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LA GRANDE ATTESA PER LA GRANDE RIFORMA FISCALE

Il ministro del Tesoro ha annunciato tra gli obiettivi del prossimo anno il rilancio di una grande riforma fiscale che superi la logica dei “rattoppi” degli ultimi anni. Benissimo. Non c’è dubbio che il sistema tributario italiano avrebbe bisogno di una seria e ponderata revisione. Non solo incombe una riforma in senso federale che deve essere ben meditata anche per evitare ulteriori incrementi nella pressione tributaria. Ma questa, oltre che già elevata, è soprattutto mal distribuita. Il prelievo si concentra infatti quasi esclusivamente su pochi cespiti e pochi contribuenti. Tartassiamo i fattori produttivi, lavoro e capitale, e tassiamo troppo poco patrimoni e rendite. L’opposto di quello che dovrebbe fare un paese che ha seri problemi di crescita e ancor più seri problemi di equità. Sempre di più, l’Italia è un paese dove chi nasce ricco resta ricco, mentre chi vuole legittimamente e legalmente arricchirsi con i frutti del proprio impegno e del proprio lavoro non ha la possibilità di farlo. Ma è importante che il ministro si ricordi che la principale riforma necessaria in Italia è la lotta all’evasione e a tutte le forme presenti nel nostro sistema fiscale di elusione e erosione. Non è possibile immaginare che si possa costruire un sistema fiscale più giusto e efficiente finché tra il 50 e il 75%, a secondo delle stime, dei redditi da lavoro autonomo, piccola impresa e liberi professionisti risulta nascosto al fisco. Non è possibile continuare a tollerare che il 50% delle imprese italiane risulti permanentemente in perdita o che il numero dei contribuenti che dichiarano più di 100.000 euro all’anno sia minore del numero delle automobili immatricolate che costano più di quella cifra. Lo stesso sbandierato successo dello scudo (capitali rientrati a consuntivo pari a quasi il 10% del PIL) da un’idea dell’enormità del fenomeno in Italia. Va anche sottolineato che finora i provvedimenti del governo in campo tributario, tra condoni, riduzione dei controlli sui redditi da lavoro autonomo e abolizione dell’Ici, non sono particolarmente incoraggianti. Ma aspettiamo le nuove proposte per discuterne.

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UN’INFLUENZA TRATTATA IN SEGRETO

  1. salvatore

    Mi riconosco in pieno nella vostra analisi, sono un funzionario dell’Agenzia delle Entrate faccio controlli fiscali ed è vero quanto avete scritto. La vera riforma sta nel far pagare il giusto a tutti, sapeste quando è mortificante riscontrare nel mio lavoro, che titolari di imprese e società, dichiarano meno dei propri dipendenti, detraggono spese assurde (viaggi, auto, ristoranti, regali etc). Noi operatori la nostra parte nella lotta all’evasione la facciamo, ma come si fa a sanzionare un’impresa che in Italia ha operato e pagato e poi ti trovi provvedimenti come lo scudo che a noi ci fanno un danno di immagine notevole. Perchè così si procede a fare ingiustizia di Stato che aggiungo ha caratteri di incostituzionalità, perchè si trattano in modo diseguale i contribuenti. Termino con l’invito al ministro Tremonti di fare leggi serie per il contrasto all’evasione perchè un ministro delle Finanze in Italia ha una sola riforma da fare: far pagare tutti per far pagare meno. Grazie e buon lavoro

  2. antonello cini

    Sottoscrivo pienamente quanto sopra. Rilancio con una domanda provocatoria quali regole fanno si che tra gli autonomi solo i notai denunciano tutte le loro entrate?

  3. Luigi Cudrano

    Sarei grato a tutti se invece di indicare generiche cosa da fare per creare un minimo di equità fiscale in Italia ci si prendesse la responsabità di proporre concrete riforme come: 1) Dare la possibilità a tutte le persone fisiche di dedurre dal proprio reddito imponibile tutte le spese sostenute per i compensi pagati ai liberi professionisti come odontoiatri, idraulici, avvocati, commercialisti, etc; 2) Tassare le rendite finanziare al 20%; 3) Inserire il quoziente familiare per la determinazione delle detrazioni d’imposta; 4) Applicare una imposta patrimoniale a scaglioni; 5) Diminuire le aliquote e rimodulare le fasce di reddito fino a tre delle imposte sul reddito delle persone fisiche. Ma chi ha il coraggio di fare qualcosa del genere?

  4. gianfranco favaro

    Grazie per l’articolo. Il tema è attuale e improcastinabile per dare all’Italia efficaci strumenti di crescita del reddito e dei consumi. La riforma dovrebbe concentrarsi di più sugli strumenti di contrasto; sullo studio approfondito del fenomeno e sulla definizione di un pacchetto di interventi di medio respiro che porti ad un graduale rientro del fenomeno; sugli aspetti organizzativi e sugli strumenti informatici, sul loro utilizzo; sulle norme di contorno (le cosidette pene accessarie, quali decadenza da benefici, confisca dei beni e inelleggibilità alle cariche sociali potrebbero essere deterrenti particolarmente efficaci). Dovrebbe essere condiviso con l’opposizione che il livello di evasione ha raggiunto livelli insopportobili tanto da essere la vera emergenza nazionale; 100 giovani motivati dediti al contrasto del fenomeno e che individuino percorsi efficaci da intraprende. Il tutto ovviamente accompagnato da una efficace campagna di comunicazione. Se non si comprende che l’evasione è prima di tutto un fatto culturale accettato e anzi nei fatti ampiamente condiviso nessuna azione di contrasto avrà efficacia. Grazie

  5. Filippo Crescentini

    Mi chiedevo se la domanda con cui Boeri aveva chiuso il suo intervento su "Repubblica" ("cosa ne pensa l’opposizione?") dedicato alla proposta di tassare i redditi da capitale al 27% – per capirci – aveva avuto qualche risposta. Io ho sollecitato un’iniziativa parlamentare finalizzata a portare avanti detta proposta sia all’On. Oriano Giovanelli, del PD (è il "mio" deputato) sia ai componenti della segreteria nazionale del PD, Stefano Fassina e Marco Meloni. Fatemi sapere cosa risulta a voi, se vi risulta qualcosa.

  6. Valeria

    Un’ottimo punto di partenza contro l’evasione fiscale potrebbe essere il controllo della pletora di colf che esce dai condominii verso mezzogiorno. Di sicuro sono a carico del coniuge, esenti da ticket, i figli hanno il posto in collegio all’Università e svariati altri vantaggi. Siccome sono un numero consistente la loro emersione potrebbe incidere decisamente. Non dimenticherei giardinieri, pensionati-falegnami, cassa integrati-elettricisti e lezioni private.

  7. gennaro

    Un condono fiscale per le aziende, con il ricavato di dare aiuto ai lavoratori in cassa integrazione, o sfortunatamente licenziati e ripartire da capo con le nuove disposizioni legislative. Che metterà a punto il governo.

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