Ho ancor ricordo di un vecchio vicino
Che era assai fiero del proprio giardino
e se i passanti sfioravan la siepe
lui prevedeva drammatiche crepe
se poi sul muro attaccavan la cicca
lui li inseguiva per rabbia e ripicca
più non dormiva, vedeva complotti
girava armato di bende e cerotti
non si spiegava loscura ragione
per cui da tante, troppe persone
più che la stima e il dovuto rispetto
lui percepiva fastidio e rigetto
ma poi un bel giorno gli venne un idea
per sistemare lostile platea
prese con se un cagnaccio feroce
ma assai ubbidiente alla sua voce
per attaccar non gli serve lo sprone
e casomai lo richiama per nome
se cè qualcuno che a lui non garba
ecco che il cane gli azzanna la barba
se quel passante ostenta ironia
più non si rode come era pria
ora il latrato lo spinge alla fuga
mentre lui gode e si spiana una ruga
certo, in quartiere ci son lamentele
anche se nulla è arrivato alla tele
una protesta che non vede pausa
qualche arruffone minaccia una causa
ma lui risponde, serafico e pio
sono daccordo, è un iradiddio,
Io mi dissocio, non posso accettare
quel brutto cane violento e volgare
Poi, nel giardino, lontani gli intrusi
Scende una lacrima dagli occhi chiusi
E lo richiama col cuore che avvampa
Stupido Feltry, dammi la zampa
Potemkin
Lavoce è di tutti: sostienila!
Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!
Fabio
FE NO ME NA LE ! ! !