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Il Nobel per l’economia ad Angus Deaton

Angus Deaton ha ricevuto il Nobel per l’economia per i suoi contributi fondamentali all’analisi della domanda di consumo. E ha dimostrato una straordinaria capacità di essere allo stesso tempo un raffinato teorico, un eccellente statistico e uno studioso attento ai fenomeni economici e sociali.
La domanda di consumo nell’analisi di Deaton
Il premio Nobel per l’economia è stato attribuito ad Angus Deaton per i suoi contributi fondamentali all’analisi della domanda di consumo. Il consumo è la componente principale della domanda aggregata e quindi studiarlo coglie alcuni tra gli aspetti principali del sistema economico. Per la profondità dell’analisi e la capacità di sottoporre a verifica empirica le ipotesi teoriche, Deaton rappresenta davvero un esempio di economista completo.
Le motivazioni del premio sono tre. In primo luogo si ricorda l’analisi della domanda di singoli beni e la formulazione, insieme a John Muellbauer, del cosiddetto “almost ideal demand system” in un contributo del 1980. Un sistema di domanda mette in relazione la quantità domandata di ciascun bene con il prezzo di tutti gli altri beni, il reddito del consumatore e caratteristiche demografiche, come età e composizione del nucleo familiare. Il modello empirico di Deaton e Muellbauer ha dato luogo a numerosissime applicazioni ed estensioni nei decenni successivi, ed è ancor oggi largamente utilizzato per valutare l’effetto delle politiche economiche e la costruzione degli indici dei prezzi.
Il secondo contributo fondamentale di Deaton riguarda le scelte intertemporali di consumo e la generalizzazione dell’ipotesi del ciclo vitale di Franco Modigliani e della teoria del reddito permanente di Milton Friedman, considerando esplicitamente anche l’incertezza sui redditi da lavoro, i vincoli nel mercato del credito e la differenza tra comportamento dei singoli consumatori e comportamento aggregato.
La teoria di Modigliani e Friedman consiste in un modello di scelte del consumatore basato sull’idea che le persone hanno una forte preferenza per la stabilità del flusso di consumo nel tempo. I consumatori risparmiano parte del reddito per far fronte alle loro esigenze di consumo quando il reddito si riduce, oppure si indebitano quando il reddito è relativamente basso per sostenere i consumi correnti e restituire il debito quando il reddito sarà tornato ai livelli normali. In altre parole, secondo la teoria, risparmia chi si aspetta una riduzione di reddito, e si indebita colui che se ne aspetta un aumento. In una serie di contributi tra gli anni Ottanta e Novanta, Deaton ha proposto modelli del consumo più sofisticati, in grado di incorporare nell’analisi delle scelte intertemporali anche il cosiddetto movente precauzionale al risparmio (cioè, il fatto che l’incertezza sul reddito futuro ne rappresenta un ulteriore, importante movente) e dei vincoli che i consumatori incontrano nel mercato del credito (e cioè il fatto che non tutti riescono ad accedere a prestiti per finanziare i consumi), oltre che l’interazione tra incertezza sul reddito e vincoli sul mercato del credito (cioè il fatto che i consumatori non riducono la propria ricchezza a livelli molto bassi per evitare il rischio di non ottenere un prestito in caso di caduta imprevista del reddito).
La dinamica della disuguaglianza
In un altro contributo importante, insieme a Chris Paxson, Deaton estende la teoria del consumo per studiare la dinamica della disuguaglianza nel corso del tempo, verificando empiricamente il fatto che durante la vita lavorativa di una generazione, la disuguaglianza dei consumi aumenta per effetto delle diverse traiettorie di reddito dei singoli individui. Parte del rischio di reddito è assicurata dal sistema di welfare e da trasferimenti tra famiglie; in ciascun paese la dinamica della disuguaglianza dei consumi riflette quindi non solo la dinamica dei redditi, ma anche l’importanza delle istituzioni sociali e delle famiglie per la protezione dei rischi individuali. Questo contributo è stato fondamentale per capire le differenze tra paesi o nel tempo della disuguaglianza dei consumi, ed è stato applicato, con varie estensioni, a molti paesi, sia industrializzati sia in via di sviluppo.
In tutti i suoi studi, l’analisi di Deaton non si limita dunque alle scelte di un singolo individuo considerato isolatamente, ma considera con la massima attenzione il cosiddetto problema dell’aggregazione, mettendo in risalto il fatto che solo in circostanze eccezionali e non realistiche il comportamento dei singoli coincide con il comportamento del consumo aggregato, o di un individuo che fittiziamente rappresenta tutti i consumatori.
L’implicazione fondamentale è che per studiare il comportamento individuale occorre disporre di dati sui bilanci delle singole famiglie; non sono sufficienti, e a volte sono addirittura fuorvianti, le analisi basate sui consumi aggregati, prevalenti negli anni Settanta e Ottanta. La terza motivazione per il Nobel è quella di aver fornito strumenti statistici agli economisti applicati per verificare le teorie del consumo con dati sui bilanci delle famiglie, ad esempio dimostrando che è possibile studiare alcuni comportamenti di consumo utilizzando indagini ripetute nel tempo su individui diversi, quando non si dispone – come spesso accade nei paesi in via di sviluppo – di indagini sugli stessi individui intervistati più volte nel corso del tempo. Deaton ha dimostrato una straordinaria capacità di essere, allo stesso tempo, un raffinato teorico, un eccellente statistico e uno studioso attento ai fenomeni economici e sociali. Per il suo intuito, la capacità di formulare ipotesi verificabili empiricamente, imparare dai dati economici e trasmettere un metodo di ricerca rigoroso, in cui analisi teorica ed empirica vanno di pari passo, è uno dei maggiori protagonisti del dibattito economico degli ultimi tre decenni. I suoi contributi hanno influenzato un’intera generazione di studiosi del consumo e delle scelte intertemporali (e tra essi alcuni italiani). E anche per questo gli siamo grati.

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  1. saverio

    Buonasera,
    Grazie per l’articolo.
    Potrebbe gentilmente indicare la metodologia a cui si riferisce quando cita il contributo di Deaton all’analisi di consumo quando non si dispone di dati raccolti sui medesimi individui?
    Grazie anticipatamente,
    Cordiali Saluti,
    Saverio

  2. Dario Marselli

    Bell’articolo. Qui un punto di vista un po’ diverso:
    http://www.emilianobrancaccio.it/2015/10/13/la-disuguaglianza-un-carburante-necessario/

  3. Giovanni Teofilatto

    La sezione di capitale nelle distribuzioni di reddito creano un vantaggio competitivo per i Paesi a minore capitalizzazione con la genesi per quest’ultimi di risparmio come quota di reddito non destinato al consumo. In altre parole gli investimenti diretti esteri danno la superiore garanzia per i profitti dei Paesi Sviluppati e creano in scambio la possibilità di accumulazione di capitali per i Paesi in via di Sviluppo determinando così una crescita globale dei consumi che non è qualificata dall’andamento degli indici delle Borse Valori. Il consumo è una soddisfazione del capitale distribuito tale che le politiche commerciali liberiste sono una condizione sufficiente e non necessaria per l’incremento dei redditi disponibili su scala globale.

  4. Enrico Rettore

    Deaton, A. (1985), Panel Data from Time Series of Cross Sections,
    Journal of Econometrics,30, 109–126.
    Browning, M., A. Deaton and M. Irish (1985), A Profitable Approach to Labor Supply and Commodity Demands over the Life Cycle, Econometrica, 53, 503–543.

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