Una tecnica avanzata della Geographic Information Systems permette di realizzare modelli spaziali che consentono di conoscere con estrema precisione dove si concentri un determinato fenomeno socio-economico. Per esempio, è possibile indicare in maniera dettagliata dove si trova lavoro. E dunque utilizzando le mappe di densità si possono elaborare politiche per il lavoro più efficaci. In particolare, si può migliorare la fase di orientamento al lavoro dei giovani. E anche aiutare chi, a qualunque età, è alla ricerca di un impiego. A un costo praticamente nullo.

 

Spesso, i monitoraggi sul mercato del lavoro locale forniscono informazioni generiche e non abbastanza dettagliate per offrire quel valore aggiunto necessario ai governi per prendere decisioni adeguate ed efficaci e ai disoccupati per trovare più facilmente un lavoro.
Eppure, oggi è possibile conoscere in maniera dettagliata dove si trova lavoro o disporre di informazioni fondamentali per future progettazioni territoriali, grazie alle elaborazioni delle fonti amministrative. Infatti, attraverso determinati strumenti è possibile ottenere una “mappa del tesoro”, nella quale sono indicate in maniera dettagliata le aree dove è maggiore la concentrazione di alcuni fenomeni oggetto di studio, come i disoccupati o i lavoratori avviati.

UN NUOVO STRUMENTO DI RICERCA

L’’analisi dello spazio è diventata un elemento centrale della ricerca nelle scienze economiche, sociali e politiche. Tuttavia, solo negli ultimi anni, grazie allo sviluppo tecnologico e alla disponibilità di enormi quantità di dati da archiviare e immagazzinare in modo rapido ed efficiente, si sono potute realizzare importanti applicazioni scientifiche.
Qui si intende proporre un esempio di applicazione di una tecnica avanzata della Geographic Information Systems (Gis), sviluppata originariamente dalle aziende petrolifere per individuare con estrema precisione i luoghi di trivellazione e oggi usata anche dai comuni navigatori satellitari per auto. L’’aspetto più innovativo della tecnica, generalmente definita mappa di densità, è quello di realizzare modelli spaziali che permettano di conoscere con estrema precisione dove si concentri un determinato fenomeno “socio-economico”. (1)
Per realizzare le mappe di densità non è sufficiente disporre di un campione rappresentativo, ma occorre possedere informazioni su tutta la popolazione di riferimento del determinato fenomeno che si intende studiare. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, la disponibilità si è avuta solo recentemente, in seguito alla attuazione del decreto interministeriale del 30 ottobre 2007, che ha reso obbligatorio l’’invio per via telematica delle comunicazioni dei nuovi rapporti di lavoro al ministero  del Lavoro. (2)
Il sistema informatico per le comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro costituisce il punto di raccolta per l’’invio on-line delle comunicazioni di instaurazione, proroga, trasformazione, cessazione di un rapporto di lavoro, da parte di tutti i soggetti obbligati e abilitati. A questi si aggiungono i dati trasmessi dai Centri per l’’impiego sui soggetti che si dichiarano immediatamente disponibili al lavoro.
In quanto fonti amministrative (i cui dati quindi sono frutto dell’’attività quotidiana delle strutture della pubblica amministrazione), le due comunicazioni forniscono informazioni sull’’intera vita lavorativa degli individui registrati. È possibile in questo modo costruire analisi dinamiche in grado di fornire una serie di precise istantanee “scattate” in momenti diversi del percorso professionale dei lavoratori, e quindi capaci di rappresentare la sua evoluzione. L’’unione degli archivi amministrativi lascia però scoperti due ambiti:

  • le esperienze lavorative extra territoriali;
  • le attività che non richiedono una comunicazione obbligatoria né l’’iscrizione al Registro imprese, ovvero le esperienze di praticantato professionale (legato all’accesso agli ordini professionali) e le attività autonome non di tipo imprenditoriale.
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E soprattutto, queste informazioni sono in grado di cogliere solo una parte delle forze lavoro presenti nel territorio. Infatti, tutti quei lavoratori assunti nei periodi precedenti o successivi alla finestra temporale osservata non fanno parte dell’oggetto di analisi.

LA PROPOSTA

A differenza delle classiche mappe territoriali, se si utilizza un modello di densità, è possibile individuare nel dettaglio le aree dove è maggiore la concentrazione del fenomeno oggetto di studio. Nell’’esempio che segue è raffigurato il livello di concentrazione dei lavoratori avviati nella città di Milano nei primi sei mesi del 2011 (mappa 1).

Attraverso questa tecnica è possibile conoscere i quartieri, gli incroci o addirittura il numero civico, dove il livello di concentrazione raggiunge i valori più alti sia per quanto riguarda gli avviamenti, sia per i disponibili al lavoro.
Per chi si occupa di progettazione del territorio, questo genere di informazioni è fondamentale, perché focalizzando lo studio solo nelle aree dove si concentra il fenomeno, esattamente come avviene nelle indagini di marketing territoriale, è possibile estrarre i soggetti all’’interno di tali aree, in modo da realizzare ulteriori analisi statistiche/econometriche. Questi strumenti, insieme ai vari report sulle fonti amministrative, dovrebbero servire per una migliore fase di orientamento da parte dei Centri per l’’impiego, mirata a “incidere” positivamente sul percorso professionale dei giovani studenti (medie inferiori e superiori). (3)
A ciò, si aggiunge che lo strumento delle mappe di densità può fornire un vantaggio anche per coloro che sono alla ricerca di un lavoro. In particolare, dopo la dichiarazione di immediata disponibilità, lo strumento può affiancare il bilancio di competenza, in modo da fornire un possibile elenco delle aziende che hanno assunto lavoratori, che corrispondono al profilo professionale cercato dall’’utente in aree in prossimità della sua residenza. (4) A ciò si aggiunge la possibilità di costruire un indice di flessibilità per conoscere quali sono le zone, le professioni o le aziende dove la flessibilità del lavoro è più o meno alta. (5)
Una volta conosciuta la collocazione delle aree più interessanti dal punto di vista analitico, è possibile sia approfondirne lo studio, concentrando gli sforzi su una porzione di territorio circoscritta, sia elaborare politiche per il lavoro potenzialmente più efficaci ed efficienti.
Infine, il principale vantaggio dello strumento è il costo: praticamente nullo. Infatti, si tratterebbe soltanto di aumentare il capitale umano di alcune figure già presenti nei servizi informativi del ministero del lavoro, per dare loro le competenze necessarie per realizzare le mappe di densità.

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(1) Per maggiori informazioni sull’argomento, si veda: Giubileo F. e Caiello S., “Dove si trova lavoro a Milano”. È possibile scaricare il Report al sito: http://www.secondavistaedizioni.it.
(2) Queste informazioni sono disponibili dal 2004 e rientrano nei contratti oggetto di analisi quasi tutte le modalità di instaurazione del rapporto di lavoro (articolo 9 bis, comma 2, Dl 1 ottobre 1996, n. 510), compresi i tirocini di formazione e orientamento e ogni altro tipo di esperienza lavorativa a essi assimilati.
(3) Si veda: Laureati in Lombardia: è ancora crisi? (http://www.cittadeimestieri.it). Un interessante studio sulla coerenza tra titolo di studio e professione.
(4) Il bilancio di competenza consiste nella redazione di una scheda individuale, come prodotto di un percorso di analisi delle esperienze formative, professionali e sociali che consente di individuare le competenze e gli elementi valorizzabili del destinatario.
(5) Ovviamente per questo passaggio è necessario un chiarimento normativo riguardo la possibilità di divulgazione dei nomi delle aziende.

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