Il 2010 se ne è andato. Un anno duro per molti aspetti e che si è chiuso male, con la morte di un altro militare italiano in Afghanistan. Il tredicesimo di questo anno e il trentacinquesimo dall’inizio della missione. Tra i tanti desideri che ciascuno di noi esprime per il nuovo anno sarebbe facile includere il ritiro delle nostre truppe. Ma sarebbe un desiderio sbagliato. I nostri soldati sono in Afghanistan per cercare di aiutare lo sviluppo della pace e della democrazia in quel Paese. Obiettivi forse parzialmente irrealistici, ma nei quali è giusto sperare ancora. C’è però un piccolo desiderio che è lecito esprimere per il nuovo anno e che è alla nostra portata a differeza dei molti che si sento fare in questi giorni. Che il Premier vada a visitare le nostre truppe in Afghanistan. Cameron lo ha fatto pochi mesi dopo la sua elezione, Zapatero è andato lo scorso novembre e Obama questo dicembre. Berlusconi invece risulta assente ingiustificato. Certo, nelle scorse settimana è stato molto impegnato a convincere i parlamentari di Fli e Idv a votargli la fiducia. Ieri mattina era ancora impegnato su Canale 5 a bombardare gli italiani con le sue fluviali esternazioni. Ma nei due anni e mezzo in cui è stato Primo Ministro ha trovato il tempo per andare ai compleanni di minorenni a Casoria, per far rilasciare dalla Questura di Milano la presunta nipote di Mubarak e per frequentare la signora D’Addario. Senza alcun moralismo, crediamo sarebbe ora che tra le sue visite includesse quella alle truppe italiane in Afghanistan. Sarebbe solo un gesto simbolico, è vero, ma anche i simboli sono importanti.
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michele
Sarebbe oltre che un gesto simbolico anche un gesto politico di un leader che una volta tanto invece di pensare soltanto ai suoi affaracci personali, rappresentando una nazione intera – che di fatto non esiste – rende omaggio ad un militare che comunque ha prestato un servizio al paese. Ma non credo che il nostro presidente del consiglio sia capace di gesti politici quando non sono in ballo suoi interessi personali.
Ellepi
Non mi interessa che Berlusconi vada in Afghanistan Il punto è che è stato un errore drammatico degli USA scegliere di andare, e del degli altri paesi seguire a ruota. Mi fa paura vedere che anche lavoce.info dopo che l’evidenza balza agli occhi (l’intervento ha solo peggiorato le cose, lo dicono bravi analisti non solo il sottoscritto) ci prenda in giro con la difesa della democrazia.
Rocco
Non mi importa un fico secco di berlusconi in Afghanistan, mi importa far rientrare i nostri soldati in italia. certo che e veramente bizzarro il nostro paese, ogni anno in Italia muoiono centinaia di persone sul posto di lavoro e nessuno si indigna piu di tanto, sono solo numeri, forse i veri eroi sono proprio loro.
Lea
A prescindere dall’essere in accordo o in disaccordo con la presenza dell’Italia in Afghanistan, credo che Berlusconi, qualora decidesse di farlo, andrebbe lì solo con l’intenzione di raccogliere consensi (?) e portandosi dietro il suo carrozzone mediatico, come messia che porta la luce ai soldati lontani. No grazie, lì c’è la guerra, la pace è lontana e gli avvoltoi non servono.
Luigi
…almeno abbia qualcosa da dire al riguardo! Non stiamo costruendo nessuna democrazia, siamo lì al seguito di truppe di occupazione che per cercare un uomo (che peraltro i Talebani erano ben disposti a consegnare) hanno messo a ferro e fuoco una nazione. Siamo lì a spese nostre a fare il lavoro di una blackwater qualsiasi: si pagassero da soli gli sgherri della blackwater e i nostri polliticanti (la doppia non è un errore) facessero tornare a casa le persone perbene che hanno mandato laggiù a calpestare la costituzione su cui hanno giurato. Ho letto la lettera dell’ultimo soldato morto: per che cosa è morta una persona di quella umanità? Qual’è il progetto in base al quale la nostra Patria chiede ad un ragazzo del genere di morire? Per scodinzolare a pancia all’aria sullo zerbino della Casa Bianca qualunque sia il presidente? Questa classe politica non merita il sacrificio di Miotto e di tutti quelli che lo hanno preceduto. A casa i soldati, Emergency basta e avanza per tenere alto il nome dell’Italia in quelle terre.
Marino
cioè “e ci restasse pure”…
federico
Se in italia venisse meno la democrazia (…) vorreste che truppe americane, inglesi ecc.. bombardassero la vostra casa sterminando le vostre famiglie per ripristinarla? perchè, cari professori, è quanto sta avvenendo: guardate i filmati di wikileaks, ascoltate le parole di Gino Strada, informatevi meglio sul senso della guerra e sul numero di civili uccisi!
Antonio ORNELLO
Il vostro pressante invito al premier, che deve andare, somiglia fin troppo a quei titolacci ad effetto di Libero o Il Giornale. A parte l’opportunità di riflettere sulle nostre questioni interne, aggravate dagli affaracci degli approfittatori, dovreste considerare che, scendendo sul terreno del gossip, di cui voi non siete certo professori, potreste essere sonoramente battuti dalla maggiore esperienza, in quel campo, di tanti altri ..maestri.. che da tempo vi sono entrati e allegramente sguazzano, a nostre spese.
Franco Romani
Io invece ce li manderei tutti quelli che ci hanno oppresso e che continuano a farlo in modo spudorato: tutta la cosidetta classe dirigente che non fà altro che affossare sempre di più il nostro bel Paese; questi bei Signori hanno fatto sì che l’Italia non sia più che un segno geografico- non contiamo più niente, nemmeno a casa nostra! Quindi liberiamoci di queste sanguisughe e mettiamole su un aereo (con sola andata): Berlusconi e la sua congrega di Jes man a cominciare da Scajola(così saprà una volta tanto chi ce lo ha mandato!),Verdini, La Russa, Gasparri, Bondi, Cicchitto, Cosentino, Alfano, Mussolini, Santanché ecc.ecc.e poi Tarantini per allietare la permanenza.
andrea
Ma quale sviluppo della pace e democrazia …ci vogliamo prendere in giro? Da quando i cacciabombardieri promuovono pace e democrazia? Decine di migliaia di bambini massacrati da bombardamenti di cui ignoravano completamente la ragione,famiglie intere sterminate (a volte si trattava di matrimoni) dovrebbero insegnare ad un popolo cos’è la democrazia? Siamo semplicemente la ruota di scorta (ruotino) degli USA, e sviluppiamo soltanto gli interessi di chi produce e commercializza armi e petrolio (e forse gas). Punto. Finché queste baggianate me le propinano indecenti ministri di questa repubblica bananiera mi sta anche bene,fa parte del gioco, ma da voi proprio non lo tollero. L’anno scorso vi ho pure dato il mio sostegno economico, ma dopo questo articolo penso che sia piu’giusto dirottare anche questa somma su Emergency, che, loro si, promuovono la pace, perché ci credono veramente.
stefania
Due considerazioni: i suoi soldati sono lì, come in altri paesi, anche perché l’esercito paga bene queste missioni. lei dice: "nei due anni e mezzo in cui è stato Primo Ministro ha trovato il tempo per…" davvero un paese così governato può permettersi di andare ad insegnare la democrazia altrove? Sarebbe molto più onesto dire che ci conviene essere allineati con gli USA, perché di questo si tratta. Saluti
Iacopo Viciani
E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge 228/2010 relativo alla Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione per il primo semestre 2011. Come dabitudine il titolo del Decreto Legge evidenzia la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo su quelli di stabilizzazione; in realtà i primi rappresentano solo il 3,6% dei 754 milioni di euro stanziati per la prima metà del 2011, il resto copre i costi di personale e equipaggiamento della componente militare delle missioni. Per gli interventi di cooperazione allo sviluppo si stanziano 27 milioni di euro che vanno ad aggiungersi a quanto previsto dalla Finanziaria per il 2011: 16,7 milioni di euro sono ripartiti sullAfghanistan gli altri per Iraq, Somalia, Myanmar, Pakistan Sudan e Liban. Negli ultimi tre anni è cresciuto il costo complessivo dei decreti di proroga delle missioni ma si è ridotta lincidenza della componente cooperazione allo sviluppo e le risorse complessive disponibili per questi interventi. Tra 2008 e 2011 le spese complessive per i decreti missione sono cresciute del 50%, quelle previste per gli interventi di cooperazione allo sviluppo sono state ridotte del 42% e la loro incidenza sul costo di tutte Missioni è passata dal 9,4% al 3,6%.
mmarco
Motivazione della mancata visita di B. in Afghanistan: E’ un paese in cui scarseggiano le escort (o drivers come si fanno chiamare oggi).
Giuliano Delfiol
Si può legittimamente avere qualsiasi opinione, anche radicalmente critica, sulla presenza di truppe italiane in Afghanistan. Ma fin tanto che i soldati lì sono ed operano, essi rappresentano l’intero Paese, come la bandierina cucita sulle loro maniche, che è il simbolo appunto di un Paese e non di un partito o di una maggioranza. E per questo i soldati hanno diritto alla stima, all’apprezzamento ed alla attenzione di qualsiasi italiano. In primis naturalmente di chi questo Paese ha assunto il compito di guidare. Che il Premier non si renda conto di questo è penoso, anche se non sorprendente, conoscendo il personaggio. Ma altrettanto triste è dover constatare come anche molti lettori de lavoce.info (da supporre culturalmente qualificati) siano refrattari a questi concetti, del tutto ovvi in qualsiasi Paese che si rispetti.
aris blasetti
Oh bella, ora Berlusconi dovrebbe andare in Afghanistan per poi, come è successo quando andava a Napoli a seguire la monnezza, o a L’Aquila a seguire i lavori di costruzione delle case (cosa mai fata da nessuno dei precedenti governi), essere accusato di farsi propaganda sulla pelle dei nostri soldati. Non credo che a Berlusconi manchi il coraggio, andrà quando lo riterrà opportuno senza inutili ed inopportune sollecitazioni pelose.
TITO BOERI
Berlusconi è un disvalore che non rappresenta che se stesso. Meglio che non vada in Afganistan e sarebbe meglio che andasse a casa e con lui una moltitudine di lacché. Questi nostri soldati, questi nostri giovani, sarebbe meglio, molto meglio che non tornassero in patria, anziché stare in un paese che non li vuole e li considera come invasori, correndo inutili pericoli. Non sono lì per difendere valori o la democrazia, meglio impiegarli in patria, dove c’è veramente un pericolo. La perdita dei valori costituzionali.
Franco
Speravo dall’intitolazione che nell’articolo si concludesse con l’auspicio non di una visita più o meno dovuta ma comunque ulteriormente propagandistica, bensì con una permanenza a tutto rischio in mezzo alla popolazione. Comunque dal Presidente del consiglio in carica c’è da aspettarsi di tutto: i suoi critici non hanno il coraggio di dire che le "mission" di pace sono invece di guerra e lui li potrebbe fregarli tutti andandoci di persona, bonariamente e paternamente, per poi dire, lui, solo lui, "ritorniamocene a casa" a…prenderci i voti anche dei pacifisti!
Massimo Sainati
L’unico motivo per cui Berlusconi dovrebbe andare in Afghanistan sarebbe quello di restarci a tempo indeterminato. Altrimenti è più utile che vada direttamente a casa. Male al paese ne ha fatto a sufficienza, dal paese ha preso e continua a prendere tutto quello che voleva senza limiti e ritegno. No serve che prenda anche facile pubblicità da chi serve il proprio paese all’estero con così grandi sacrifici e pericoli.
lormar
Mi associo a tutti coloro che nei commenti hanno innanzitutto criticato la presenza del nostro Paese in un operazione che nulla ha a che fare con quanto in oggetto ,esprimendo meraviglia che vi associate atale asserto. Sentirlo dire come un mantra dal Presidente della Repubblica al ministro della Difesa ad altre cariche istituzionali non cambia l’assurdità della cosa. Circa il Presidente del consiglio penso che cinicamente si astenga da una visita in quanto trattasi di una operazione a scarso o negativo ritorno mediatico per il diffuso sentiment di inutilità della operazione Afghanistan. Circa i morti sul lavoro vorrei- senza sembrare cinico -invocare il pari rispetto dei morti sulle strade (almeno il triplo di quelli sul lavoro ) riducibili più facilmente che quelli sul lavoro e quelli di malasanità in senso lato , volutamente poco misurati e divulgati ,che stime prudenziali di esperti calcolano il doppio di quelli sul lavoro; ciò considerando non solo quelli eclatanti ma altri quali le infezioni ospedaliere mortali evitabili.
stefania
Vorrei precisare che il rilevare che un ventenne possa fare "carte false" per partecipare ad una missione all’estero o che i morti sul lavoro meriterebbero pari considerazione rispetto ai morti in "guerra", non significa mancare di rispetto ai soldati italiani. Personalmente provo tristezza di fronte all’ipocrisia di chi parla di eroe davanti alla bara di un soldato morto in missione ma, se lo stesso soldato, invece di morire per mano nemica, contrae una rara forma di cancro legata alle sostanze radioattive assorbite nei territori di guerra allora, come ci insegnano certe storie che ogni tanto si sentono e si leggono, al calvario della malattia si aggiunge anche quello per il riconoscimento della malattia professionale da parte dell’esercito che lo ha impiegato. La mia opinione è che l’esercito così come è oggi non ha senso. Molto meglio impiegare l’esercito italiano in Italia.
Ugo Pellegri
Berlusconi ricorda il vecchio detto “Armiamoci e partite”. I nostri militari fanno un eccellente lavoro in condizioni veramente difficili. E’ dovere di un Presidente del Consiglio, degno di questo nome, far sentire ai nostri “ragazzi”, con la propria presenza, la sua solidarietà e quella della maggioranza degli italiani che apprezzano il loro operato.
La redazione
Alberto VERNIZZI
Condivido quanto scritto per sollecitare una visita di Berlusconi alle truppe in Afghanistan purchè la stessa avvenga in via riservata senza fanfare e sguito di giornalisti (?) suoi dipendenti o famigli. Non deve essere la sua enensima manifestazione di "populismo" e di esibizione. Mi associo ad altri nell’auspicare che la permanenza dello stesso in Afghanistan duri il più possibile , magari per sempre.
Sergio Bondi
Penso si tratti solo di "strizza": basta osservare il plotone di guardie del corpo che lo accompagna sempre in Italia. In Afghanistan occorrerebbe una compagnia ?
Franco
Che il giorno 14 gennaio 2011 abbia pietà degli Italiani dell’Italia, prima cioè che l’ennesimo camuffamento partitico del berlusconismo, cioè il movimento di potere rigeneratosi unitariamente per aggregazione dei reduci dell’operazione mani-pulite dell’era craxiana, tolga loro oltre alla identità della giurisdizione anche quella dell’appartenenza politica al nome della loro centocinquantennale festeggiata patria. Se i giudici diranno che il forzista e poi predellinista presidente del consiglio non è più processabile perchè costantemente impegnato nella sua propensione di andare in Afghanistan finchè quel paese non rientri nella democrazia di Arcore, allora lui calerà il suo poker d’assi e lui e l’Italia saranno una cosa sola, un solo nome, un partito unico,la sua sola patria Gli altri, quelli che si erano fermati a "resistere, resistere, resistere" avranno qualche giorno di tempo per confermare che anche loro sono Italiani altrimenti saranno liberi di chiamare la patria la caverna dei quaranta ladroni e, in tal modo, firmare l’autocondanna alla fucilazione immediata in terra afghana senza esequie di stato.
Alvaro Tortora
Io biasimo i due scrittori di questo mal pensato intervento che avendo ricevuto entrambi il Ph.D. (Dottore di Filosofia) negli USA, mi sembrano altro che filosofi. Non sono riusciti a concepire che "il piccolo fantoccio italiano" sia riuscito nel suo non fare a fare una cosa ben fatta, aggiungo, inconsapevolmente. Siccome, egregi Dottori, non siete in conoscenza neanche della Storia, voglio ricordarvi del fatto che la NATO non ha nessun "business" (affare) sul territorio Afghano. La NATO fu creata per ragioni essenzialmente difensive. Gli Stati Uniti con il braccio destro britannico l’hanno trasformata in un arma offensiva. I cosi’ detti "soldati eroi" sono volontari, non coscritti, e sono parte di una delle tante falangi a disposizione dell’ "Impero Americano" sotto il controllo e per l’esclusivo beneficio delle varie compagnie "multinational". Leggetevi un po’ del Chomsky. Inoltre, io non sono un comunista! Io sono cio’ che voi cercate di passare, un centrista non affiliato!