È positivo che il Supporto per la formazione e il lavoro si rivolga al singolo individuo. Mentre la piattaforma Siil rende interoperabili i dati di tutte le politiche attive. Più problematico costruire percorsi di formazione adeguati al contesto economico.
Autore: Francesco Giubileo Pagina 1 di 5
È Dottore di ricerca in Sociologia del lavoro. Si occupa di valutazione dei servizi pubblici per l’impiego e di digitalizzazione delle politiche attive del lavoro. In passato è stato consigliere di amministrazione di Afol Metropolitana e consulente in materia di lavoro e formazione professionale di Regione Lombardia e Friuli Venezia Giulia.
La “precarietà” riguarda 7 milioni di persone tra lavoratori a termine, disoccupati e inattivi disponibili al lavoro. Il fenomeno chiama in causa anche la qualità delle offerte di lavoro. Sarebbe utile rendere più onerosi i contratti a tempo determinato.
I percorsi di attivazione al lavoro previsti con il programma Gol riguarderanno anche gli “occupabili” del Rdc, persone spesso lontane dal mercato del lavoro. Si potrebbero avere gli stessi problemi che hanno portato al fallimento del Work Programme.
Il Governo intende eliminare già a partire dal 2023 il Reddito di cittadinanza ai soggetti cosiddetti occupabili. Si tratta di una definizione ampia, che non tiene in considerazione le carenze di soggetti solo virtualmente in grado di lavorare.
Uno dei nodi fondamentali da sciogliere nella prossima legislatura è quello delle politiche attive del lavoro, ancora inefficienti in Italia rispetto all’estero. Ecco a che punto siamo e alcune delle priorità da affrontare.
Il Programma Gol è un progetto ambizioso che dovrebbe coinvolgere oltre 3 milioni di persone. Il suo successo dipenderà dalla capacità di agire su tre piani: comunicazione, orientamento e formazione a distanza. Ma il personale ha le competenze adatte?
Le modifiche del governo al reddito di cittadinanza prevedono condizioni più stringenti per i beneficiari, in particolare se rifiutano una “offerta congrua” di lavoro. Ma ai disoccupati andrebbero offerti servizi, come quelli contenuti nel Programma Gol.
I fenomeni opportunistici da parte di chi percepisce sussidi non sono un problema solo italiano. Il Regno Unito ha così costruito un sistema di welfare-to-work. Se ne potrebbero riprendere alcune caratteristiche, per comporre un meccanismo equilibrato.
Per i centri per l’impiego sono stati assunti più di 11 mila nuovi operatori. Peccato che abbiano competenze del tutto inadatte alle sfide del mercato del lavoro. Si amplia così il divario tra pubblico e privato nell’erogazione delle politiche attive.
Con la pandemia sono aumentate le assunzioni attraverso canali virtuali. La rivoluzione digitale può facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, ma non tutti si fidano delle informazioni dei curriculum. La soluzione è un badge digitale.