Vaga nellaere un canto dolce e nuovo,
o una novella che sa un po dantico.
E un patrio sentimento ciò che provo,
è la lusinga dun abbraccio amico.
Giunge alle orecchie mie la sua chiamata.
Oh, gentil voce che mi rende schiavo !
Corro al confin della mia Patria amata
che un dì lasciai e da lontan miravo.
Lascio quest Eden, pur se addolorato,
per ritornar nelle materne mani
di chi temea finissi dilaniato
dai lunghi artigli di tributi insani,
di chi in questora, fatti bene i conti,
ha sotterrato tale sentimento
ed al ritorno mio appresta i ponti
su cui di me cadrà il cinque per cento.
Ma non è duopo che di ciò mi lagni,
chiama la Patria e non vo far tardi.
Altri trecento mi saran compagni,
ieri spartani oggi euromiliardi,
nellelargire i nostri sacrifici
ad uno Stato dalle casse stanche,
e a tante imprese in cerca dartifici,
abbandonate, dicon, dalle banche.
Oh, qual sublime e qual fatale evento
questo mio slancio e questo eroico affanno !
Non finirà in questora, già me lo sento,
vorrò provarlo ancor
tra qualche anno.
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