Il progetto di fusione tra Unipol, Premafin e Fonsai, oggetto di un recente intervento sulla Voce.info, è stato da poco modificato su sollecitazione del presidente della Consob. Pur non lanciando l’Opa su Fonsai, Unipol non comprerà più a caro prezzo Premafin (il che avrebbe consentito alla famiglia Ligresti di incassare una sostanziosa buonuscita), ma si limiterà ad apportare a quest’ultima 300 milioni di mezzi freschi attraverso un aumento di capitale riservato, diventando il nuovo socio di controllo.
Il vecchio progetto presentava ben due aspetti scandalosi: premiava di fatto la famiglia Ligresti colpevole del dissesto con un premio di maggioranza pari a circa sette volte il valore di mercato e prevedeva l’Opa solo per Premafin (la controllante) ma non per le società assicurative controllate.
Non ci sono più vincitori, ma soltanto vinti: nessuno incassa il premio per il controllo e i fondi freschi finiscono tutti alla bisognosa Fondiaria Sai.
Tutto bene? Quasi. Innanzitutto, non dimentichiamo che anche questo nuovo piano è stato concepito insieme ai vecchi soci di controllo e ai loro creditori; è possibile dunque che nei dettagli dell’operazione ancora ignoti si nasconda un premio di consolazione, magari sostanzioso, per chi oggi sembra aver perso un giro. Del resto, la scelta di investire in Premafin anziché versare i soldi direttamente nelle malandate casse di Fonsai si spiega solo con la volontà di rendere un po’meno traballanti i debiti della prima verso alcune grandi banche. E in ogni caso, rende difficile parlare di salvataggio tout court della compagnia assicurativa, rendendo quanto meno incerta l’esenzione dall’Opa a cascata. Inoltre, la frettolosa operazione di cosmesi ha travolto anche gli azionisti di Premafin, che fino a ieri sembravano gli unici premiati dall’Opa e che lunedì hanno visto le quotazioni crollare del 30 per cento.
Infine, sorprende l’attivismo di una Consob che non si limita a fissare poche buone regole e a farle rispettare, ma consiglia, sussurra, persuade; magari preservando, come ai bei tempi andati delle Opa bancarie, l’italianità dei campioni nazionali. Tanto più che stavolta, complici la crisi finanziaria e le tensioni dell’Eurozona, nessun lanzichenecco aveva varcato larco alpino brandendo un’Opa ostile. Le autorità di vigilanza devono essere arbitri imparziali e limitarsi a fischiare, se del caso, il rigore: suggerire all’attaccante da che parte tirare non rientra precisamente nei loro compiti.
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È stato professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università di Modena (1972-1984) e successivamente all’Università di Bologna (1984-2001). È stato Visiting Professor presso l’University College of North Wales (1984) e la Brown University (1989). Ha fatto parte del Comitato Scientifico di Prometeia (Associazione per le ricerche econometriche, Bologna), della Consob, dell’Ente per gli studi monetari, bancari e creditizi "Luigi Einaudi" e delle riviste Banca Impresa e Società e Mercato Concorrenza Regole.
È stato Commissario Consob dall’ottobre 1993 all’ottobre 1998, periodo durante il quale ha partecipato a diverse commissioni, tra cui la commissione "Draghi" per la preparazione del Testo Unico della Finanza. È stato inoltre Consigliere del CNEL, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (in qualità di esperto nominato dal Presidente della Repubblica) ed editorialista de Il Sole 24 Ore.
Negli ultimi anni ha insegnato Diritto ed Economia dei Mercati Finanziari e Comparative Financial Systems presso l’Università Bocconi di Milano. Le sue principali aree di interesse scientifico hanno riguardato la struttura dei sistemi finanziari e i confronti internazionali – anche come coordinatore della ricerca dell’Ente Einaudi “Verso un sistema bancario europeo” – gli aspetti economici della regolamentazione dei mercati e degli intermediari finanziari, la corporate governance delle società quotate e la microeconomia dei mercati finanziari. È stato redattore de lavoce.info.
Professore associato presso il dipartimento di finanza dell’università Bocconi. Dal 2011 al 2016 ha partecipato allo Stakeholder Group dell’Autorità Bancaria Europea, del quale è stato vicepresidente. Ha pubblicato libri con John Wiley & Sons e con Riskbooks, oltre ad articoli sulle principali riviste di banking internazionali. È stato membro del Consiglio di sorveglianza di Ubi Banca. È consulente del Parlamento Europeo sulla vigilanza bancaria.
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