Lavoce.info

LA CAPORETTO DELLA CRESCITA E I DUE MARIO SUL PIAVE

Le stime preliminari della crescita del Pil del quarto trimestre certificano che l’economia europea è probabilmente entrata in recessione nel quarto trimestre 2011. Di sicuro, lo sono già Italia, Spagna, Portogallo e Grecia insieme a Belgio e Olanda. Il governo Monti è intervenuto con dure misure che forse hanno in parte contribuito nel brevissimo termine a peggiorare la recessione, ma raddrizzano una situazione che avrebbe portato al default. Ed è più chiaro perché Mario Draghi abbia inondato di liquidità i mercati monetari e finanziari europei prima di Natale.

Le stime preliminari della crescita del Pil del quarto trimestre diffuse da Eurostat certificano quello che tutti gli uomini di azienda sanno già da un pezzo: l’economia europea è probabilmente entrata in recessione nel quarto trimestre 2011.

QUARTO TRIMESTRE 2011: ARRIVA LA RECESSIONE

Tecnicamente, non si può ancora concludere che l’intera economia europea sia entrata in recessione. La definizione statistica dice che ci vogliono due trimestri di crescita negativa per tirare questa conclusione. I dati Eurostat, invece, indicano per ora un -0,3 sia per l’area euro che per l’Unione Europea a 27 nel quarto trimestre 2011. Ma nel terzo trimestre 2011, il dato medio era ancora positivo. Il guaio però è che alcuni paesi europei sono già entrati in recessione nel quarto trimestre 2011.
Per la Germania, il quarto trimestre 2011 mostra un meno 0,2 per cento. Ma il dato di tutto l’anno per i tedeschi è semplicemente stellare: il Pil 2011 rispetto al 2010 si chiude con un ottimo +3 per cento. C’è però da dire che i tedeschi il loro +3 annuo se lo sono guadagnato soprattutto nella prima metà dell’anno. Una considerazione simile vale per il Regno Unito che mostra un dato leggermente negativo nel quarto trimestre 2011 (-0,2), ma dopo una stringa di +0,4, 0 e +0,6 nei primi tre trimestri 2011, che danno un dato annuale ancora in positivo. Solo la Francia, in controtendenza rispetto agli altri grandi paesi europei, continua a mostrare una crescita del Pil moderatamente positiva (+0,2) anche nel quarto trimestre, il che rappresenta un piccolo viatico per le ambizioni di rielezione del presidente Sarkozy.
Italia, Spagna, Portogallo
e, naturalmente, Grecia sono invece già in recessione, come anche Belgio e Olanda. L’Italia, con il meno 0,7 del quarto trimestre, presenta il dato peggiore di tutti i paesi, tranne la Grecia. Il dato del quarto trimestre, se confermato dalla stima ufficiale (che sarà diffusa tra un mese circa), porterà la crescita del Pil dell’Italia a +0,3 per il 2011 rispetto al 2010, di circa mezzo punto percentuale inferiore a quella attesa dal governo. Mezzo punto di Pil in meno vuol dire un peggior andamento del deficit per circa la metà di questa entità, cioè un peggioramento del dato di 0,25 punti di Pil, cioè 3,5-4 miliardi. Il rischio è quello di chiudere il 2011 con un dato di deficit leggermente superiore al 4 per cento e un dato di debito vicino a 120,5 per cento del Pil.

I DUE MARIO CONTRO LA RECESSIONE

I dati del quarto trimestre 2011 – una vera e proprio Caporetto della crescita per qualche paese – ci aiutano a mettere in fila e a capire meglio due degli avvenimenti degli ultimi mesi. Primo, si riesce a valutare il costo delle esitazioni e degli errori della calda estate 2011, la fine del governo Berlusconi e il decreto salva-Italia di Monti. Il governo Monti è intervenuto con dure misure che hanno forse anche un po’ contribuito nel brevissimo termine a peggiorare la recessione, ma sta raddrizzando una situazione che ci stava portando dritti dritti al default. In secondo luogo, si capisce meglio perché l’altro Mario – Draghi – abbia inondato di liquidità i mercati monetari e finanziari dell’Europa poco prima di Natale. La sua iniziativa non sta ancora ridando tutto il fiato di cui ci sarebbe bisogno alle aziende europee, perché le banche hanno per ora messo a riserva per prudenza i fondi presi a prestito. Ma con la situazione in via di assestamento dal punto di vista delle finanze pubbliche (anche grazie all’approvazione del Fiscal Compact nel marzo 2012), nei primi mesi del 2012 le aziende ricominceranno a chiedere fondi per investire e le famiglie – oggi in difficoltà – proveranno a guardare di nuovo al futuro e quindi a rivolgersi in banca per acquistare beni durevoli e magari una casa. E, grazie a Draghi, le banche non potranno più dire di non avere soldi da prestare.
Dobbiamo provare a ricordarci che quasi cento anni fa dopo Caporetto c’è stato il Piave.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Due anni di governo Meloni tra dati e narrativa
Leggi anche:  Agricoltori e cordoni della borsa pubblica*

Precedente

IL NEPOTISMO AL CONTRARIO

Successivo

UNA SPENDING REVIEW PER I DEBITI DELLA PA

15 commenti

  1. stufo2

    c’è da chiedersi se la BCE abbia fatto bene a dare liquidità alle banche; forse sarebbe stato meglio aprire linee di credito agevolate per piccole cifre direttamente per il pubblico e per le aziende, visto che, ad esempio, la cattiva liquidità della bolla speculativa immobiliare è incorporata ora nel debito delle famiglie, e per “drenarla” sarebbe più opportuno agire direttamente lì.

  2. carlopietro Molinari Brusco

    La “crescita” di cui stiamo parlando è definita solitamente come il processo di espansione della dimensione complessiva dell’economia e delle quantità dei beni energetici e materiali che attraversano le società umane. La crisi economica iniziata nel 2007-2008 era al tempo stesso prevedibile e inevitabile, e costituisce la rottura fondamentale rispetto ai precedenti decenni, un periodo durante il quale la maggior parte degli economisti ha adottato la visione non realistica, che perpetua la crescita economica sicura, necessaria e possibile da raggiungere. Sono emersi ostacoli fondamentali alla continua espansione economica, e ora tutto il mondo si scontra contro di essi. Questo non vuol dire che il nostro sistema non potrà mai vedere un altro trimestre o anno di crescita rispetto al trimestre precedente o dell’anno. Tuttavia, quando i dossi sono mediati, il generale la trend-line dell’economia (misurata in termini di produzione e consumo di beni reali) sarà sempre più di livello o verso il basso piuttosto che verso l’alto. Sarà possibile per qualsiasi regione, nazione, o business continuare a crescere per un po ‘, ma si tratta di settori circoscritti.

  3. Giorgio

    Purtroppo mi sembra che l’articolo sia troppo ottimista. “Il governo Monti è intervenuto con dure misure che hanno forse anche un po’ contribuito nel brevissimo termine a peggiorare la recessione”: non è che questa valutazione è forse anche un po’ troppo eufemistica? Se non ricordo male le previsioni della crescita sono peggiorate nettamente, fino ad arrivare a quasi il 3 per cento in meno per il 2012, a partire dalla manovra detta “Salva Italia” da Monti. Quanto a Draghi: a Davos ha detto chiaramente che è stato costretto a inondare le banche di denaro perché si stava correndo il rischio che non riuscissero a rimborsare le obbligazioni in scadenza. Ha addirittura precisato che circa la metà dei quasi 500 miliardi di euro creati sono stati utilizzati dalle banche per questo. Imprese e famiglie continuano a domandare finanziamenti alle banche e queste continuano a non concederli, nonostante il denaro creato dalla BCE, e caso mai sono le banche a chiedere denaro ai loro clienti. Continuerà così finchè non si vedrà l’inizio di una ripresa. Il punto è: da dove può cominciare questa ripresa se tutti si comportano in modo sobrio e pensano solo a tagliare le spese? E a proposito di battaglie:  la mia impressione, prendendo spunto dal suo paragone, è che quella che stiamo combattendo sia piuttosto la battaglia di Stalingrado… e dalla parte dei tedeschi. Inoltre, ricordando il fatto che Hitler perse mesi preziosi per aiutare Mussolini proprio contro la Grecia, mi domando se l’Europa non stia compiendo un errore simile rimandando continuamente la decisione definitiva sul destino della Grecia.

  4. Giorgio

    A proposito di battaglie, la mia impressione, prendendo spunto dal suo paragone, è che quella che stiamo combattendo sia piuttosto la battaglia di Stalingrado… e dalla parte dei tedeschi. Inoltre, ricordando il fatto che Hitler perse mesi preziosi per aiutare Mussolini proprio contro la Grecia, mi domando se l’Europa non stia compiendo un errore simile rimandando continuamente la decisione definitiva sul destino della Grecia. Cordiali saluti.

  5. nonhoparole

    Le riserve prestate dalla BCE alle banche europee non circolano nell’economia reale, ma vengono movimentate soltanto nei circuiti interbancari…con quelle le banche possono solo comprare titoli di stato o privati, soprattutto titoli in scadenza, le banche le hanno messe in deposito alla BCE non per attendere il momento migliore per prestarle a famiglie e imprese, ma per utilizzarle quando i titoli di stato o privati andranno in scadenza. Se le banche avessero voluto fare prestiti avrebbero potuto farli anche senza il rifinanziamento di Draghi.

  6. umberto carneglia

    Le misure adottate dai due Mario sono state , come dice giustamente l’autore, opportune per evitare il pericolosissimo precipitare della situazione. Occorreva operare in modo incisivo, visibile e rapido per evitare la psicosi che si stava diffondendo nei mercati. Però finora mi sembra che queste misure siano state insufficienti rispetto alla natura ed alla gravità dei problemi. I debiti sovrani dell’Europa minacciano tuttora e minacceranno l’euro e la crescita dell’Europa per chissà quanto tempo. L’Italia ha nodi strutturali e riserve di spreco cui attingere, appena sfiorate dai provvedimenti del Governo. Mi riferisco agli sprechi ed alla corruzione del settore pubblico centrale eperiferico, all’economia illegale e criminale collusa a volte con la politica, alle colossali riserve del gioco d’azzardo ed ovviamente all’evasione fiscale – tanto per fare degli esempi. La crisi dell’Europa ( che incide anche sull’economia globale ) non è inevitabile , ma richiede misure più profonde per essere risolta

  7. Maurizio

    Non sono d’accordo sulla bontà delle misure prese da Monti in quanto l’aver agito nell’emergenza solo sul lato delle entrate ha affievolito fin da subito le speranze di riduzione e riqualificazione della spesa pubblica. Tutti gli sprechi sono rimasti al loro posto cosi come le centinaia di migliaia di persone che prendono lo stipendio senza lavorare(forestali, impiegati pubblici, impiegati degli enti locali, delle regioni ecc ecc). SUperata l’emergenza dovremo aspettare la prossima crisi per un intervento tardivo e allora si traumatico. A mio avviso in molti casi Monti sta apponendo delle poste in entrata nel bilancio ben sapendo che lo stato non incassera mai buona parte dei soldi per via della continua riduzione della base produttiva del Paese. Spera solo che alla fine la ripresa internazionale traini i nostri conti verso l’uscita dal tunnel. Speranza a mio avviso vana in quanto la crisi del sistema produttivo dovuta a credit crunch + estorsioni Equitalia + ritardi della PA + inefficenza totale della PA + incertezza del diritto ecc ecc è molto più grave di quanto dicono le statistiche e di quanto un professore (impiegato pubblico) puo accorgersi che sia.

  8. dade2002

    il sig. Monti pensa seriamente che aumentando il numero dei taxi, notai, avvocati e farmacie l’Italia possa ripartire? se non si tagliano seriamente le spese della politica (ca. 25 miliardi di euro l’anno, pensioni e vitalizi esclusi), gli astronomici stipendi di dirigenti di comuni, province, regioni, ministeri e non so quanti altri enti più o meno inutili, se non si argina la dilagante corruzione (siamo al 70″ posto nella classifica mondiale, dopo molti paesi afroesudamericani con il 10% dei nostri parlamentari ufficialmente indagati per mafia) andremo in default. Riduciamo le tasse (si rendono le nostre aziende più competitive) rilanciamo il turismo) si faccia una politica energetica seria (eolica come sta facendo la Germania) si tolgano i cartelli di banche, assicurazioni e produttori di carburanti, si rilancino ferrovie, si usi il piccolo cabotaggio per il tasporto merci e qui mi fermo anche se ci sarebbe altro da aggiungere: forse cipotremmo salvare, forse

  9. Roberto Seven

    Caro Prof. Daveri, apprezzo l’ottimismo che somiglia tanto all’ottimismo della volontà di infausta memoria. I provvedimenti di Monti non sono “forse recessivi nel breve periodo”, sono pesantemente recessivi, dell’ordine di 2 o 3 punti di PIL per almeno 2 anni (se vuole le spiego quale modello econometrico ho usato). Il fiscal compact, poi, è il chiodo nella bara della crescita, imponendo nel lungo termine quelle misure che sono esattamente l’opposto di quelle di cui avremmo bisogno. Ben ha fatto Draghi a introdurre liquidità (poca, molto poca, ne servirebbe 20 volte tanto per far ripartire l’Europa), peccato che lo abbia fatto solo per fornire alle banche una massa di manovra che probabilmente finirà in investimenti speculativi. Aspetti che Grecia e Portogallo facciano default ed escano dall’Euro e vedrà con quale “confidence” le aziende chiederanno soldi e le banche li presteranno. Mi spiace, ma proprio non sono d’accordo su tutta la linea.

  10. marco

    Purtroppo il governo Monti è sostenuto dalla solita gentaglia che siede in parlamento; ha aumentato le entrate aumentando il carico in modo sproporzionato sui soliti noti(adesso a livello mondiale siamo quelli che vanno in pensione dopo) toccando solo di striscio le rendite; in Italia un trader professionista che guadagna milioni di euro all’anno paga il 20% di tasse sulle transazioni che fa, un operaio che guadagna milleduecento euro al mese il 27%-Le aliquote irpef sono evidentemente sbilanciate verso il basso- la patrimoniale che tutti volevano non è stata fatta così come non sono stati tagliati i veri immensi sprechi e privilegi della P.A e della politica- Che senso ha pagare un giudice di Stato 300000 euro all’anno quando con 3000 euro al mese potresti assumere un ragazzo genio di 30 anni che farebbe lo stesso mestiere anche meglio? Senza ridistribuzione della ricchezza e un conseguente aumento degli stipendi e dei consumi non ci vuol un economista per capire che è difficile crescere-In compenso i soliti noti continuano ad arricchirsi indisturbati e in un paese con 60 miliardi di corruzione l’unico bel regalo l’abbiamo fatto ai delinquenti con un piccolo, molto sobrio,indulto.

  11. Livio Martucci

    1) Quando c’è un incendio c’è poco da fare tanta filosofia. Monti ha spento il fuoco che bruciava la nostra liquidità con l’unico elemento efficace come acqua sul fuoco: la certezza delle tasse e qualche taglio sui costi. Adesso la crescita è da costruire, recuperare decenni di immobilismo. Vedremo
    2) Da settembre il vento era cambiato, aziende di successo che dall’oggi al domani perdono fatturato e soprattutto volumi, che vuol dire prima o poi lavoro in meno. Vedo questo in tante aziende. I piani 2012 fatti a settembre sono saltati. La politica dei costi è diventata di “stop & go” : verifico ogni trimestre come va il business e poi eventualemente sblocco il mio budget su tutto ciò che non è strettamente necessario. Questo vuol dire avvitarsi. Quello che manca è la capacità di vedere avanti, avere visione per costruire il nostro cambiamento. Un management afflitto da anni di tecnico pragmatismo e orientamento a 12 mesi. Manca il respiro dell’umanesimo nel management che nelle discontinuità sopperisce ai limiti delle tecniche di management. Anche i politici europei soffrono della stessa sindrome: avvelenamento da pragmastismo.

  12. Piero

    Il fiscal compact viene gia’ definito mortal combact, la politica monetaria di Draghi è già definita un’aiuto bancario, la manovra di Monti salva Italia non è altro che affossa Italia, la cresci Italia è un dibattito sui media per tenere gli italiani lontani dal vero problema economico, in attesa che riparta la locomotiva europea che secondo Monti dovrebbe trascinare l’Italia, la manovra semplifica Italia ha toccato il fondo. A mio avviso i due Mario fino ad oggi hanno solo fatto girare a vuoto la politica e l’economia, si e’ vero che abbiamo messo un italano a capo della bce, si e’ vero che il nostro governo almeno sui mass media ha ritrovato la presunta credibilità perduta con Berlusconi, ma l’Italia ha bisogno di chi punta i piedi e non si fa ricattare dai colleghi tedeschi o francesi, ma che cerca di portare l’europa fuori dal guado dove si è impantanata da sola.

  13. yuri

    Dal mio punto di vista, di persona che lavora direttamente per l’integrazione europea da diversi anni, si sta perdendo di vista il senso delle cose, mentre si è a metà del guado. Nello scombussolamento generale, chi prende le decisioni ha perso di vista il bene delle persone, che dovrebbe essere il fine di qualsiasi disciplina umana. La sensazione è che l’economia fatta da chi promuove una visione più liberale, si stia ripiegando su di una autoreferenzialità un po’ sterile, passando dal ridicolo al kafkiano. Nella “periferia” europea (un’espressione terribile e perbenista che associa il degrado urbano alla cattiva performance di alcuni membri della UE) si stanno verificando da tempo disfunzioni nei servizi pubblici erogati, per effetto delle decisioni imposte dalla TROJKA (altra espressione inventata, con l’effetto di deresponsabilizzare e diluire le scelte prese). Dal momento che le alternative esistono e sono note, invito chi se ne occupa, a smettere di guardare quel foglio Excel dove il mondo è perfetto e termina in un numero, ed uscire a prendere un po’ d’aria, far due passi. Perchè l’Europa è molto meglio che il mondo visto da ufficio grigrio in una città della blue banana.

  14. Piero

    Oggi Il Premier in borsa ha dichiarato che in futuro non vi saranno ulteriori manovre perche’ si dovra’ pensare alla crescita, nella manovra “salva Italia” e’ stato previsto un modesto incremento del PIL, mentre nel “fisca combact” l’inflazione fara’ rientrare il debito al 60%. Ma cosa succedera’ se come gia’ e’ stato rilevato che nel 2012 vi sara’ una recessione del PIL in termini reali e nei prossimi anni vi sarà un’aspettativa deflativa?

  15. michele

    Non riesco ancora a capire come si possa gestire un transatlantico grosso come una nazione che naviga in mezzo agli scogli senza un ecoscandaglio. La battuta per dire che mentre la situazione muta con scala temporale oraria i nostri grandi professori costruiscono i loro teoremi con scala temporale trimestrale se non annuale. Possibile che nessuno si sia ancora reso conto che da almeno Gennaio 2012 l’edilizia è ferma, il commercio è fermo e l’industri comincia a fermarsi? Chi ha avuto un ruolo in una azienda di grandi dimensioni sa bene che i ragionamenti si fanno oggi sui numeri (possibilmente veri) aggiornati in real time con lo sguardo volto a domani.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén