I partiti si stanno accordando su una nuova legge elettorale se possibile ancora più complessa di quella attuale. Serve a lasciare loro le mani libere per il dopo elezioni. Rischia di consegnarci un Parlamento molto frammentato e rafforza le oligarchie. Con la doppia crisi di sfiducia (i mercati verso l’Italia e gli italiani rispetto alla politica), stanno giocando col fuoco. Vediamo cosa si può fare per migliorare l’accordo. Altrimenti meglio andare al voto con le regole attuali e prevedere una fase costituente prolungando il governo tecnico.
Le ricette per la crescita del Governo sono condivisibili ma troppo generiche e manca un’identificazione delle priorità. Bene concentrarsi sulle riforme strutturali che eliminino quei vincoli che rendono l’Italia un paese poco competitivo.
La riforma Fornero introduce per legge obblighi di attivazione dei disoccupati per stimolarli alla ricerca di un impiego. Ma si dimentica che oggi c’è un problema di domanda di lavoro e non precisa chi dovrebbe fare questi interventi. Non si sa neanche chi gestirà servizi pubblici per l’impiego dopo i tagli alle province della spending review.
La riforma dell’Isee approda in Parlamento. Molte le innovazioni. Migliorerà l’efficacia distributiva del welfare italiano, ma qualche dubbio rimane.
La ricerca sperimentale è utile per valutare le politiche di contrasto dell’evasione fiscale e così migliorarne l’efficacia? L’esempio cinese e quello inglese sembrano indicare di sì.
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