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Una pace mondiale

Nel film di Oliver Stone, Wall Street, Daryl Hannah (che allora recitava con Michael Douglas e adesso purtroppo con Boldi e Salemme) in una delle scene cult, elenca, tra i suoi desideri, la pace nel mondo. Troppo ambiziosa? Forse no. In un articolo sul Financial Times Gideon Rachman scrive che circa un mese fa, parlando con un esperto diplomatico, espresse le sue preoccupazioni per le crescenti tensioni tra Israele e Iran.

Il diplomatico gli rispose di stare tranquillo: per almeno un mese nulla sarebbe successo perché c’’erano i Mondiali. E pensare che né Israele né Iran sono qualificate per il Sud Africa. Fino all’’11 luglio il mondo potrà agitarsi solo per la propria squadra.

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Sempre sul FT si capisce il segreto delle squadre che vincono ai rigori. Freddezza dei giocatori? Bravura dei portieri? No. Pura fortuna. Infatti la cosa più importante è vincere il sorteggio. Uno studio di un professore della London School of Economics, Palacios-Huerta, che analizza 9000 rigori dal 1995, mostra che chi tira per primo il rigore ha una probabilità del 60 per cento di vincere. Perché? Probabilmente perché chi è indietro nel punteggio va sotto pressione e sbaglia più facilmente. Purtroppo i calciatori italiani non leggono. O almeno non lo fa Gigi Buffon. Capitano dell’’Italia nel 2008, contro la Spagna vinse il sorteggio e scelse di far tirare per primi gli spagnoli! E adesso chi lo dice a Donadoni, che lì perse la panchina?

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Ma ci sono brutte notizie anche per la Spagna. Il Wall Street Journal ci ricorda che dal 1984 il vincitore degli Europei non supera i quarti di finale. Solo la Germania nel 1974 ha vinto il Mondiale dopo aver appena visto gli Europei. Poco tranquillo anche il Brasile, che ha vinto 5 Mondiali, ma mai dopo aver vinto la Coppa America.

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Ogni tanto, quando la partita era noiosa, ho ascoltato la cronaca della Gialappa’s band. (Forse non tutti sanno che il trio prese il nome di Gialappa a partire dai Mondiali di Messico 1986. La gialappa è una pianta messicana dai cui semi si ottiene un lassativo e nel 1986 molti calciatori furono colpiti da disturbi intestinali). Per me resteranno indimenticabili le loro cronache dell’’Inghilterra ai Mondiali di Italia 90. L’’Inghilterra aveva come portiere Peter Shilton, allora quasi quarantenne. Ogni volta che toccava il pallone si sentiva un cigolio (le giunture di Shilton) e i tre urlavano: un vecchio! Adesso invece il trio invita in studio ospiti come Laura Barriales, le cui doti migliori purtroppo alla radio non emergono.

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I Mondiali sono un osservatorio sul mondo. Impressionante i contrasti nella squadra giapponese. L’’allenatore, Takeshi Okada, era sempre perfettamente rasato, impeccabilmente vestito e impassibile anche nei momenti più difficili. I giocatori avevano barbe e capelli lunghi, codini, capelli tinti e sono scoppiati in  lacrime, inconsolabili, dopo l’’eliminazione ai rigori con il Paraguay.  I trenta anni scarsi di differenza tra allenatore e calciatori sullo schermo sembravano molti di più.

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Notevole anche la differenza di stile tra i due cronisti principali di Sky. Sempre informato su tutto Massimo Marianella. Si capisce che si prepara, leggendo giornali e siti web di tutto il mondo prima di ogni partita. Ogni volta imparo qualcosa da lui su squadre, allenatori e calciatori. Anche da Fabio Caressa imparo qualcosa ogni volta: tipiche chiacchiere da bar e pettegolezzi. Ovviamente il cronista principe di Sky è Caressa. Questo dice qualcosa sull’’Italia, temo.

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A proposito di televisione, tutti i telecronisti sono uomini. Le donne hanno anche ruoli importanti (Ilaria D’’Amico è la padrona di casa di Sky, ad esempio) ma non quello di telecronista. Sarebbe ora di innovare. Magari così eviteremo di sentire: Che gooollaaaassooooo, amisci.

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  1. Andrea

    Anche io sono rimasto molto colpito dagli atteggiamneti dell’allenatore del Giappone, un vero signore! Peraltro la squadra secondo me gioca un ottimo calcio e da quando sono stati organizzati i mondiali in Asia tutto il movimento ne ha risentito positivamente (vedi anche Corea del Sud). Per quanto riguarda i telecronisti…beh in Italia è meglio stendere un velo pietoso, quelli della Rai fanno pena (a parte Bizzotto che è veramente un professionista) ma anche quelli di Sky non sono messi meglio: nomi e cognomi praticamente inventati, analisi tecnico – tattiche che saprebbe fare anche un bambino e un italiano a volte zoppicante le rendono un supplizio. Tra l’altro non ho ancora capito perchè affidano il commento tecnico a ex calciatori che spesso o sono semi analfabeti o, peggio ancora, non sanno leggere una partita (visto che almeno quello dovrebbe essere il loro mestiere): sono veramente pochi i commenti di ex calciatori che ho apprezzato. Infine, su Marianella concordo pienamente: se guardare il calcio inglese su Sky è un piacere lo si deve anche alla sua telecronaca.

  2. Roberto Fiacchi

    Sulla scelta nel 2008 di far tirare i rigori per primi agli spagnoli, non per voler difendere alcuno, ma tutti gli altri, presidenti, dirigenti, etc, dov’erano? Mi viene più da ritenere che si tratti di un’altra dimostrazione di superficialità ed inadeguatezza. D’altra parte, la figura ai mondiali in Sud Africa non potrebbe forse essere considerata una inequivocabile conferma? A non leggere, nel 2008, sono stati in molti, così come a sbagliare ora: ma non è risaputo che "errare è umano, ma perseverare è diabolico"? Questo non è forse l’ennesimo esempio che potrebbe e dovrebbe essere utile a comprendere che, probabilmente, occorre più umiltà, più preparazione, più responsabilizzazione, più..? Soprattutto meno arroganza? Roberto

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