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Se l’Istat (si) rifà il trucco

L’avevamo già segnalato,  con poco successo. Anzi.
Con il nuovo restyling del sito, bello visivamente, ma dove è difficile trovare i dati che servono, l’Istituto nazionale di statistica ha riproposto un grafico fuorviante.
Il nuovo sito dell’’Istat è ricco di belle foto che contribuiscono a far sembrare meno aride le cifre. Ma quanto è difficile trovare i dati che ti servono, se sei un ricercatore! E poi rimane un grafico, a nostro giudizio, fuorviante.
Sulla home page campeggia, permanentemente, una linea che  mostra l’andamento del Prodotto Interno Lordo, a valori concatenati (cioè depurati dall’’inflazione) e destagionalizzati (per l’’effetto di calendario). Bene: il Pil è il riassunto sintetico di come va l’’economia. Ma la scelta di rappresentare la crescita del Pil, anziché il suo livello, non è neutrale.
Graficamente oggi il Pil esce così:

Sembra rassicurarci sul fatto che le cose sono tornate quelle di prima della crisi. Se invece di guardare la crescita si guardasse il livello del Pil, il quadro sarebbe il seguente:

Pil trimestrale a valori concatenati  e destagionalizzati. Valori espressi in milioni di euro

Notate qualche differenza?

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SE L’ISTAT (SI) RIFÀ ILTRUCCO: INTERVIENE IL PRESIDENTE DELL’ISTITUTO DI STATISTICA

18 commenti

  1. CLAUDIA TEMPESTINI

    Grazie! Credevo di essere un’infelice incapace, ma se è difficile trovare dati per un ricercatore, figuratevi per una anziana signora che sta cercando di capire che succede in Italia e perché. Sono una affezionata di La Voce, tornerò a dare un contributo economico appena posso. Grazie ancora per il buon lavoro. Vi prego, continuate a cercare di essere comprensibili anche ai non addeti ai lavori.

  2. francessca

    Le novità sono sempre difficili da incamerare, tuttavia mi sembra ingiusto non segnalare lo sforzo fatto nell’ultimo anno di pubblicare i dati in un datawarehouse che omogeneizza la produzione dell’istituto e rende scaricabili moltissime informazioni (http://dati.istat.it/) saluti

  3. Giorgio Massarani

    Bisogna chiedere a gran voce che in prima pagina venga messo il grafico dei valori concatenati normalizzati (anno 2000 = 100) che compare nel bollettino trimestrale. Si vedrebbe così che l’ultimo valore del PIL è uguale a quello di pari trimestre del 2004: crescita zero per sette anni ! è questo che hanno in mente gli investitori che chiedono rendimenti più alti per i titoli del Tesoro italiano.

  4. Roberto A

    Non è per nulla fuorviante,il grafico dell’ISTAT è corretto, basta saperlo leggere. Perchè, lei pensa che ci sia qualcuno non esperto in materia, che va a vedere il sito ISTAT e questi dati? Non ci vanno manco i giornalisti, a giudicare dalle castronerie che scrivono ogni giorno sui dati ISTAT che escono.

  5. Mat

    Questo sull’ISTAT mi pare un intervento poco felice (tra i tanti felicissimi). Sul tema crescita o livello del PIL, mi pare che istituzioni nazionali, internazionali, commentino la crescita, non i livelli. Se vogliamo, nel titolo lo si potrebbe specificare meglio invece di metterlo in piccolo in nota. Secondo. Mi sono trovato casualmente a visitare il sito ISTAT dopo aver visitato quello OCSE. Confrontate queste due pagine web: http://dati.istat.it/ e http://stats.oecd.org/Index.aspx . Bene, l’avete fatto? Sono identiche. Sorpresa? Mica tanto visto che, come noto, l’attuale presidente ISTAT è stato direttore delle statistiche dell’OCSE (e anche collaboratore de lavoce.info). Quindi, anche se in Italia a copiare quello che fanno all’estero si fa quasi certamente meglio, questo non è neanche “copiare” ma rifare per la seconda volta una cosa che mi pare fatta bene. Come arrivare alla pagina dei dati? Piuttosto facile (a parte che si tratta di una ristrutturazione in corso): sulla prima pagina del sito ISTAT si va su STATISTICHE (primo link), poi su DATAWAREHOUSE (primo link) e il gioco è fatto. Anzi, il dato è tratto.

  6. Luigi

    A Cuba Fidel campeggiava da manifesti che riportavano lo slogan “Vamos bien”. Mi sembra che nell’Italia del partito dell’amore, quello che tanto osteggia il comunismo e poi va a raccomandarsi a Pechino per vendere i buoni del tesolo, lo stile sia lo stesso. “Vamos bien”…

  7. Nicola Massarelli

    Trovo interessante e meritoria l’analisi dell’articolo. In effetti, l’andamento delle variazioni tendenziali del PIL e quello del suo livello hanno un impatto visivo diverso e trasmettono messaggi differenti per un utente non esperto. Non concordo invece con il tono polemico dell’articolo, ed in particolare con l’idea che la scelta dell’Istat derivi da una deliberata volontà di fornire una visione edulcorata della situazione economica italiana. In tutto il mondo, l’indicatore principale sull’andamento dell’economia è il tasso di crescita del PIL. I livelli sono utilizzati soprattutto per confrontare tra loro i diversi paesi. Nel tono dell’articolo noto un malcostume (uno dei tanti, ahimé) molto in voga in Italia, ovvero quello di fare dietrologia. Questo è sintomo di un clima di costante sospetto reciproco, un segno di disgregazione sociale e di sfiducia verso le Istituzioni, non sempre giustificata (almeno non in questo caso, a mio avviso). Per ripartire, oltre al resto, l’Italia ha bisogno di coesione sociale e di fiducia reciproca. Per la stima che ho del sito lavoce.info, vi invito a non alimentare inutilmente il clima di sospetto. Cordiali saluti

  8. Sindacato Usi/RdB Ricerca

    Ad avviso di questo sindacato anche i grafici contenuti nell’area tematica Prezzi (http://www.istat.it/it/prezzi), a differenza di quelli della Home page, si appalesano distorsivi della realtà, non fosse altro per il fatto che nella didascalia è riportato che sono rappresentate le variazioni tendenziali mentre i valori riportati nel grafico risultano essere le variazioni medie annue.

  9. Luciano

    Beh credo proprio che questo errore non ci sia…. anzi sia più fuorviante il secondo dato che il primo. Infatti si parla sempre di stime di crescita e non di livelli. E’ evidente che un lettore che non sa leggere un grafico…. è meglio che non lo legga! Ad ognuno il suo lavoro….

  10. A.

    In un’epoca in cui fare -0.1 invece di +0.1 può contribuire a mandare a casa un (mal)governo, il grafico dei livelli non aiuterebbe proprio a cogliere queste differenze che risulterebbero impercettibili. La cosa migliore sarebbe mostrarli tutti e due: le variazioni per analizzare la congiuntura, i livelli per un’analisi di medio-lungo periodo.

  11. Guido F

    Interessante, ora perchè non c’insegnate a leggere i due grafici?

  12. Dirk Cheney

    Concordo e sottoscrivo la richiesta di Giorgio Massarini del 20-09. Se un dato non ha un riferimento di base, si potrebbe postare i migliori grafici in termini positivi come i peggiori in termini negativi. Salvo scoprire poi amare sorprese ….

  13. Bruno Sforna

    Buongiorno, vorrei sottolineare che la stessa cosa viene fatta dall’ Fmi come grafico di partenza nel database, se si vuole avere l’andamento del Pil nominale bisogna selezionarlo espressamente.

  14. Piero

    A proposito di punti di vista… questa dell’Istat è per compiacere il Signor Silvio.. Prodi per esempio mise il Tfr (che è un Debito dell’Inps vs i Dipendenti) tra le Entrate.. provate un pò ad immaginare i bilanci delle Banche se applicassero il mark to market.. ma alla lunga il tempo è galantuomo.. ed impone l’emersione delle dolorose realtà..

  15. Marcello Novelli

    Bravissimi! Questo e’ uno dei trucchi più usati dai presentatori di dati. L’altro e’ quello di dare la variazione giornaliera della borsa anziché dirci quanto ha perso da un certo punto di riferimento nel passato (inizio anno?). Grazie per il vostro aiuto.

  16. Michele Intorcia

    Ottimo articolo e ottimo punto. Le statistiche vengono usate e presentate per indurre alcune convinzioni nel pubblico. Lei Giovannini dice però che “Pil è il riassunto sintetico di come va l’economia”. Io direi che il PIL è il riassunto sintetico di un modo di intendere l’economia. Non sarebbe tempo che voi economisti oltre a criticare la statistica e la metodologia statistica, cominciate anche a demolire indici e indicatore che non servono piu’?

  17. Donato Speroni

    Da giornalista non posso che confermare. I comunicati stampa, nel vecchio sito, erano facilmente raggiungibili con due click. Adesso invece sono più nascosti e si ottiene l’elenco in Pdf, quindi non cliccabile. Secondo esempio. Ricercare un testo diffuso su un qualsiasi tema era più facile, perché le “Statistiche per argomento” erano ben ordinate e dettagliate. Adesso le si trova attraverso il link “Temi”, che però riporta gli argomenti alla rinfusa senza dettagliarli. Ulteriore osservazione. Quando ero responsabile della comunicazione dell’Istat, negli anni ’90, l’Istituto non poteva “forzare” la rappresentazione grafica. Era proibito, per esempio, diffondere grafici sui quali la linea delle ordinate non partiva da zero per drammatizzare le variazioni. Vedo invece che il nuovo sito fa ampio uso di grafici “drammatizzati”. Per esempio il grafico sulla popolazione italiana parte da 57 milioni nel 2002 , dando l’impressione di una pazzesca impennata per arrivare all’attuale livello oltre i 60 milioni. Forse un grafico con l’intera scala da zero a sessanta milioni, avrebbe dato una informazione più utile. Il testo integrale del commento è sul mio blog

  18. Danilo

    Mi pare che il trucco qui lo faccia lei: il grafico del PIL nominale ha l’asse y troncato per drammatizzare. Metta il grafico con lo zero sulle y e passa la paura.

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