Nella vicenda del rinnovo del contratto dei calciatori, torti e ragioni non stanno da una sola parte. Per esempio, hanno ragione le società sugli allenamenti separati per i fuori rosa. Mentre appaiono corrette le obiezioni dei calciatori alle nuove regole sui trasferimenti. Lo sciopero forse può essere ancora evitato, ma occorre che entrambe le parti siano disposte a fare delle concessioni. Ma se sciopero sarà, come sarà calcolata la trattenuta sullo stipendio? Si possono considerare questi atleti alla stregua dei lavoratori?
Lo sciopero dei calciatori con il conseguente blocco del campionato è ormai più che probabile. L’Associazione italiana calciatori (Aic), dopo l’incontro con la Lega di serie A, ha deciso di interrompere le trattative e proclamare lo sciopero. Eliminate le usuali declamazioni sull’immoralità dello sciopero attuato da una categoria di privilegiati, è bene concentrarsi sulle ragioni di dissidio tra Lega e Aic. I punti di contrasto sono gli stessi su cui la trattativa naufraga dal settembre scorso.
I MOTIVI DELLA ROTTURA
Il primo nodo è quello della possibilità di avere gruppi di allenamento separati. Le società chiedono di fare allenare i giocatori fuori rosa, o comunque non ritenuti più utili, separatamente dagli altri. L’Aic insiste sull’obbligo di allenamenti comuni, senza discriminazioni. Su questo argomento le ragioni delle società sono convincenti: un giocatore demotivato, ad esempio perché fuori rosa o perché poco utilizzato, può rendere meno efficace l’allenamento comune. Si pensi a una partita di allenamento in cui uno dei giocatori non mette impegno: da una parte c’è l’effetto diretto di una minore efficacia dell’allenamento e dall’altra l’effetto demotivante sugli altri calciatori. L’Aic dovrebbe invece insistere sulla necessità che gli allenamenti separati siano in ogni caso condotti dallo stesso staff tecnico che gestisce quelli principali, utilizzando le stesse strutture e con orari non punitivi.
Il secondo nodo è quello del trasferimento coatto: le società vorrebbero che un giocatore non possa rifiutare il passaggio a una società dello stesso livello e che gli garantisca un trattamento economico equivalente senza che ciò porti la società a poter recedere dal contratto. Su questo punto le società sono palesemente fuori rotta. Chi può giudicare in modo oggettivo se due società sono di pari livello? Il Bologna di oggi, con tutti i suoi guai economici e le sue incerte prospettive è di pari livello con l’Inter perché entrambe sono in serie A? È di pari livello con la Fiorentina che adesso ha solo due punti in più? Quanti giocatori della Fiorentina oggi vorrebbero essere trasferiti al Bologna? E chi giudica se due contratti danno trattamento economico equivalente? Come si valutano contratti che hanno diverse componenti di compensazione fissa e legata ai risultati? Molte società non pagano gli stipendi puntualmente. È la stessa cosa ricevere la medesima somma oggi o tra sei mesi, secondo la Lega? Su questo punto, le società devono avanzare una proposta più ragionevole. Ad esempio, potrebbero dare un congruo preavviso e pagare una penale ai calciatori in caso di recesso dal contratto.
Torti e ragioni non stanno da una sola parte, in questa vicenda. Lo sciopero forse può essere ancora evitato, ma occorre che entrambe le parti siano disposte a fare delle concessioni. C’è però una domanda alla quale non so dare risposta. In caso di sciopero, quale frazione dello stipendio verrà trattenuta ai calciatori? Speriamo non sia solo un trentesimo dello stipendio mensile, come accadrebbe al tipico lavoratore dipendente. In tal caso, lo sciopero sarebbe veramente una presa in giro verso tutti i tifosi.
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alessandro pampano
Mi sembra un pò debole l’ argomento della mancanza di motivazione di un fuori rosa. Il giocatore si allenerebbe con gli altri così da poter rimanere in forma e non dovrebbe essere demotivato Poi perchè gli altri dovrebbero essere condizionati dal fuori rosa? Non sono pagati per fare il loro lavoro? Se poi è veramente demotivato, d’ accordo con la società, può tranquillamente rimanere a casa. Altrimenti io parlerei di mobbing da parte delle società che di solito mettono un giocatore fuori rosa quando rifiuta un trasferimento.
Vincenzo
Le pretese delle società mi sembrano fuori luogo. Costringere al trasferimento è assurdo. Perché non si fa il contrario? Se un giocatore non è utilizzato si svincola automaticamente.
luigi del monte
Leggendo un blog su repubblica non posso che dare completamente ragione ai giocatori. 1) fuori rosa: di chi è la colpa delle rose di 40 giocatori? Dei presidenti che per pigliare un voto in più comprano comprano e comprano… quindi è un loro problema che se lo devono risolvere loro. ci sono piccole società (parlo della A) che favorisce lo sviluppo del vivaio e non ha a disposizione mezzo esercito ma soltanto un numero limitato sufficiente di giocatori (25 max 30) che con gli infortuni si riducono a 20 max 25. 2) chi ha firmato il contratto per N anni senza clausola risultati ecc? I presidenti! allora perchè pretendono che vengono ceduti in altre squadre? in conclusione, non da ultimo e meno importante, vorrei porre attenzione sulla questione sciopero. Lo sciopero, per natura, è una manifestazione spontanea proclamato dalle organizzazioni di categoria che causano un blocco delle attività dell’imprenditore. es sciopero dei controllori di volo che causano soppressioni di aerei, sciopero di operai assemblatori che bloccano la catena di montaggio, sciopero degli sportellisti bancari che causano gli accrediti ecc. questo è un non sciopero poichè rinvia ad un altro giorno le partite 11-12 dicembre
andrea carichini
Lo sciopero del 10-11 se verrà confermato rappresenta l’ennesima prova dello stato di agonia del calcio in Italia; il problema del calcio italiano sta nei presidenti delle società professionistiche: rose monstre; stipendi-ingaggi pazzeschi; atteggiamenti da padroni delle ferriere (vedi caso Cagliari-Cellino-Marchetti); connivenza con frange del tifo estremo; ecc. Anche il proclamato sciopero è da imputare alle posizioni assurde assunte dalla Lega Calcio: il ridicolo argomento della scarsa motivazione dei fuori rosa (incredibile, semmai è il contrario!); la volontà di decidere del futuro degli atleti (delle persone!) senza considerare le loro aspettative… se le ragioni della Lega Calcio sono queste, ben venga lo sciopero!