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Brexit, tragicommedia in un atto

Un’intesa tra Regno Unito e Unione europea appare sempre più lontana. Anche perché a Londra gli scenari politici sono tutt’altro che chiari. Nel paese di Shakespeare, solo la finzione teatrale può aiutarci a comprendere la gravità della situazione.

Atto primo, scena 1

 Un tavolo rotondo in una stanza piena di fumo. Dominic Raab, ministro per la Brexit, e Michael Gove, ministro per l’Ambiente, siedono in silenzio. Entra Theresa May.

TM: Dom, Mike! Sapete che non si può fumare negli uffici pubblici!
MG: Non stiamo fumando, prime minister, è il falò dei lacci e lacciuoli imposti dalla UE. L’ha acceso David Davis prima di andare via, e noi continuiamo ad alimentarlo. E in ogni caso, il divieto di fumare è un’altra stupida regola imposta dalla UE. Tornerà di mia competenza come ministro per l’ambiente, e abrogheremo anche questo.
TM: [tra sé] Ecco sì, una legge che piace sia al Guardian sia al Sun, alla Chiesa e ai verdi, al sindacato e alla Confindustria, e questi pagliacci la vogliono abolire. Tra l’altro la UE non c’entra niente [rivolta a Raab] Dom, com’è andato l’incontro con Michel Barnier?
DR: [si mette sull’attenti e balbetta un po’, emozionato] Ah, prime minister, madam. Non…, non ha ancora voluto incontrarmi.
TM: Ma mi aveva promesso! Gli hai dato la proposta Chequers?
DR: Sì madam; prime minister. Sì, gliel’ho data; ha… ha detto che non legge il gallese.
TM: [arrabbiata] Ma sei scemo?!? In gallese gliel’hai data?
DR: Ah, vede, prime minister, Nigel mi ha detto…
TM: [più arrabbiata] Non Farage, spero!
DR: [balbetta senza controllo] Ah. Sì sì, prime minister. Madam. Sì, Nigel… Cioè, Farage, l’ho incontrato per caso al pub. Ha detto che l’inglese non sarà più una lingua ufficiale della UE, e…. e…. mi ha suggerito il gallese, prime minister.
TM: E non ti è passato per l’anticamera del cervello che anche il gallese non sarà più lingua ufficiale? Va’, va’, va’ a mandargli una versione leggibile.

Scena 2

Scena 2. Raab batte i tacchi ed esce in fretta. Entra Philip Hammond, ministro per l’Economia, lugubre, con spessi occhiali neri.

PH: Theresa, la Bank of England dice che il prezzo delle case crollerà se non facciamo un accordo con la UE.
MG: Ottimo, ottimo! Così i giovani potranno finalmente comprar casa! Un altro lato positivo della Brexit!
PH: [con profondo disprezzo, e tono via via più saccente] Gove, idiota non capisci nulla. I prezzi delle case scendono perché i redditi scendono, i giovani avranno meno posti di lavoro e salari più bassi, e non potranno comunque comprare casa. Chi la casa ce l’ha e vuole cambiarla, o peggio deve venderla perché è diventato disoccupato, si troverà con mutui maggiori del prezzo della casa, le banche non potranno recuperare il prestito: se avessi la memoria un po’ più lunga di quella di un pesce rosso ti ricorderesti che 10 anni fa questi mutui si chiamavo junk loan (mutui spazzatura) e furono la causa prima della crisi finanziaria. Questi effetti di equilibrio economico generale, dicono gli esperti…
MG: [salta in piedi sulla sedia] Basta esperti! Il paese non ne può più di esperti! Avevano detto che la luna si sarebbe schiantata su Birmingham! E non è successo! Vedi? Vedi?!
PH: [aumenta il disprezzo] Nessuno aveva predetto la caduta della luna. Invece avevano previsto [conta sulle dita]: aumento dell’inflazione, necessità di scorte di cibo e medicine, svalutazione della sterlina, riduzione dell’investimento estero, patente non valida in Europa, crisi di personale nel servizio sanitario, direzioni delle banche e altri servizi finanziari che si spostano a Parigi, Francoforte o Dublino, visti turistici per andare in vacanza, impossibilità di esportare, confine fisico in Irlanda….
MG: [strilla isterico]: Tutte putt…!
TM: [interrompe entrambi] Voi due! Basta litigare! E moderate il linguaggio! Bisogna rispettare la volontà popolare. Impedire un secondo referendum. E c’è sempre più gente che lo vuole, anche il sindaco si è unito al coro. Nei laburisti solo Jeremy Corbyn rimane contrario. Ho perfino dovuto chiedergli di continuare.
MG: [unisce le mani, come in preghiera, e volge gli occhi al cielo]. San Jeremy! Se non fosse per te avremmo certo perso il referendum due anni fa.
PH: Con rispetto, Theresa, se vogliamo seguire la volontà popolare, un nuovo referendum mi sembrerebbe un buon modo per sapere, una volta che conosce bene le alternative, cosa davvero vuole il popo… [rumore fuori scena, come di armadi che cadono]

Scena 3

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 Entra Jacob Rees-Mogg, deputato tory, capo del Gruppo per la ricerca sull’Europa, punto focale della Brexit dura. Indossa un impeccabile doppio-petto grigio scuro, un monocolo e ha un bastone di canna sotto l’ascella. Dopo di lui entra Boris Johnson, ex ministro degli Esteri, senza giacca, camicia mezza dentro e mezza fuori, sudaticcio e spettinato, cravatta allargata e storta, una scarpa slacciata. Dietro la schiena nasconde un kriss malese. Michael Gove si nasconde sotto al tavolo per accendersi una sigaretta.

JR-M: Prime minister, vengo a nome del gruppo Gruppo per la ricerca sull’Europa, che ha votato all’unanimità di chiederVi di rinunciare alla proposta Chequers, e di presentare una linea dura a Barnier.
TM: Chequers è eccellente per l’Europa, eccellente per il Regno Unito, eccellente per il partito [tra sé] E il meno peggio per me.
PH: Boris!, cos’hai dietro alla schiena?!?
BJ: Baaaaaaaa; aaaaaaaaaaaa. Ah uh, ah, è un regalo del presidente della Malesia, me l’ha dato in una visita.
MG: [da sotto il tavolo] La Malesia è una monarchia.
BJ: ffffffffffiiiiiiiiiifooooooooo fu. Re, presidente, margravio, basilisco, capotribù: non si sa mai chi comanda tra questi selvaggi. Brrrrrrrrrruuuuummm.
H: Boris, i regali di valore superiore a 100 sterline vanno dichiarati e dati al Teso…
BJ: didodum fifofum baaaaaaaa…
JR-M: Boris, non ti distrarre! Ricordati perché siamo qui!
BJ: Ah, sì, giusto. BANZAI!!! [Impugna il kriss, si lancia su Theresa May, ma sbatte il fianco sul tavolo, ribaltandolo, e cade sopra Gove schiacciandolo sotto di sé. Theresa May sviene.]
JR-M: Attenta, Theresa!! [Estrae un delicato lungo fioretto dal suo bastone di canna, e infilza Johnson sul dietro del collo, uccidendolo all’istante.]

Scena 4

Si sentono sirene. Hammond si accascia su una sedia. Entrano due poliziotti in divisa che arrestano Rees-Mogg, due membri della scientifica che esaminano Johnson e due paramedici che soccorrono Gove. I poliziotti escono con Rees-Mogg e i paramedici con Gove, vivo, in barella. Hammond si sveglia e si alza in piedi.

PH: [Dietro di lui il fioretto infilzato nel collo di Johnson oscilla come un lento metronomo] Hanno arrestato Mogg. Ha detto che ha ucciso Boris per difendere il primo ministro. Ma non ha testimoni. Theresa era svenuta, Gove era sotto Boris, e io… anch’io ero mezzo svenuto e, purtroppo, non ho visto niente.
Philip Hammond [rivolgendosi al pubblico]:Un altro complotto sventato; non c’è riuscito l’elettorato a cacciarla via, era ovvio che questi tre sfigati non avevano speranza. Theresa sopravviverà certo fino alla conclusione della Brexit; se ci sarà un referendum, è lei la persona più naturale per difendere la proposta del governo. E se, come sembra sicuro, la proposta Chequers verrà sconfitta, a quel punto sì, dovrà andarsene. Se invece non ci sarà un secondo referendum, il partito la manderà via di certo prima delle prossime elezioni. Io, per parte mia, continuerò a esserle leale e dimostrare calma competenza. Il partito dovrà pur accorgersene, e, chissà, già abito al numero 10, non mi dispiacerebbe anche lavorare al piano terra…

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  1. Henri Schmit

    Aggiungo questa, in salsa populista, trovata su un blog inglese.
    Uno: We have to leave, because that’s the Will of the people.
    L’altro: Hopefully not a Last Will!

  2. paola

    Insospettate doti di sceneggiatore. Rende molto l’idea del clima esistente.
    Un saluto. P.

  3. Giuseppe Angele'

    Hilarious but I am afraid all true!

  4. luciano steve

    Delizioso

  5. marco tagliafico

    GIANNI DE FRAJA,
    è stato William Shakespeare drammaturgo e poeta inglese.
    Notevole!.

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