Il dibattito sul referendum del 4 dicembre è andato, nel paese, molto al di là dei contenuti della riforma istituzionale. Su lavoce.info abbiamo cercato di esporre analisi documentate utili per esprimere un voto ragionato. Abbiamo raccolto in un Dossier gli interventi pubblicati e alcuni inediti.
La terza volta
Per la terza volta nella storia repubblicana italiana, il prossimo 4 dicembre gli italiani saranno chiamati a giudicare con il loro voto una proposta di riforma costituzionale. Un bilancio in pareggio fino a questo punto: nel 2001 vinse il “sì” col 64 per cento dei voti (riforma del Titolo V; affluenza al 34 per cento) mentre nel 2006 vinse il “no” col 62 per cento dei voti (affluenza al 52,5 per cento).
La riforma, se approvata, porterà a una modifica sostanziale delle modalità di composizione e funzionamento del Parlamento, nonché a un ridisegno dei rapporti tra stato e regioni. Un vero e proprio passaggio, se a qualcuno piacciono queste classificazioni, alla “seconda Repubblica”.
Proprio per la rilevanza dell’argomento, sembra davvero uno spreco (di risorse, di voti, e anche di tempo) caricare l’appuntamento referendario di significati che vanno oltre la riforma costituzionale stessa. Uno spreco di risorse, perché per giudicare un governo e la maggioranza che lo sostiene basterebbe aspettare la prossima tornata elettorale (nella più lunga delle ipotesi, poco più di un anno); uno spreco di voti, perché l’esercizio di questo diritto deve essere fatto in maniera responsabile e non strumentale, proprio per rispetto alla Costituzione stessa; e uno spreco di tempo, vale a dire quel tempo necessario a redigere ed approvare le riforme costituzionali. Questo non significa che ogni riforma debba essere sempre approvata: ci mancherebbe. Ma ci sia augura almeno che essa sia giudicata esclusivamente sulla base del suo contenuto.
Molto entusiasmo, anche troppo!
I toni assunti dalla campagna per il “no” e per il “sì” al referendum non sono sempre stati all’altezza di un confronto civile. Tuttavia, chi di noi ha potuto partecipare a incontri, conferenze, dibattiti sul territorio, avrà scoperto un entusiasmo anche sorprendente da parte degli elettori rispetto a questo tema, sia in senso negativo sia in senso positivo. I cittadini si sono voluti informare, hanno avuto modo di riprendere (o prendere per la prima volta) in mano la Costituzione italiana, l’hanno potuta apprezzare e giudicare. I referendum che hanno diviso gli italiani non sono stati pochi: su tutti, basti pensare alla scelta tra monarchia e repubblica. Tuttavia, ciò non ha impedito al paese, dal giorno seguente, di accogliere l’esito elettorale con maturità.
Abbiamo raccolto in un Dossier i numerosi, dettagliati e dibattuti articoli pubblicati da lavoce.info – e alcuni inediti – sulla proposta di riforma costituzionale che saremo chiamati a giudicare tra poche ore. Un modo per riordinare le nostre idee, toglierci gli ultimi dubbi, magari farcene venire di nuovi; ma soprattutto con l’obiettivo di arrivare a un voto informato che, vada come vada, segnerà un momento cruciale nella storia del nostro paese.
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Gabriele
Buon articolo , purtroppo la media degli italiani , non ha la testa . Su questo referendum poi , emerge ancora di piu’ l’assurdita’ , per cui quasi tutti i partiti Lega M5S Forza Italia , chiedono ai loro simpatizzanTi di votare No , quindi staccare il loro cervello e collegarlo a quello di Salvini , Grillo , Berlusconi , una follia , peggio che nella Russia di 30 anni fa’. E questo sarebbe il sistema democratico dove il popolo dovrebbe decidere !! No vogliono decidere i capi del partiti ed i loro elettori , come pecore. Povera Italia Gia’ da mente libera dissento molto un po’ con tutti i partiti , poi sulle elezioni politiche uno si deve schierare , ma su un referendum , questo e’ vergognoso. Bisogna si ragionare con la testa . Ma il fronte del no , non ha argomentazioni valide , solo abbattere Renzi , e’ chiaro anche ai bambini
Mahmud
Rispettare le scelte altrui é importante per impostare un dialogo civile. Basta dire che chi vota sì lo fa per servilismo o che chi vota no lo fa per sgambettare Renzi. Buon voto a tutti!
ANGELO PARODI
Non sono certo che la maggioranza degli italiani conosca la costituzione, anche se è “la più bella del Mondo” e neppure le implicazioni che derivino dalle modifiche apportate. Al riguardo ci sarebbero dei pro e dei contro ma si tratta di una riforma calata dall’alto, ora si tratta di prendere o lasciare. No, il referendum non può essere sul merito soprattutto dopo l’intervento del Primo Ministro che per otto mesi ha blandito, minacciato, evocato disastri ecc…alla fine i cittadini sono chiamati a votare un plebiscito su Renzi. Auguri a tutti.
Ewiak
Dove ci stiamo dirigendo adesso? La Bibbia dice: “[il re del nord = Russia a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Daniele 11:27)] ritornerà nel suo paese con grandi ricchezze [1945], e il suo cuore sarà contro il patto santo [l’ostilità nei confronti dei cristiani], e agirà [attività in ambito internazionale], e tornerà al suo paese [1991-1993. La disintegrazione dell’Unione Sovietica e del Patto di Varsavia. Le truppe russe restituito alla paese]. Al tempo fissato [il re del nord] tornerà.” (Daniele 11:28, 29a) Il ritorno della Russia significa qui crisi, che eclisserà la Grande Depressione, la disgregazione non solo dell’area euro, ma anche dell’Unione europea e della NATO. Molti paesi dell’ex blocco orientale tornerà nella sfera d’influenza della Russia. Tale è il piano di Dio.
Emmanuel Bomah Miezan
Ciao grabriele credo che le argomentazioni siano illustrate nel dossier in modo imparziale cioè di buono c’è la velocità legislativa ma di negativo…beh la rigidità al cambiamento dovuta al nuovo senato. Quindi se nell’eventualità ci fosse qualcosa da modificare come faremo il 4 Dicembre sarebbe praticamente impossibile
Massimo Reale, Firenze
Se fossimo in Svizzera (ah quanto mi piacerebbe esservi!) il referendum del 4 dicembre dovrebbe essere giudicato solo sulla base dei suoi contenuti. Noi abbiamo in discussione l’intera problematica irrisolta del vecchio PCI mai divenuto un partito normale. Il comitato per il NO guidato da D’Alema, che schiera contro Renzi la CGIL e l’ANPI indica che anche in quest’occasione si combatte la solita battaglia tra i post-comunisti. Personalmente mi auguro che perdendo il referendum D’alema si faccia una sua correntuccia e sparisca dal proscenio – insieme all’ANPI e a una certa CGIL – lasciando gli italiani liberi di accedere alla modernità
Andrea
complimenti lei ha capito perfettamente lo spirito dell’articolo.