Finiti gli Europei con la vittoria del Portogallo, è il momento dei bilanci. Il modello Unicredit ha sbagliato il nome del vincitore, ma ha previsto tre semifinaliste su quattro e la sconfitta dell’Italia con la Germania. Buona l’organizzazione francese, è invece da rivedere la formula del torneo.
Il modello Unicredit: le predizioni accurate
La quindicesima edizione dei campionati europei si è conclusa con la vittoria del Portogallo sulla Francia. È dunque arrivato il momento di valutare le previsioni del modello di Unicredit che avevamo descritto qualche giorno prima dell’inizio della competizione. Innanzitutto vediamo che, pur sbagliando il nome del vincitore, il modello aveva previsto tre delle prime quattro classificate: Francia, Germania e Portogallo. L’errore è stato sul nome della quarta squadra: invece di una deludente Inghilterra c’è stato il sorprendente Galles. Giusta anche la previsione che l’Inghilterra sarebbe rimasta in Europa più a lungo nel calcio che nella politica, seppure solo per poche ore.
Il modello Unicredit aveva purtroppo previsto in modo esatto anche che la Germania battesse nei quarti di finale l’Italia. Quello che il modello non poteva dirci è che avremmo perso nel modo più crudele, al nono rigore. A maggior ragione, non poteva dirci come alcuni azzurri avrebbero tirato il loro rigore.
Sorprese e una formula da rivedere
La grande sorpresa, oltre al Galles, è stata l’Islanda. Alla loro prima partecipazione agli Europei, oltre ad avere raggiunto i quarti di finale, gli islandesi hanno trionfato sugli spalti insegnando a tutti gli altri tifosi una nuova forma di esultanza: il geyser sound. Un indubbio passo avanti rispetto alle vuvuzela del Mondiale sudafricano.
Promossa la Francia come paese organizzatore: stadi rinnovati rispetto al Mondiale del 1998 e soprattutto, nessun problema di sicurezza. Gli unici allarmi sono stati quelli delle buche del campo di Lille, delle falene di Saint Denis e degli insetti di Lens.
Da rivedere invece la formula. Il passaggio a 24 squadre può essere giudicato positivamente, visto che nessuna delle partecipanti è stata nettamente inferiore ai suoi avversari. Ma, d’altra parte, raramente si è visto un tabellone così squilibrato. Germania, Italia, Spagna e Francia da una parte mentre il Portogallo è arrivato in finale dopo essere stato ripescato tra le migliori terze e avere battuto Croazia, Polonia e Galles. Tra quattro anni avremo un Europeo itinerante tra vari paesi: si tratta di una significativa innovazione perché mette fine al fattore campo che anche stavolta si è mostrato importante nonostante la Francia, contrariamente agli Europei del 1984 e ai Mondiali del 1998, non abbia vinto la finale.
Ha stravinto, infine, come sempre, il calcio. Le scene della nazionale islandese accolta a Reykjavik o quelle della festa portoghese a Lisbona mostrano ancora una volta l’enorme impatto di questo sport sull’umore collettivo. Nessun altro evento sembra oggi essere in grado di riempire le vie e le piazze di interi paesi di folle festose. Dopo avere condizionato le nostre giornate per un mese, il calcio allenta la presa e ci consente di pensare ad altro. Almeno per le prossime cinque settimane.
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bob
..se nel calcio si cominciasse ad applicare le regole del basket metà dei giocatori che abbiamo visti agli Europei sparirebbero per far posto ad un calcio di campioni e non di “sfasciaciabatte” come quelli che abbiamo visti. Non punire l’entrata da dietro tipica di un mediocre calciatore da spazio ad uno spettacolo scialbo quale è stato il mondiale ( l’ Islanda certifica quello che dico) . Risultato: una finale senza Ronaldo buttato fuori da un mediocre
giovane arrabbiato
Beh, 75% delle semifinaliste.
50% delle finaliste.
0% sul vincitore.
Non male, ma più si va nel dettaglio, meno il modello è affidabile.
stefano delbene
Portogallo, Francia e Germania erano scontati, anche grazie a come erano stati pilotati i sorteggi del Calendario: ed anche l’Inghilterra sarebbe arrivata in semifinale se non si fosse “suicidata” nel girone eliminatori e nell’ottavo con l’Islanda. L’unica sorpresa sarebbe potuta venire dall’Italia, che per un pelo non è arrivata alle semifinali. Quindi, più che grande previsione, grande conformismo.