Lavoce.info

Autunno caldo a Siena

Il caso Mps è ancora in alto mare. Adesso spunta l’idea di chiedere la conversione “volontaria” di obbligazioni subordinate in azioni: una partita dall’esito molto incerto. Intanto il governo portoghese, zitto zitto, salva una banca evitando il bail-in. Morale: il nostro governo parla, gli altri agiscono.

Luglio è stato un mese di fuoco sul fronte bancario: attacchi in borsa, stress test, Monte dei Paschi di Siena… Per quest’ultimo, si è alla fine trovata una soluzione “di mercato”, che ha consentito ai vertici dell’istituto e ai nostri governanti di dirci: problema risolto, andate in ferie tranquilli. Finite le vacanze, ci accorgiamo che non è vero e che ci aspetta un autunno caldo. Il tanto celebrato Piano Mps è in realtà ancora in fase di definizione e i margini di incertezza sulla sua realizzazione sono elevati.
L’accordo di luglio prevede la cessione delle sofferenze tramite una operazione di cartolarizzazione. Una tranche di titoli derivanti dalla cartolarizzazione (quella senior) dovrebbe essere ceduta sul mercato, con il sostegno della garanzia pubblica (Gacs): questo lavoro è ancora tutto da fare, tanto che il piano prevede che, in attesa che si perfezioni la vendita di questa tranche, Mps riceva un prestito-ponte (da JP Morgan) per finanziare la cessione di questa parte di sofferenze. L’unica cosa sicura sembra la cessione della tranche “mezzanina” ad Atlante, oltre alla assegnazione della tranche junior ai vecchi azionisti di Mps.

Aumento di capitale in salita

Ma le maggiori incertezze derivano dall’aumento di capitale di 5 miliardi, reso necessario per compensare le perdite derivanti dalla cessione delle sofferenze a prezzi inferiori al valore di bilancio e dalla svalutazione di altri prestiti in portafoglio alla banca (incagliati e scaduti).
Qui il piano prevede che la raccolta di capitale avvenga sul mercato, pur con l’assistenza di un consorzio di garanzia costituito da alcune banche di livello internazionale. Ciò significa che la banca dovrà trovare acquirenti privati disposti, nel complesso, a sborsare 5 miliardi per una banca che attualmente vale in borsa 700 milioni.
È vero che il pool di banche garanti avrebbe l’impegno di comprare le azioni che rimanessero invendute, ma è anche vero che quell’impegno è subordinato ad alcune condizioni, tra le quali la cessione delle sofferenze. Data l’incertezza sulla effettiva capacità di attrarre nuovi azionisti per una cifra così alta, la banca sta considerando l’opzione di chiedere ai detentori istituzionali di obbligazioni subordinate la disponibilità a una conversione volontaria delle loro obbligazioni in azioni della banca stessa, al fine di ridurre la dimensione dell’aumento di capitale.  L’esito di questa partita con gli investitori istituzionali è molto incerto. Perché uno di essi dovrebbe aderire volontariamente, se sa che la banca verrà salvata grazie all’adesione degli altri? Oppure dietro alla parola “volontaria” si nasconde un bail-in mascherato? Tutto questo processo durerà ancora alcuni mesi: l’emissione delle nuove azioni è prevista per novembre-dicembre.

Leggi anche:  La prudenza delle banche centrali

Aiuti di stato: si può

Il tormentone Mps è quindi destinato a continuare e a pesare come un macigno nel panorama bancario italiano. Si dirà: non c’erano alternative, il salvataggio pubblico non è più possibile con le nuove regole europee, poiché implicherebbe l’odiato bail-in. Obiezione: nel caso di Mps, ciò non è del tutto vero. Le regole europee consentono, in caso di aiuto di stato, di disapplicare il bail-in (art. 32.4.d della Bank recovery and resolution directive) e il burden-sharing, cioè il bail-in limitato agli azionisti e obbligazionisti subordinati (punto 45 della comunicazione della Commissione sugli aiuti di stato alle banche), nei casi in cui ciò sia necessario per preservare la stabilità finanziaria di un paese. Questa condizione si applica a Mps, che è la terza banca italiana e ha una dimensione sistemica per il nostro paese.
Si dirà ancora: ma se interviene Pantalone, acquistando azioni Mps, chi ha sbagliato non pagherà mai i suoi errori. Anche questo non è vero: la stessa Brrd prevede che le autorità di supervisione e di risoluzione (Bce e Banca d’Italia) abbiano poteri di intervento per la rimozione e sostituzione dei vertici bancari (sia prima sia durante una procedura di risoluzione), indipendentemente dalla presenza di aiuti pubblici. Si noti che l’onere per lo stato italiano sarebbe compensato dalla acquisizione di una attività, per cui il debito lordo aumenterebbe ma quello netto no: non è un caso se altri paesi hanno affrontato la crisi delle loro banche entrando nel capitale e poi rivendendo le loro partecipazioni.

Noi parliamo, gli altri fanno

Infine, è di questi giorni la notizia che il governo portoghese è stato autorizzato dalla Commissione Ue a immettere 2,7 miliardi per ricapitalizzare la Caixa geral de depositos, senza che ciò sia considerato aiuto di stato e quindi senza applicare alcuna forma di bail-in. L’accordo con la Commissione prevede l’impegno a ristrutturare la banca, compreso il rinnovo dei vertici.
Perché il Portogallo (che peraltro ha un rapporto debito/PIL del 130 per cento, simile al nostro) ha ottenuto un accordo che l’Italia non ha saputo (o voluto) ottenere? Le nostre autorità (governo, banca centrale) hanno prima criticato aspramente le nuove norme sul bail-in, lasciando intendere di volerle rivedere al più preso e facendo sorgere il sospetto che non volessero rispettarle. Poi si sono appiattite su un rispetto delle regole così supino da non sfruttare neppure i margini di negoziazione possibili, nel rispetto di quelle regole. I governanti degli altri paesi parlano di meno e portano a casa di più.

Leggi anche:  Alle banche tedesche un bel regalo da tutti noi *

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  La prudenza delle banche centrali

Precedente

Il Punto

Successivo

Scuola: concorso a cattedra davvero troppo selettivo?

  1. Marco

    Ammesso che Padoan non sia incopetente, allora la domanda da farsi è: perchè il governo italiano avrebbe “voluto” attuare il bail-in? Quali vantaggi avrebbe? Sicuramente non il consenso dei cittadini e quindi cosa c’è dietro? I giornalisti dovrebbe indagare su questo!

    • Marco

      E se il bail-in fosse necessario solamente quando l’istituzione non è salvabile in quanto lo stato non avrebbe i soldi o non vuole sporcarsi le mani? Se la memoria e l’intuizione non mi inganna, in germania c’è una banca un po troppo esposta sui derivati.. si potrà dire “non è previsto il salvataggio”.. potrebbe avere senso?

  2. andrea luzzi

    Ma CGD non è pubblica? L’Europa ha permesso molte volte ad uno stato sovrano di salvare una Banca che già rientra nel bilancio consolidato. Il problema è farlo con una banca privata, come MPS. Mi sembra che la differenza fra le due situazioni sia chiara e lampante. O no?

  3. Per quel che vale, Caixa geral de depositos è un abanca pubblica, quindi ricapitalizzarla non è per definizione aiuto di stato.
    Meglio stare attenti prima ti tirare conclusioni errate, spece su un sito autorevole.

  4. azelio

    Mah, non capisco, Caixa Geral e’ un’ istituto bancario pubblico quindi con capitale pubblico pertanto e’ ovvio che si autorizzi un intervento pubblico e chi altro se no? Chi dovrebbe intervenire se non lo stato, che ne è il proprietario a sanare la posizione traballante di Caixa? Non riesco a capire questa dimenticanza da parte dell’autore ,peraltro titolato ,dell’articolo

  5. paolo

    al di là dell’errore che inficia il confronto tra i governi, mi pare che resti comunque sullo sfondo una domanda.
    perchè mai lo stato dovrebbe “aiutare” una banca che si è autorovinata, invece casomai di comprarsela con un’opa ostile, pubblicare tutti i documenti interni su wikileaks a vantaggio di stampa (e magistratura) per ricostruire le responsabilità, mettere le sofferenze nelle mani di equitalia, operare un bail-in selettivo limitato alle quote eccedenti 100.000 € (in modo da proteggere i piccoli investitori ignari), risanare la banca e poi usarla per finanziare imprese invece di speculazioni?

  6. Magari se il Dr.Baglioni volesse rispondere alle obiezioni avanzate nei commenti gli saremmo grati

  7. alberto pera

    L’analisi mi pare corretta, e richiama le discussioni già in corso prima del lancio del progetto aumento di capitale. MPS è una banca “sistemica” per il sistema italiano e un intervento pubblico temporaneo sarebbe giustificato. Peraltro, è da osservare che gli azionisti di MPS hanno già largamente pagato, con il deprezzamento delle azioni: la questione è se debbano pagare anche gli obbligazionisti, subordinati e non….

  8. SpeculaThor

    Che Caiaxa sia pubblica mentre Mps sia Privata è solo Forma. Nn solo xrchè Tremonti Bond son Azioni in mano allo Stato.
    Ma soprattutto xrchè tutte le Leggi del mondo si formano sulla base di Rapporti di Forza e di Interesse. Se sei mio amico si puó altrimenti no. Alla fine Merkel ha concesso che Cdp Salverà xrchè deve salvar Nostro Gov. Il fatto brutto é che nn è vero che Banchieri verran puniti x Truffe e Falsi.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén