Nessuno stato dell’Unione può far prevalere a suo piacimento le leggi interne su quelle europee. Lo sostiene la stessa Corte costituzionale tedesca. L’Italia potrebbe forse rivendicare una propria identità costituzionale sul bilancio. Ma le conviene?
Dove sbaglia Giorgia Meloni
Alcuni importanti esponenti del centrodestra, come Giorgia Meloni, hanno sostenuto che, in caso di contrasto tra le norme europee e quelle nazionali, la Germania fa prevalere queste ultime se sono più vantaggiose per gli interessi del paese. Su questo presupposto, il centro-destra propone di imitare la Germania; nel suo programma infatti è scritto che la Costituzione italiana “deve prevalere sul diritto comunitario, sul modello tedesco (recupero di sovranità)”.
Diciamo subito che queste affermazioni sono grossolanamente errate. È intuitivo – solo i fautori della Brexit fanno finta di non capirlo – che per avere un mercato comune e politiche comuni occorrono norme che non possono essere derogate unilateralmente dai singoli stati. Ad esempio, se l’Italia, in deroga ai divieti europei, ponesse dazi sulla meccanica tedesca per proteggere le imprese italiane, perché la Germania non dovrebbe disapplicare, anch’essa in violazione delle regole Ue, le norme sul made in Italy? Moltiplicate il tutto per 27 stati membri e otterrete, in pochi mesi, la fine del mercato unico.
Ciò nonostante è vero che il problema del rapporto tra norme nazionali e norme europee si è posto in Germania in maniera molto più forte che negli altri paesi europei. La Corte costituzionale tedesca è più volte intervenuta per definire i confini e le condizioni della prevalenza del diritto europeo sul diritto tedesco. In estrema sintesi e con le inevitabili semplificazioni dovute allo spazio disponibile, ecco il quadro delineato dai giudici di Karlsruhe.
La posizione della Corte costituzionale tedesca
L’Unione europea nasce, nel 1958, da un volontario atto di cessione di una porzione di sovranità degli stati che ne fanno parte a favore delle istituzioni comuni. Più precisamente i parlamenti degli stati membri hanno acconsentito, mediante le leggi di ratifica dei trattati europei, a rinunciare ad adottare norme nazionali nei settori che sono stati attribuiti alla competenza dell’Unione, quali ad esempio la circolazione delle merci, dei capitali, delle persone, la politica commerciale, agricola, di concorrenza e così via. Naturalmente, gli stati non si disinteressano di questi settori: infatti sono direttamente rappresentati nel Consiglio dell’Unione che è l’istituzione che – insieme al Parlamento europeo – adotta gli atti normativi europei.
La Corte costituzionale tedesca ha più volte esplicitamente riconosciuto che la cessione di sovranità all’Unione comporta che, nei settori attribuiti, il diritto dell’Unione prevalga su quello nazionale. La Corte tuttavia ha precisato di avere a disposizione – in due casi particolari – una sorta di “freno” che blocca la prevalenza del diritto dell’Unione e ripristina l’applicazione del diritto tedesco.
Anzitutto, la Corte può esercitare un controllo sul fatto che gli atti dell’Unione non vadano oltre le competenze che le sono state conferite (revisione ultra vires). Ciò perché il Bundestag – dove risiede la sovranità popolare – mantiene la competenza legislativa in tutti i settori non conferiti all’Unione e dunque se questa invade quei settori è lecito alla Corte negare la prevalenza del diritto europeo su quello tedesco.
Il secondo caso di blocco della prevalenza del diritto europeo si ha nell’ipotesi in cui il diritto dell’Unione incida sull’identità costituzionale tedesca (“revisione identitaria”). Alcuni diritti fondamentali e alcuni elementi costituzionali indicati nell’articolo 79 della legge fondamentale tedesca non sono cedibili a nessuno, nemmeno con un atto del Bundestag. Pertanto, se l’evoluzione del diritto europeo finisse per incidere sugli stessi, la Corte sarebbe legittimata a bloccare l’efficacia di tale diritto e ripristinare l’impero della legge tedesca.
La Corte ha anche precisato che nell’ambito delle norme che costituiscono l’inalienabile identità costituzionale tedesca rientra anche il potere di bilancio: “le decisioni sulle entrate e le spese pubbliche – ha detto la Corte – sono una parte fondamentale della capacità di uno stato costituzionale di dare forma a se stesso in maniera democratica”. La questione ha avuto concreto rilievo in occasione del programma di acquisto sui mercati secondari del debito sovrano di alcuni stati membri, tra cui l’Italia, lanciato dalla Banca centrale europea nel 2012. In quell’occasione le rassicurazioni della Corte di giustizia europea hanno convinto i giudici di Karlsruhe a non tirare quel freno costituzionale, che, di fatto, avrebbe portato alla dissoluzione dell’euro.
La vicenda costituzionale tedesca conferma che nessuno stato dell’Unione – né la Germania né qualsiasi altro– può far prevalere a suo piacimento le leggi interne su quelle europee.
Sull’esempio tedesco, l’Italia potrebbe forse rivendicare una propria identità costituzionale in materia di bilancio. Ma è bene ricordare che queste orgogliose chiamate a difesa della patria sono molto più facili quando i bilanci pubblici sono in equilibrio e si può assumere la posizione del creditore, piuttosto che quando il bilancio pubblico soffre del secondo peggior rapporto debito/Pil al mondo e tra le maschere del carnevale europeo si è costretti a indossare le vesti del debitore.
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Savino
Il sovranismo è idea gretta che ci fa tornare indietro di almeno 100 anni. Salvini e Meloni rimangano pure addormentati sul Piave credendo di combattere per un fazzolletto di terreno col vicino di casa. Il mondo è cambiato, la tecnologia ha aiutato gli scambi e la mobilità, aprendo nuovi orizzonti. Sveglia!
Mario Angli
Il sovranismo sarà vecchio, ma il globalismo è passato di moda. Siamo alla fine della ”fine della storia”. La globalizzazione ha ucciso la classe media occidentale, non solo quella italiana, perché come da narrativa globalista gli italiani sono un popolo di incapaci. Basta vederlo nei media: nel momento in cui i media occidentali, via tecnologie e globalizzazione si sono trovati a fare i conti con i nuovi media online, spesso provenienti da paesi emergenti, ecco che è scattata la domanda di protezionismo da parte dell’elite globalista con la scusa della ”fake news”. Ma pensa un po’, quando si inizia a perdere terreno si vuol protezione alla fine? I globalisti non vogliono capire che il loro sostegno dipende dalla prosperità della classe media occidentale? E sia. La storia va avanti, i globalisti verrano spazzati via. Neanche voi riuscite a tenere il passo della vostra costruzione.
Savino
Sono l’ignoranza e l’omologazione alle fesserie dei soliti influencer ad aver ucciso la classe media occidentale.
Se ancora tanta gente è convinta che la povertà si sconfigga mettendo al potere il più ricco di tutti, così diventiamo come lui, io questo atteggiamento lo chiamo stupidità. E ne vedremo tanta di stupidità della gente il 4 marzo.
Mario Angli
Quindi in quei paesi occidentlali in cui la classe media è crollata, ma non c’è stato ”il più ricco al potere” la colpa di chi è?
https://www.socialeurope.eu/europes-shrinking-middle-class
Germania, Svezia, Spagna, paesi abbastanza diversi dall’Italia, notoriamente spazzatura perché gli Italioti sono cattivi. Anche in quei posti ”ignoranza ed omologazione”? Le suggerisco anche di leggere gli studi di Branko Milanovic su chi sono i vincitori (elite globalista occidentale e classe media asiatica) ed i perdenti (classe media europea ed americana) della globalizzazione. Magari poi la si smette di fustigarsi, si vede che è una problema sistemico e si cercano soluzioni. Altrimenti si continua su questa strada, finché non diventa necessario impedire alla gente di votare per sfasciare tutto, a quel punto i ”liberali” diventano dittatori, e la tendenza già si vede e l’unica soluzione rimane la rivoluzione.
Savino
Juncker: Per l’Italia ci stiamo preparando alla situazione peggiore.
Continuando ad avere la testa dura la pagheremo davvero cara e la pagheranno cara le nostre prossime generazioni
Henri Schmit
Condivido pienamente questo bell’articolo su un tema importante, anche per capire e (ri-)definire la democrazia. L’odierno sovranismo rivela una certa ignoranza sia della realtà europea e internazionale di cui l’articolo, sia delle difficoltà logiche che la nozione stessa implica. Gli inglesi stanno riscoprendo entrambi questi elementi. La loro volontà di liberarsi dal giogo di Bruxelles cozza con le conseguenze reali che qualsiasi tipo di separazione implica. Hard o soft Brexit, rimanenza nel mercato unico o addirittura nell’unione doganale, lentamente scoprono che tutte le soluzioni sembrano avere più svantaggi che vantaggi. Ma stanno anche riscoprendo i fondamentali della teoria della sovranità (popolare e statale). L’assolutismo di Hobbes porta direttamente a delle aporie indecidibili Locke capisce invece l’inevitabilità del paradosso e l’incongruenza della teoria del sovrano assoluto; evita quindi di parlare di sovranità e si accontenta della nozione relativa di potere superiore: sopra ogni autorità positiva c’è sempre un potere virtuale che lo può sfiduciare. Per i sovranisti di oggi e di ieri (anni 20 del 900) tre secoli sono passati invano.
Francesco
L’articolo e` interessante e veramente utile. Credo, nonostante tutto, che sarebbe opportuno imitare i tedeschi, perche’ un italiano veramente amante della democrazia in Italia non puo` non ritenere che nella inalienabile identità costituzionale italiana rientra anche il potere di bilancio e questo obbliga a ritenere che “le decisioni sulle entrate e le spese pubbliche sono una parte fondamentale della capacità di uno stato costituzionale di dare forma a se stesso in maniera democratica”.
Marcello Romagnoli
1) La Corte costituzionale tedesca non ha alcuna giurisdizione sugli altri paesi. Può dire della Germania e basta. Accettare supinamente quello che dice la CCT è tradire la Costituzione Italiana.
2) La Corte Costituzionale Italiana ha ribadito più volte che qualunque legge proveniente dalla UE o da qualunque organismo internazionale trova un invalicabile muro nei principi fondamentali della Costituzione Italiana(Sentenza CC nr. 238/14). O prima si annulla la Costituzione Italiana oppure NON SI PUO’ andare contro di essa. Io ovviamente sono contro l’annullamento della Costituzione Italiana.
Albertino
come al solito si vuole far passare il messaggio che non ci sono alternative e non si può tornare indietro. per fortuna che NON E’ VERO !
Henri Schmit
Giustissimo! Abbiamo pure la prova tangibile che il ripristino della piena sovranità è possibile: la Brexit. Invito ad immaginare un Italexit cioè Brexit + più debito pubblico fuori controllo + lira non sterlina + fiscalità non competitiva + immigrazione africana e mediorientale + dipendenza energetica etc Aggiungerei la debolezza istituzionale e l’instabilità governativa, ma sotto questo profilo il differenziale con l’UK si è fortemente ristretto da quando hanno celebrato il loro referendum. Quindi possibile si, ma forse poco praticabile.
Savino
Si tengano pure i loro “patrioti” corrotti, collusi ed evasori.
La verità è che la “gente”, sempre più ignorante al cospetto di un mondo che cambia veloce, sa usare soltanto la rabbia, l’odio, la violenza fomentata da certi influencer sui social network.
Questa società ha bisogno di imparare a stare al mondo e di imparare a stare anche con i diversi da noi.
Salvatore
La dottrina della Corte tedesca non è poi molto dissimile da quella italiana dei c.d. controlimiti. Risalente almeno alla sent. 183/1973. La stessa corte tedesca d’altronde ha però interpellato la CGUE prima di decidere sull’OMT. Questi confronti tra giurisdizioni nazionali e europea sono fisiologici, come detto dalle stesse corti costituzionali, sono dovute anche al deficit democratico dell’UE nel cui superamento sta la vera soluzione al problema.
Maurizio Cocucci
Bisogna fare un po’ di chiarezza. Intanto il richiamo espresso dalla Corte di Karlsruhe sulla prevalenza delle leggi europee rispetto a quelle nazionali era una premessa che riguarda tutte le nazioni facenti parte dell’Unione Europea e la stessa nostra Corte Costituzionale lo ha sentenziato. In ogni caso occorre fare attenzione al fatto che si parla di conflitto tra leggi, non tra leggi (o direttive) europee e norme costituzionali le quali hanno la priorità ed è qui a mio avviso che Giorgia Meloni può aver fatto confusione sulla posizione tedesca, la quale è la stessa nostra tranne quando una proposta come quella degli eurobond non può essere presa in considerazione a livello europeo in quanto in contrasto con la loro Legge Fondamentale o Costituzione che dir si voglia. Il secondo punto riguarda il fatto che alla Corte Costituzionale tedesca erano stati presentati due ricorsi: uno di incostituzionalità del programma della BCE di acquisto di titoli sovrani in larga scale per far fronte alla crisi finanziaria, l’altra in cui si ipotizzava che la BCE stessa con questa misura andasse oltre il proprio mandato. Sul primo punto Karlsruhe ha sentenziato che la misura della BCE non contrasta con la Legge Fondamentale (lo stesso avvenne in precedenza per ricorsi contro i fondi salvastati) mentre per l’altra ha rimandato per competenza alla Corte di Strasburgo la quale ha respinto il ricorso sentenziando che il porogramma di acquisto della BCE rientra nel proprio mandato.