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ANNO CHE VIENE, INCENTIVO CHE PORTA

Sull’università uno dei pilastri dell’azione di governo è la distribuzione meritocratica delle risorse. Ma se si guarda all’assegnazione del Fondo di finanziamento ordinario per il 2010 sorge il sospetto che si sia voluto correggere la distribuzione del 2009, ritenuta troppo sbilanciata a favore delle sedi settentrionali. Eppure, per incoraggiare gli atenei a intraprendere cammini virtuosi secondo direttive ministeriali, servono criteri annunciati in anticipo e stabili per un certo numero di anni. Oggi invece il meccanismo di incentivazione assomiglia a una lotteria.

Due sono i pilastri su cui si è basata l’azione del governo in materia di finanziamento delle università nella XVI legislatura: la riduzione del finanziamento pubblico e la sua distribuzione meritocratica agli atenei. Mentre il primo tema ha catalizzato l’interesse dei commentatori, meno attenzione è stata data ai meccanismi utilizzati per la ripartizione dei fondi statali agli atenei (vedi gli articoli –articolo 1, articolo 2– precedentemente pubblicati relativamente alla ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario-FFO 2009). Vediamo ora cosa è accaduto nella ripartizione del fondo di finanziamento ordinario 2010.

LA RIPARTIZIONE DEL 2010

Esattamente dieci giorni prima del termine dell’esercizio 2010, il ministro Gelmini ha firmato il decreto ministeriale per la ripartizione del Ffo agli atenei per quello stesso anno. Il documento  (disponibile all’indirizzo web http://attiministeriali.miur.it/anno-2010/dicembre/dm-21122010.aspx), oltre a sancire la diminuzione del Fondo di finanziamento ordinario, ha indicato i criteri utilizzati per allocare le risorse pubbliche alle università statali. (1) Nel 2010 i fondi governativi sono stati ripartiti tra gli atenei per l’80 per cento sulla base di quanto ricevuto l’anno precedente (spesa storica), per il 10,3 per cento sulla base di indicatori di performance (quota premiale) e per la rimanente parte sulla base di misure specifiche.

I 720 milioni di euro della quota premiale sono assegnati agli atenei pubblici per un terzo (pari a 244,80 milioni) sulla base di due indicatori inerenti la didattica e per i restanti due terzi (pari a 475,20 milioni) sulla base di quattro indicatori relativi alla ricerca. La descrizione dettagliata degli indicatori utilizzati è riportata in tabella 1. Ventisette atenei hanno tratto vantaggio dalla nuova ripartizione, ottenendo risorse maggiori rispetto a quella teoriche (ovvero che avrebbero ricevuto in base alla spesa storica), mentre altrettante università hanno avuto un saldo negativo. (2) Gli incrementi maggiori sono stati ottenuti da atenei di piccole dimensioni collocati nel Nord Italia: Politecnico di Torino (+59 per cento), Università Ca’ Foscari di Venezia (+37 per cento) e Università degli Studi di Trento (+33 per cento). Tra le contrazioni più marcate, l’Università degli Studi di Messina (-41per cento) e l’Università degli Studi di Sassari (-20,9 per cento).

Tabella 1 – Indicatori per la ripartizione della quota premiale 2010

Indicatori quota premiale riferiti alla didattica (34 per cento) Peso 
Studenti iscritti regolari nell’aa 2008/09 che abbiano conseguito almeno 5 crediti nel 2009, distinti per gruppo A, B, C, D e ponderati con uno specifico peso (4 per il gruppo A, 3 per il gruppo B, 2 per il gruppo C e 1 per il gruppo D). A tale indicatore sono applicati due correttivi: a) di sostenibilità dell’offerta formativa (Rapporto tra il numero di docenti di ruolo che appartengono a settori scientifico-disciplinari (Ssd) di base e caratterizzanti e il numero teorico di corsi attivati); b) di contesto territoriale (compensazione della minor capacità contributiva delle regioni, calcolata sulla base della distribuzione dei redditi netti familiari dell’indagine "Redditi e condizioni di vita" dell’Istat). 0,5
Rapporto tra Cfu effettivamente acquisiti nel 2009 e Cfu previsti per gli studenti iscritti nell’aa 2008/09, distinti per gruppi di corso. Per il calcolo dell’indicatore si rapporta il valore specifico con quello mediano del gruppo di riferimento. 0,5
Indicatori quota premiale riferiti alla ricerca (66 per cento) Peso 
Percentuale di docenti e ricercatori presenti in progetti Prin 2005-2008 valutati positivamente, “pesati” per il fattore di successo dell’area scientifica 0,35
Coefficiente di ripartizione delle risorse destinate alle Aree-Vtr 2001-03 – Civr 0,30
Media ponderata dei tassi di partecipazione ai progetti Firb del programma "Futuro e Ricerca" pesati con i relativi tassi di successo, calcolati sulle due distinte linee di finanziamento e normalizzati rispetto ai valori di sistema. 0,15
Media delle percentuali di:
1) finanziamento e di successo acquisiti dagli atenei nell’ambito dei progetti del VII PQ – Unione Europea – Cordis;
2) finanziamento dall’Unione Europea;
3) finanziamento da altre istituzioni pubbliche estere.
0,20

 

LE RISORSE ATENEO PER ATENEO

In tabella 2 abbiamo ricostruito il meccanismo di assegnazione per ciascun singolo ateneo. Rispetto a una dotazione teorica in cui la quota incentivante incide nella media in misura di poco superiore al 10 per cento, gli atenei valutati come migliori hanno visto questa quota espandersi fino a una volta e mezzo, e quelli valutati come peggiori hanno parallelamente visto la stessa quota contrarsi in misura analoga (colonne a e b). Tuttavia si nota facilmente come ben 42 atenei su 56 stiano in un intervallo compreso tra±1 per cento rispetto al valore medio. La sostanziale omogeneità è comunque il risultato di una maggior variabilità delle singole componenti relative alla didattica (colonna c) e alla ricerca (colonna d): emblematico il caso di Bergamo che registra una variazione in aumento complessiva del 9,5 per cento, esito di un +79,5 per cento per la didattica e di -26,5 per cento per la ricerca.
Per il secondo anno di seguito è quindi evidente che a un meccanismo potenzialmente in grado di creare differenziazione nel finanziamento, si sovrappone la preoccupazione ministeriale di non creare effetti devastanti sui magri bilanci degli atenei, in molti casi ormai vicini alla fatidica quota del 90 per cento della spesa per il personale. Infatti, il decreto ministeriale contiene una duplice misura compensativa, che non consente ad alcun ateneo né di avere variazioni in aumento rispetto al Ffo 2009, né contrazioni superiori al 5,5 per cento. Per effetto di queste misure, a valle della ripartizione della quota premiale, l’Università di Messina ha ricevuto una compensazione in aumento di 6.449.706 euro (il 3,9 per cento della sua assegnazione) e il Politecnico di Torino è stato privato di 3.344.551 euro (il 2,8 per cento della sua assegnazione).

Tabella 2 – Quota premiale Ffo 2010: la performance degli atenei

ATENEI a b c d
% incentivi sul totale assegnazioneFfo all’ateneo Variazione rispetto a quota teorica Variazione % rispetto a quota teorica didattica Variazione % rispettoa quota teorica ricerca
Politecnico di TORINO 16,6% 59,1% 19,6% 79,5%
Università "Ca’ Foscari" di VENEZIA 14,2% 36,9% 41,7% 34,5%
Università degli Studi di TRENTO 13,9% 32,8% -4,0% 51,7%
Università degli Studi di PAVIA 12,7% 20,5% -7,0% 34,7%
Università degli Studi di FERRARA 12,6% 19,7% -5,1% 32,5%
Università degli Studi di MILANO-BICOCCA 12,3% 15,9% 12,7% 17,6%
Università degli Studi di MILANO 12,2% 15,1% 2,3% 21,7%
Università degli Studi di PADOVA 12,0% 12,7% 21,9% 7,9%
Politecnico di MILANO 12,0% 12,5% 37,9% -0,7%
Università degli Studi di UDINE 11,8% 11,8% 2,3% 16,7%
Università degli Studi di BOLOGNA 11,8% 10,4% 14,9% 8,1%
Università degli Studi di ROMA "Tor Vergata" 11,6% 9,7% -20,3% 25,1%
Università degli Studi di SIENA 11,7% 9,5% -22,2% 25,9%
Università degli Studi di BERGAMO 11,7% 9,5% 79,5% -26,5%
Università degli Studi di PARMA 11,6% 8,3% -4,5% 14,9%
Università degli Studi di MODENA e REGGIO EMILIA 11,4% 7,1% 5,9% 7,8%
Università degli Studi di FIRENZE 11,3% 5,7% -10,3% 14,0%
Università degli Studi di NAPOLI "L’Orientale" 11,2% 4,9% 9,1% 2,8%
Università degli Studi INSUBRIA Varese-Como 11,1% 3,6% 6,9% 1,9%
Università degli Studi di PISA 11,1% 3,4% -16,7% 13,8%
Università degli Studi "Mediterranea" di REGGIO CALABRIA 11,1% 3,3% -1,1% 5,6%
Università degli Studi di GENOVA 11,0% 2,7% -19,1% 14,0%
Università degli Studi della TUSCIA 11,0% 2,5% -11,6% 9,8%
Università degli Studi di TORINO 11,0% 2,1% 5,2% 0,6%
Università degli Studi di BRESCIA 11,0% 2,1% 3,9% 1,2%
Università degli Studi di VERONA 10,8% 0,5% 1,6% -0,1%
Università degli Studi di TRIESTE 10,8% 0,3% -21,9% 11,7%
Università della CALABRIA 10,8% 0,0% 23,4% -12,1%
Università degli Studi del PIEMONTE ORIENTALE "Amedeo Avogadro"-Vercelli 10,8% -0,1% 3,5% -2,0%
Università Politecnica delle MARCHE 10,8% -0,6% 18,5% -10,4%
Politecnico di BARI 10,3% -5,0% 11,0% -13,3%
Università degli Studi del MOLISE 10,2% -5,6% -13,0% -1,9%
Università degli Studi del SANNIO di BENEVENTO 10,2% -6,4% -10,8% -4,1%
Università degli Studi "G. d’Annunzio" CHIETI-PESCARA 10,1% -6,4% 26,5% -23,4%
Università degli Studi di CATANIA 10,0% -8,1% 11,8% -18,3%
Università degli Studi della BASILICATA 9,9% -8,7% -36,2% 5,5%
Università degli Studi di CASSINO 9,9% -8,7% -9,4% -8,3%
Università degli Studi di SALERNO 9,9% -9,1% 3,3% -15,5%
Università degli Studi di ROMA "La Sapienza" 9,8% -9,2% -3,2% -12,3%
Università degli Studi di NAPOLI "Federico II" 9,8% -9,5% -6,9% -10,8%
Università IUAV di VENEZIA 9,7% -10,2% 35,3% -33,6%
Università degli Studi di FOGGIA 9,7% -11,1% -14,6% -9,3%
Università degli Studi del SALENTO 9,7% -11,2% 1,3% -17,7%
Università degli Studi di TERAMO 9,7% -11,3% -17,0% -8,3%
Università degli Studi di PERUGIA 9,5% -12,6% -11,2% -13,3%
Università degli Studi di NAPOLI "Parthenope" 9,3% -14,5% 40,9% -43,1%
Università degli Studi "Magna Graecia" di CATANZARO 9,3% -14,9% 22,6% -34,2%
Università degli Studi ROMA TRE 9,2% -16,1% -2,0% -23,3%
Seconda Università degli Studi di NAPOLI 9,0% -17,2% -0,5% -25,8%
Università degli Studi di CAGLIARI 9,0% -17,4% -28,3% -11,9%
Università degli Studi di PALERMO 8,8% -18,8% -6,5% -25,1%
Università degli Studi di BARI 8,9% -19,0% -6,7% -25,4%
Università degli Studi di SASSARI 8,7% -20,9% -36,0% -13,1%
Università degli Studi di MESSINA 6,3% -41,8% -38,3% -43,6%
Deviazione standard   0,16 0,22 0,23

 

COSA CAMBIA DAL 2009

Sulla base di questo quadro, è possibile valutare le differenze con la riparazione del Ffo 2009 (vedi tabella 3). Pur collocandosi in sostanziale continuità con l’esercizio precedente, l’allocazione 2010 presenta tre elementi di discontinuità. Anzitutto cresce la quota premiale, che è aumenta dal 7,2 per cento al 10,29 per cento (e si contrae in modo più che proporzionale la quota ripartita su base storica, che è scesa dall’87 all’80 per cento). In secondo luogo, mutano parzialmente gli indicatori utilizzati: per quanto riguarda la didattica, al posto dei cinque presenti nel 2009, ne vengono utilizzati due nuovi, di cui il primo penalizza la presenza di studenti cosiddetti “silenti” (che cioè non sostengono alcun esame), mentre il secondo accorpa due criteri preesistenti relativi alla velocità di carriera; escono invece dalla valutazione degli atenei criteri relativi alla presenza di valutazione da parte degli studenti e relativi alla occupabilità dei laureati. Per quanto riguarda la componente della ricerca, si riduce il peso degli indicatori relativi della valutazione Civr 2001-3 e alla attrattività di finanziamenti europei, mentre si attribuisce più peso alle domande di finanziamento interno rivolti a fondi ministeriali (Prin e Firb). Infine, rispetto al 2009 mutano le misure compensative: la soglia di garanzia inferiore passa dal 3 al 5,5 per cento e viene introdotta una soglia in aumento non prevista nel 2009.

Tabella 3 – Indicatori per la ripartizione della quota premiale 2009

Indicatori quota premiale riferiti alla didattica (34 per cento) Peso 
Rapporto tra il numero di docenti di ruolo che appartengono a settori scientifico-disciplinari (Ssd) di base e caratterizzanti e il numero teorico di corsi nell’aa 2008/09 (corsi di laurea e corsi di laurea magistrale a ciclo unico). Per il calcolo dell’indicatore si rapporta il valore specifico con quello mediano. 0,2
Rapporto tra il numero di studenti iscritti, nell’aa 2008/09, al secondo anno avendo acquisito almeno i 2/3 dei Cfu previsti e il numero di immatricolati, del medesimo corso, nell’aa 2007/08. Per il calcolo dell’indicatore si rapporta il valore specifico con quello mediano. 0,2
Rapporto tra Cfu effettivamente acquisiti e Cfu previsti per gli studenti iscritti nell’aa 2007/08. Per il calcolo dell’indicatore si rapporta il valore specifico con quello mediano. 0,2
Rapporto tra il numero di insegnamenti per i quali è stato richiesto il parere degli studenti ed il numero totale di insegnamenti attivi nell’aa 2007/08. Per il calcolo dell’indicatore si rapporta il valore specifico con quello mediano. 0,2
Percentuale di laureati 2004 occupati a tre anni dal conseguimento del titolo. Per il calcolo dell’indicatore si rapporta il valore specifico con quello medio per ripartizione territoriale (nord-ovest, nord-est, centro, sud, isole) – Istat. 0,2
Indicatori quota premiale riferiti alla ricerca (66 per cento) Peso 
Coefficiente di ripartizione delle risorse destinate alle Aree-Vtr 2001-03 – Civr 0,49
Coefficiente di ripartizione delle risorse destinate alle attività di valorizzazione applicativa Vtr 2001-03 – Civr 0,01
Percentuale di docenti e ricercatori presenti in progetti Prin 2005-2007 valutati positivamente, "pesati" per il fattore di successo dell’area scientifica 0,15
Percentuale di finanziamento e di successo acquisiti nell’ambito dei progetti del VI PQ – Unione Europea – Cordis 0,35

 

Il cambiamento degli indicatori non permette di effettuare un esercizio controfattuale che risponda alla domanda “quanto avrebbe ottenuto l’ateneo X nel 2010 se fosse stato valutato con lo schema di ripartizione del 2009 (riportato in tabella 4)?”. Tuttavia si possono fare alcune considerazioni di carattere generale. Innanzitutto, osservando la dispersione delle variazioni tra atenei, si nota che il riparto della quota premiale nel 2009 risulta caratterizzato da una maggiore varianza degli indicatori (0,29 nel 2009 rispetto a 0,16 nel 2010 – vedi ultima riga delle tabelle 2 e 4) specie per quanto attiene la ricerca (0,41 nel 2009 rispetto a 0,23 nel 2010).

Tabella 4– Quota premiale Ffo 2009: la performance degli atenei

ATENEI a b c d
2009 % incentivi sul totale assegnazione FFO all’ateneo 2009 Variazione rispetto a quota teorica 2009 variazione %rispetto a quota teorica didattica 2009 variazione %rispetto a quota teorica ricerca
Università degli Studi di TRENTO 15,6% 131,8% 42,9% 177,3%
Politecnico di TORINO 10,8% 52,3% 13,6% 72,2%
Politecnico di MILANO 10,6% 48,1% 33,8% 55,4%
Università degli Studi di GENOVA 9,8% 34,7% -12,2% 58,7%
Università degli Studi di SIENA 9,4% 30,2% -20,2% 56,0%
Università degli Studi di MILANO 9,0% 22,1% 9,0% 28,8%
Università degli Studi di MILANO-BICOCCA 8,8% 20,7% 26,7% 17,6%
Università degli Studi di FIRENZE 8,8% 18,7% -8,7% 32,8%
Università degli Studi di PISA 8,7% 18,7% -17,5% 37,2%
Università degli Studi di TRIESTE 8,8% 18,6% -10,8% 33,7%
Università "Ca’ Foscari" di VENEZIA 8,5% 15,7% 53,6% -3,8%
Università degli Studi di PADOVA 8,5% 15,4% 10,1% 18,2%
Università degli Studi della TUSCIA 8,5% 15,2% 22,1% 11,7%
Università degli Studi di TORINO 8,4% 14,7% 27,7% 8,1%
Università degli Studi di UDINE 8,4% 14,2% 13,1% 14,8%
Università degli Studi di BOLOGNA 8,3% 12,6% 14,8% 11,5%
Università degli Studi di FERRARA 8,2% 11,1% -5,3% 19,4%
Università degli Studi di ROMA "Tor Vergata" 8,0% 9,4% -12,5% 20,6%
Università degli Studi di PAVIA 8,1% 9,1% -15,0% 21,4%
Università Politecnica delle MARCHE 7,7% 4,5% 12,4% 0,5%
Università degli Studi di MODENA e REGGIO EMILIA 7,6% 2,6% 8,4% -0,3%
Università degli Studi del PIEMONTE ORIENTALE "Amedeo Avogadro"-Vercelli 7,6% 2,3% 5,7% 0,6%
Università degli Studi di BERGAMO 7,4% 1,2% 102,2% -50,5%
Università degli Studi di VERONA 7,4% -0,6% 26,2% -14,4%
Università degli Studi del SANNIO di BENEVENTO 7,2% -2,7% 22,1% -15,3%
Università degli Studi di PERUGIA 7,3% -3,5% -3,6% -3,5%
Università degli Studi INSUBRIA Varese-Como 7,1% -3,9% 12,7% -12,4%
Università della CALABRIA 7,0% -5,8% 38,7% -28,5%
Università degli Studi di PARMA 7,1% -6,0% -9,6% -4,2%
Politecnico di BARI 7,0% -6,6% 4,0% -12,1%
Università degli Studi di BRESCIA 6,8% -10,1% 2,2% -16,4%
Università degli Studi "G. d’Annunzio" CHIETI-PESCARA 6,6% -10,6% 41,4% -37,3%
Università degli Studi del SALENTO 6,6% -12,8% 3,7% -21,3%
Università degli Studi ROMA TRE 6,5% -13,6% 15,9% -28,7%
Università IUAV di VENEZIA 6,4% -14,8% 36,0% -40,8%
Università degli Studi di NAPOLI "Federico II" 6,4% -14,8% -7,4% -18,6%
Università degli Studi di SALERNO 6,4% -16,0% 12,9% -30,8%
Università degli Studi di ROMA "La Sapienza" 6,1% -19,1% -30,6% -13,2%
Università degli Studi di CATANIA 6,1% -20,3% 11,1% -36,4%
Università degli Studi "Mediterranea" di REGGIO CALABRIA 6,0% -20,7% -1,1% -30,7%
Università degli Studi di NAPOLI "L’Orientale" 6,0% -21,0% 8,5% -36,1%
Università degli Studi di BARI 5,9% -22,9% -12,8% -28,1%
Università degli Studi di CAGLIARI 5,9% -23,4% -14,1% -28,2%
Università degli Studi del MOLISE 5,7% -24,8% 5,9% -40,6%
Università degli Studi di CASSINO 5,7% -25,6% 15,4% -46,6%
Università degli Studi della BASILICATA 5,6% -26,6% -41,1% -19,1%
Università degli Studi di TERAMO 5,5% -28,4% 12,7% -49,5%
Università degli Studi "Magna Graecia" di CATANZARO 5,3% -29,7% -3,8% -42,9%
Università degli Studi di SASSARI 5,2% -32,1% -37,4% -29,4%
Seconda Università degli Studi di NAPOLI 5,0% -34,4% -13,4% -45,1%
Università degli Studi di NAPOLI "Parthenope" 4,8% -35,8% 30,4% -69,7%
Università degli Studi di PALERMO 4,8% -37,4% -25,5% -43,4%
Università degli Studi di FOGGIA 4,5% -42,2% -8,2% -59,6%
Università degli Studi di MESSINA 3,9% -49,7% -44,1% -52,7%
Deviazione standard   0,29 0,25 0,41

Un dato preoccupante tuttavia emerge dal confronto tra le ripartizioni finali cui danno origine i due sistemi adottati nel 2009 e nel 2010. In tabella 5 abbiamo riportato il confronto tra le quote conseguite nei due anni della quota incentivante da ciascun ateneo, ordinandoli da chi ha ottenuto di più a chi ha ottenuto di meno. Basta scorrere la lista per accorgersi della eccessiva variabilità degli esiti: i primi posti sono conseguiti da università che nella classifica degli indicatori non spiccano certo per le loro performance brillanti. Sorge allora il sospetto che il ministero abbia voluto correggere una distribuzione dell’anno precedente, ritenuta a torto o a ragione troppo sbilanciata a favore delle università settentrionali, che infatti finiscono in fondo alla classifica della ripartizione.
Non intendiamo mettere in discussione le finalità ministeriali, ma vogliamo ricordare che gli obiettivi dei sistemi incentivanti sono ben altri. Se si vogliono incoraggiare le università a intraprendere cammini virtuosi secondo direttive ministeriali, bisogna annunciare in anticipo i criteri, che devono restare stabili per almeno un certo numero di anni, in modo tale che gli atenei li recepiscano e correggano (se lo desiderano) i loro comportamenti per ottenere le risorse sperate. Allo stato attuale il meccanismo di incentivazione ministeriale assomiglia piuttosto a una lotteria cui annualmente gli atenei sono costretti a sottoporsi: a seconda degli indicatori che il ministro vorrà adottare, potrà andare bene o male. L’importante è che ci siano i correttivi in modo tale da non infliggere ulteriori danni…

Tabella 5 – Confronto tra distribuzione delle quote premiali Ffo 2009 e 2010

  quota 2009 quota 2010 variazione quota
Università degli Studi di FOGGIA 0.32% 0.48% 50.1%
Università degli Studi di NAPOLI "Parthenope" 0.33% 0.45% 34.4%
Università degli Studi "Mediterranea" di REGGIO CALABRIA 0.35% 0.45% 29.7%
Università degli Studi di NAPOLI "L’Orientale" 0.40% 0.51% 26.2%
Università degli Studi di PALERMO 2.23% 2.79% 25.0%
Università degli Studi del MOLISE 0.33% 0.41% 24.5%
Università degli Studi della BASILICATA 0.37% 0.46% 22.6%
Seconda Università degli Studi di NAPOLI 1.30% 1.58% 22.1%
Università degli Studi di TERAMO 0.28% 0.35% 21.3%
Università degli Studi di CASSINO 0.37% 0.45% 21.0%
Università "Ca’ Foscari" di VENEZIA 1.16% 1.39% 20.1%
Università degli Studi "Magna Graecia" di CATANZARO 0.35% 0.42% 18.4%
Università degli Studi di BRESCIA 0.88% 1.00% 13.7%
Università degli Studi di SASSARI 0.81% 0.91% 13.4%
Università degli Studi di PARMA 1.80% 2.04% 13.3%
Università degli Studi di CATANIA 2.31% 2.60% 12.5%
Università degli Studi di BERGAMO 0.52% 0.58% 11.9%
Università degli Studi di MESSINA 1.32% 1.47% 11.6%
Università degli Studi INSUBRIA Varese-Como 0.54% 0.60% 11.4%
Politecnico di TORINO 2.47% 2.74% 10.9%
Università degli Studi di PAVIA 2.02% 2.24% 10.8%
Università degli Studi di FERRARA 1.24% 1.36% 9.6%
Università degli Studi di ROMA "La Sapienza" 6.72% 7.35% 9.4%
Università della CALABRIA 1.38% 1.48% 7.3%
Università degli Studi "G. d’Annunzio" CHIETI-PESCARA 1.09% 1.16% 6.8%
Università degli Studi di SALERNO 1.43% 1.53% 6.5%
Università degli Studi di MODENA e REGGIO EMILIA 1.38% 1.47% 6.1%
Università degli Studi di CAGLIARI 1.53% 1.60% 4.8%
Università degli Studi di NAPOLI "Federico II" 4.74% 4.91% 3.5%
Università degli Studi di ROMA "Tor Vergata" 2.33% 2.41% 3.4%
Università degli Studi di BARI 2.38% 2.46% 3.3%
Università IUAV di VENEZIA 0.40% 0.41% 2.8%
Politecnico di BARI 0.58% 0.60% 2.4%
Università degli Studi di VERONA 1.35% 1.37% 1.6%
Università degli Studi del SALENTO 1.12% 1.13% 0.8%
Università degli Studi di BOLOGNA 6.42% 6.37% -0.7%
Università degli Studi di MILANO-BICOCCA 1.91% 1.90% -0.8%
Università degli Studi di PADOVA 4.84% 4.79% -0.9%
Università degli Studi di UDINE 1.25% 1.23% -1.0%
Università degli Studi del PIEMONTE ORIENTALE "Amedeo Avogadro"-Vercelli 0.67% 0.66% -1.3%
Università degli Studi ROMA TRE 1.56% 1.52% -2.4%
Università degli Studi del SANNIO di BENEVENTO 0.29% 0.28% -2.6%
Università Politecnica delle MARCHE 1.11% 1.08% -3.2%
Università degli Studi di MILANO 4.88% 4.69% -4.0%
Università degli Studi di TORINO 4.26% 3.85% -9.5%
Università degli Studi della TUSCIA 0.64% 0.58% -10.0%
Università degli Studi di FIRENZE 4.35% 3.90% -10.4%
Università degli Studi di PERUGIA 2.14% 1.91% -10.7%
Università degli Studi di PISA 3.63% 3.20% -12.1%
Università degli Studi di SIENA 2.16% 1.87% -13.2%
Università degli Studi di TRIESTE 1.81% 1.53% -15.5%
Politecnico di MILANO 4.25% 3.36% -20.9%
Università degli Studi di GENOVA 3.72% 2.87% -22.9%
Università degli Studi di TRENTO 1.95% 1.25% -36.0%

 

(1) La prima assegnazione è passata dai 7.274.383.089 euro del 2009 ai 6.999.813.087 euro con una riduzione annua del 3,77 per cento.
(2) Non tutte le università hanno partecipato alla ripartizione della quota premiale: ne sono stati esclusi cinque atenei, due università per stranieri e sei istituzioni a ordinamento speciale.

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LA PAROLA FINE SULLA RIFORMA BRUNETTA

  1. Enrico Lippo

    Lotteria è il termine esatto per definire la valutazione del Ministro Gelmini: non si tratta di merito, si tratta di una certificazione ex post di criteri aleatori. Si noti, come sottolineato nell’articolo, che scompaiono gli indicatori che tengono conto delle opinioni degli studenti e del placement. Secondo me, non ha senso parlare di merito in un quadro di risorse scarse. Analizzando i dati, infatti, la preoccupazione di distruggere l’università pubblica (quota di variazione e compensazione) sorpassa gli spot del Ministro. Complimenti e buon lavoro!

  2. Paolo Fasce

    Non sono sicuro che mantenere fissi i criteri di valutazione del merito sia un servizio alla rilevazione del merito. Mi pare, al contrario che, se fossero stabilizzati, lo scopo delle organizzazioni sarebbe quello di soddisfarli pienamente, secondo il meccanismo noto agli ingegneri che si occupano di reti neurali dell’overfitting. Cambiare ogni anno, invece, incentiva l’organizzazione a lavorare per il meglio, a prescindere, posto che questo meglio sarà captato dagli opportuni rilevatori. Sbaglio?

  3. stefano

    Secondo me una quota dei finanziamenti dovrebbe essere legata alla capacità effettiva di formare delle persone che hanno un valore nel mondo "reale". Ad esempio un indicatore potrebbe essere la quota di studenti che ad un anno dalla laurea sono impiegati stabilmente. A questo punto la valutazione verrebbe fatta dagli utilizzatori finali, cioé, in larga parte, le imprese.

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