose, in primis chi considerare attendibile. Siccome la stragrande maggioranza dei cittadini vuole rischiare poco a chi rivolgersi? Ovviamente non a banche o finanziariema allora a chi? Ecco forse a qualche economista che spieghi bene la differenza fra chi è pagato dall finanziere per consentirgli di rubare al prossimo e chi, pur non senza grandi rischi additi la malafede di colleghi servili.