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L’obesità parte da lontano

Nel mondo più di un miliardo di adulti sono sovrappeso e 300 milioni sono clinicamente obesi. Ma l’epidemia di obesità si è diffusa, almeno negli Stati Uniti, molto prima di quanto comunemente si pensi: per la popolazione bianca se ne vedono le avvisaglie già dopo la prima guerra mondiale, per coinvolgere i neri dopo il secondo conflitto mondiale. Dunque ben prima degli anni Ottanta, considerati la data di nascita ufficiale del problema. Le tabelle di riferimento oggi utilizzate non sono perciò corrette e sono in realtà sovrappeso anche persone che pensano di avere un peso normale.

Assistiamo impotenti alla pandemia dell’obesità che dilaga nel mondo: per esempio, negli Stati Uniti è obeso più di un terzo degli adulti, circa 70 milioni di persone. Ma per prendere le giuste contromisure contro l’allarmante fenomeno, dobbiamo saperne di più su come si è sviluppato.

EFFETTO PERIODO ED EFFETTO COORTE

La posizione ufficiale diffusa dal Centre for Disease Control è che l’epidemia abbia fatto la sua comparsa negli Stati Uniti negli anni Ottanta, quasi all’improvviso. È secondo noi fuorviante: tutti gli studi che suffragano la posizione ufficiale fanno riferimento a effetti “periodo”, sono cioè basati su dati medi per la popolazione in determinati anni, ma non prendono in considerazione gli effetti “coorte”, ovvero l’evoluzione del peso tra le persone di uno stesso anno di nascita.
Sappiamo tutti che il peso cambia negli anni, così come accade per altre variabili, ad esempio per il salario. Supponiamo che una persona guadagni oggi 20 dollari l’ora, non sappiamo però quando ha ottenuto quel livello di salario. Allo stesso modo, quando misuriamo il peso di una persona non sappiano quando lo ha raggiunto. Per questo le stime ufficiali basate su quel tipo di misurazioni non conducono a dinamiche convincenti. In un nostro recente lavoro abbiamo quindi deciso di stimare le dinamiche per coorti di età. (1) Il vantaggio è che le coorti di età sperimentano gli stessi mutamenti sociali, economici e tecnologici che possono condizionare il loro peso. Esattamente come con i salari: lo stipendio di un lavoratore statunitense oggi dipende da quali scuole ha frequentato fin dai suoi primi anni.

UN EXCURSUS STORICO

Disponiamo di ampie evidenze storiche che mostrano come le radici della pandemia di obesità siano rintracciabili molto più indietro nel tempo di quanto comunemente si pensi. Dati campionari dell’accademia militare di West Point rivelano come nel XIX secolo i valori dell’indice di massa corporea fossero sorprendentemente bassi rispetto agli standard attuali: i diciannovenni cadetti bianchi avevano in media un indice di massa corporea pari a 20.5, cioè si situavano, secondo gli standard attuali, all’incirca al diciottesimo percentile. (2) Circa il novanta per cento dei cadetti era sotto l’attuale valore mediano di riferimento. Inoltre, gli stessi dati ci dicono che si sono verificati ben pochi mutamenti di peso nel corso del XIX secolo. Un altro campione, fornito dall’accademia militare The Citadel di Charleston, indica invece che la vera impennata nei valori Imc si è avuta fra i nati dopo la prima guerra mondiale (vedi figura 1): nel corso del XX secolo il peso dei maschi diciottenni è aumentato di 13 chili, ma metà di quell’aumento è avvenuta tra i nati prima della seconda guerra mondiale. I dati indicano perciò che una considerevole crescita di peso si era già registrata in un periodo precedente alla prima indagine nazionale condotta tra il 1959 e il 1962.

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Figura 1

RISULTATI DELLE STIME PER DECILE

Nel nostro lavoro utilizziamo i dati raccolti tra il 1959 e il 2006 dal National Center for Health Statistics, che al contrario delle evidenze tradizionali, ci offrono un campione rappresentativo della popolazione americana. Stimiamo così i valori di indice di massa corporea (kg/m²) per decili in quattro categorie di adulti: uomini bianchi, donne bianche, uomini neri, donne nere. (…)
I risultati mostrano che un persistente aumento nei valori Imc era già in corso per le coorti nate all’inizio del XX secolo in tutti e quattro i gruppi (vedi figura 2). (…)
Tradotto in peso, l’incremento dei valori Imc implica che ad esempio nel decimo percentile una donna alta 162,6 cm dovrebbe aver guadagnato nel corso del XX secolo 5 chili, mentre una al novantesimo percentile dovrebbe essere ingrassata di ben 58 chili, circa del 70 per cento. Il divario tra i decili più bassi e quelli più alti si è triplicato: in tre gruppi la distanza è passata da circa 8 a 25 unità di Imc, mentre tra le donne nere la differenza di peso tra il decimo e il novantesimo percentile è passata da 26 a 79 chili.

Figura 2

(…) Uno dei risultati più importanti è la rapida accelerazione dei valori Imc tra le coorti di uomini e donne bianchi nati subito dopo la prima guerra mondiale, (…) seguita da una decelerazione durante la grande depressione. Una seconda fase di rapido aumento nei decili Imc si è avuta dopo la seconda guerra mondiale, questa volta per tutti e quattro i gruppi etnici e di genere. (come si può vedere nelle figure sotto)

QUAL È IL PESO NORMALE?

I mutamenti nello stile di vita del XX secolo hanno avuto effetti diversi sui quattro gruppi sotto esame. Identificare le cause profonde di queste tendenze di lungo periodo va al di là dello scopo di questo lavoro. Ma la natura “strisciante” dell’epidemia, e la sua persistenza, suggeriscono che le sue cause affondano le radici nel tessuto sociale e sono alimentate da un insieme di elementi disparati e in lento mutamento: la popolazione Usa del XX ha risposto a una vasta gamma di forze socio-economiche e tecnologiche irresistibili quanto impersonali.

Ovviamente, le più durature sono:

–        i fondamentali mutamenti tecnologici che hanno condotto a risparmi nell’’uso della forza lavoro del XX secolo
–        la lavorazione industriale del cibo e la diffusione dei fast-food (3)
–        la cultura di consumo associata al fenomeno fast food
–        la nascita di un modo di vivere basato sull’auto
–        l’avvento delle trasmissioni radiofoniche e televisive
–        la crescente partecipazione delle donne al mondo del lavoro
–        la rivoluzione della tecnologia dell’informazione.

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Questi elementi, nel loro insieme, definiscono la società americana del XX secolo. Si noti inoltre che la fase della prima accelerazione fra i bianchi dopo la prima guerra mondiale coincide con il diffondersi di radio e automobili, mentre la fase della seconda accelerazione nelle coorti nate negli anni Cinquanta, sia per la popolazione bianca sia per quella nera, coincide perfettamente con la diffusione della televisione e del consumo di fast food
Il fatto che l’epidemia di obesità sia iniziata prima di quanto finora creduto implica che gli attuali standard di peso e di indice di massa corporea pubblicati dal Centre for Disease Control non sono corretti, ovvero non sono corretti per misurare la reale portata della epidemia di obesità, in particolare tra i bambini e i giovani. Si suppone che le tabelle di riferimento indichino ciò che è “normale” all’interno della società, ma non è così in questo caso perché le tabelle contengono valori Imc ottenuti in un momento in cui la transizione verso il peso post-industriale era già in atto, cioè in un momento in cui l’obesità era già più diffusa che in periodi storici precedenti. Quella è stata una scelta arbitraria e di conseguenza gli standard attuali sono fuorvianti perché suggeriscono che i pesi misurati nel mezzo di una pandemia di obesità siano invece normali. Di conseguenza, molti bambini e giovani sovrappeso o obesi sono indotti a pensare che il loro peso sia normale, mentre non lo è. Gli Stati Uniti dovrebbero impegnarsi per adottare standard come quelli dell’Olanda, un paese nel quale i politici non si limitano a osservare con distacco l’epidemia di obesità che si diffonde senza sosta.

(1) Komlos, J and M Brabec (2010), “The Trend of BMI Values by Deciles of US Adults, birth cohorts 1882-1986” NBER Working Paper 16252.
(2) Da notare che l’’attuale valore Imc di riferimento per le donne di venti anni è di 21.7.
(3) Per comprendere la cultura del fast food, ricordiamo che White Castle, il primo ristorante drive-in, è stato fondato nel 1921. McDonald ha iniziato l’attività alla fine degli anni Quaranta, Kentucky Fried Chicken nel 1952, Burger King nel 1954, Pizza Hut nel 1958, Taco Bell nel 1962 e Subway nel 1962.

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I TAGLI

  1. Gianna

    Andrebbe considerato anche il fattore allattamento…Oltre alla divisione bianchi – neri alquanto discutibile (non ci sono solo due colori…).

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