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L’ANDAMENTO DELLO SPREAD ITALIA-SPAGNA

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In questi mesi abbiamo sempre guardato all’evoluzione dello spread fra Btp e Bonos perché rimuove gli effetti degli interventi della Bce a sostegno di Italia e Spagna e altri shock comuni ai due paesi, come l’evoluzione della crisi greca. Come si evince dal grafico, il differenziale tra i due spread era arrivato a fine dicembre fino a 200 punti base, segnando un netto peggioramento delle percezioni del rischio Italia rispetto alle valutazioni sulla Spagna. La svolta nelle percezioni sembra essere intervenuta non tanto con il varo della manovra “salva Italia”, che ha avuto poco effetto sullo spread, quanto con il decreto liberalizzazioni. Questo sembra indicare che i mercati si preoccpano soprattutto del potenziale di crescita della nostra economia. Per azzerare la Papi’s tax il governo dovrà continuare a varare misure a favore della crescita, a partire dalla riforma del mercato del lavoro. Come in bicicletta, l’esecutivo non può fermarsi. Per fortuna sappiamo che Monti è un bravo ciclista.

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LA RISPOSTA AI COMMENTI

15 commenti

  1. Dante Petruccioli

    Nel periodo successivo al decreto salva-italia, lo spread è salito e poi è sceso con l’avvicinarsi del secondo decreto cresci-italia. Quindi, si potrebbe anche dire che lo spread è sceso già prima dell decreto cresci-italia, perchè c’erano aspettative e voci piuttosto diffuse su questo secondo decreto. Trovo poco convincente dire che il primo decreto non abbia avuto consequenze sullo spread, perchè non sappiamo quale sarebbe stato lo spread in assenza del secondo decreto.

  2. Stefano Scarabelli

    Si omettono tre elementi fondamentali:
    1) l’effetto dell’asta triennale BCE, i cui effetti hanno iniziato a dispiergarsi dall’inizio dell’anno, presumibilmente per ragioni contabili (chiusura libri al 31 dicembre che ha dissuaso le banche dall’aprire immediatamente posizioni lunghe sui BTP);
    2) sostituzione del benchmark spagnolo;
    3) revisione peggiorativa del rapporto deficit/pil atteso per l’anno appena trascorso in Spagna (dal 6% all’8%). Gli effetti del Cresci-Italia sulla crescita sono bassi ed aleatori (anche perchè per il momento si tratta di un decreto-legge, vedremo la conversione); se Monti riuscisse a riformare il mercato del lavoro, allora ecco che forse non dovremmo più guardare alla Spagna per il sorpasso, ma forse alla Francia, la vera “mina” vagante di Europa, con deficit commerciale enorme (nonostante il nucleare), sistema bancario instabile e disavanzo pubblico ben peggiore di quello italiano.

  3. P. Magotti

    Azzardo una previsione, sperando di non fare brutta figura. La forbice tornerà a riaprirsi per colpa (o grazie) alla legge sulla flessibilità del lavoro introdotta in Spagna. Renderà il paese iberico decisamente molto competitivo. Una ragione in più per introdurre flessibilità anche nel mercato del lavoro domestico.

    • La redazione

      In effetti dobbiamo fare in fretta anche noi a varare la riforma. e possiamo fare meglio della spagna

  4. Alessandro Pagliara

    Nessuno in una situazione del genere può dire che pagavamo una Papi’s Tax…d’altra parte nessuno può dire che non la pagavamo. I dati sono discordanti, certo non si può negare che passare dal Times che scrive “L’Italia e l’Europa non merita quest’uomo” a “Quest’uomo salverà l’Europa” qualche influenza può averla. Sono contrario a questo governo dei bancheri, ma non si può negare che un banchiere riesce a convincere la City e Wall street più di un politico. Potrebbe essere che i banchieri hanno ottenuto l’obiettivo (quello di occupare i governi) ed ora sono “costretti” a mostrare al mondo che questa è la strada giusta…

  5. Carlo Borgnis

    La Banca centrale europea salva le banche. In questo modo si deve leggere il prestito di poco meno di 500 miliardi di euro accordato in dicembre dalla Banca centrale europea agli istituti di credito europei. Il prossimo 28 febbraio la Bce si appresta a ripetere l’operazione di prestito accordata alle banche. Non sorprende quindi che la stessa Bce abbia comunicato che un quinto di questi capitali è stato richiesto dalle banche italiane e parecchi miliardi dalle banche spagnole. Queste banche hanno usato una parte di questi soldi per acquistare o titoli statali dei loro Paesi che consegneranno, come pegno, il prossimo 28 febbraio alla Bce per ottenere nuovi prestiti. In pratica, si tratta di una specie di “carry trade”. Così nello scorso mese di dicembre le banche spagnole hanno acquistato ben 27 miliardi di euro di titoli pubblici del Governo di Madrid. Non sorprende quindi che i rendimenti dei titoli statali spagnoli siano diminuiti, così come è accaduto per quelli italiani. In realtà, si tratta di una specie di uno specchietto per le allodole. Infatti la situazione dello Stato italiano oppure di quello spagnolo non è affatto migliorata.

  6. Anonimo

    I differenziali dei tassi di interesse sono funzionali alle variazioni di reddito delle capacità produttive delle singole ricchezze (P.I.L.). In altre parole le domande effettive sono direttamente proporzionali agli aumenti delle esportazioni nette a scapito delle domande interne dei beni, tale per cui lo spread è un fenomeno di leva finanziaria ma non di equilibrio dell’economia soprattutto dei fattori della produzione. Lo spread è quindi un indice di misura della ricchezza finanziaria di escalation dei redditi finanziari ma non dell’economia reale.

  7. Roberto A

    Tito Boeri si dimentica sempre di molte cose e fa sempre analisi parziali. Sono successe molte cose in questo periodo, anche fuori dall’Italia. Non è stato certo il decreto liberalizzazioni a far scendere lo spread nelle ultime settimane. Ci sono state le aste della BCE, la questione della ristrutturazione del debito greco, le nuove misure greche, i vari incontri europei ecc ecc. E se non ci fosse stato il decreto di dicembre sopratutto riguardo alla riforma delle pensioni che dovrebbe tagliare le spesa pensionistica nei prossimi 20 anni di 1,75 punti di PIL secondo l’FMI, lo spread non sarebbe sceso cosi’ tanto. E poi sarebbe ora che la finisse con la papi’s tax che è stata smentita dai fatti e dallo spread di questi mesi. Avevate detto che sarebbero bastate le dimissioni di Berlusconi per far crollare lo spread e cosi’ non è stato e anzi è sceso e poi risalito di nuovo anche con Monti cosi’ come lo spread con la Spagna. Ma no, niente, Boeri continua nella sua crociata e nella sua convinzione. Non le riesce proprio di dire che ha sbagliato?

    • La redazione

      La differenza fra Italia e Spagna tiene conto proprio di questi fattori comuni ai due paesi (Bce, etc.). avevo in effetti sottostimato la Papi’s Taxi. Alla prova dei fatti si tratta di 200 punti base. A regime sarebbero 30 miliardi

  8. Francesco S.

    Ma il Prof. Boeri si è premurato di chiedere a qualche operatore di mercato cosa sta guidando gli acquisti di BTP sul mercato, o ha deciso a priori che è merito di Monti?  A fine 2011 è cominciata la Long Term Refinancing Operation da parte della BCE. Sono stati alzati fondi per 500 miliardi di euro sotto forma di prestiti alle banche dell’1%, le quali hanno ripreso a comprare titoli dei rispettivi Stati e consolidare il proprio debito. E’ atteso un altro intervento a fine febbraio…

  9. P. Pizzi

    La vera novità di questo nuovo corso è l’intuizione che ha avuto Monti nel comprendere che non basta fare bene i compiti a casa ma è necessario che gli altri comprendano fino in fondo che si fa sul serio. Gli incontri del premier e alcuni membri del suo governo con le istituzioni politiche e finanziarie fanno parte di un piano di comunicazione programmato nei dettagli per far conoscere quanto si è fatto concretamente. Una road map di grande rilievo mediatico. I mercati sono vischiosi di fronte a programmi di riforma così radicali: lo attestano le numerose osservazioni di stupore di alcuni esponenti incontrati. In questi casi gli effetti delle riforme si concretizzano con un lasso temporale più ampio ma poi hanno un’onda lunga che va rafforzata con provvedimenti coerenti perchè tenga.

  10. John Ageros

    Perchè non indagare su cosa c’è stato nel punto di flesso? A a fine dicembre c’è stato il prestito della Bce (ltro) e le cose sono cambiate da quel momento. La convergenza comporta ovviamente che chi era più lontano rientra in proporzione maggiore. Lo spread Italia e Spagna ha raggiunto i massimi con Monti quindi non avete nemmeno la scusa della coincidenza. La Papi Tax non esiste e non è mai esistita. In un articolo del genere non si può non menzionare l’LTRO..

  11. Piero

    La comunicazione è importante ma non è sufficiente per risolvere il problema, anche Monti ha capito il vero problema, le manovre sono solo propaganda, Monti ha affermato che il rientro al 60% è automatico con il pareggio del bilancio grazie all’aumento del PIL nominale dovuto all’inflazione, ciò vuole dire che le sue manovre non provocheranno nessun aumento del PIL reale, Monti sbaglia perchè lo scenario con questa politica monetario sarà deflattivo

  12. Piero

    La comunicazione e’ importante ma non e’ sufficiente per risolvere il problema, anche Monti ha capito il vero problema, le manovre sono solo propaganda, Monti ha affermato che il rientro al 60% e’ automatico con il pareggio del bilancio grazie all’aumento del PIL nominale dovuto all’inflazione, cio’ vuole dire che le sue manovre non provocheranno nessun aumento del PIL reale, Monti sbaglia perche’ lo scenario con questa politica monetario sara’ deflattivo. Non vedo una via di uscita se la Bce non monetizza parte del debito e contemporaneamente non verranno fatti investimenti pubblici in infrastrutture finanziati con eurobond, il resto e’ propaganda.

  13. C.Marcelli

    La Papi’tax esiste e come, avvalorata dall’importante ed efficace strategia comunicativa e di presentazione delle manovre. Inoltre la risposta dei mercati al decreto Cresci-Italia, oltre che dal contenuto volto alla crescita, credo sia dovuto alla percezione di un governo finalmente stabile e coerente nei suoi obiettivi di risanamento, eventualità che con il primo decreto non era passata, in quanto abituati ad interventi smentiti-deliberati-contraddetti-confemati.

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