Tante donne elette negli Stati Uniti con le elezioni di midterm. Sono spesso molto giovani e hanno origini diverse. Sono il frutto di un nuovo modo di fare politica, basato sull’associazionismo diffuso. Potrebbero aprire una stagione di cambiamento.
Dalla Marcia delle donne alle elezioni di Midterm
Dai numeri appare chiaro: quella che è stata chiamata “l’onda blu” – e che ha fatto ottenere ai democratici la maggioranza alla Camera degli Stati Uniti – è in realtà un’onda molto rosa.
Il successo delle donne americane nelle elezioni del 6 novembre (il più importante rispetto a ogni altra tornata elettorale precedente) ha come punto di partenza i movimenti nati dalla Marcia delle donne, che rivendicava i diritti delle donne e delle minoranze. Tenutasi il giorno dopo l’inaugurazione della presidenza Trump, la Marcia ha visto milioni di donne manifestare in molte città americane e pure in alcune europee, tanto da essere considerata la più grande manifestazione nella storia americana. Due anni dopo, la combinazione tra politica di Trump, svolta a destra alla Corte suprema e movimento MeToo ha ispirato un numero di donne molto più alto rispetto al passato non solo a partecipare all’attività politica, ma soprattutto a candidarsi alla carica di deputate, senatrici e governatrici.
Le donne hanno votato più degli uomini (i dati definitivi saranno disponibili solo tra qualche mese) e quando si sono presentate hanno vinto più degli uomini, sia nel partito democratico che nel partito repubblicano. Nel partito democratico hanno vinto alle primarie il 44 per cento di donne e il 21 per cento di uomini; nel partito repubblicano il 34 per cento di donne e il 29 per cento di uomini (grafico 1).
Grafico 1 – Le sfidanti donne hanno sorpassato gli uomini
Come spiega il Brookings Institute, le donne candidate alle elezioni di Midterm sono state 255, le democratiche si sono aggiudicate 100 seggi e le repubblicane 17.
La crescita nasce anche da un modo nuovo di fare politica, legato a centinaia di gruppi di attivisti progressisti che partecipano a movimenti di base sparsi in modo capillare in tutto il territorio americano e che fanno capo all’organizzazione Indivisible nella quale le donne sono circa il 70 per cento.
Non solo il numero delle donne elette con il voto del 6 novembre è più grande rispetto al passato, ma anche la loro composizione è diversa dalle elezioni precedenti.
Prima di tutto, il numero di donne elette che non erano già in carica è il più alto della storia americana. Tra le nuove elette del partito democratico ci sono più donne che si candidavano per la prima volta, giovanissime, ispaniche e afro-americane e, per la prima volta. musulmane e native americane. Mentre il partito repubblicano continua a essere sostenuto e rappresentato prevalentemente da uomini anziani e bianchi, le donne del partito democratico hanno caratteristiche di giovinezza e diversità che – unite assieme – possono dar vita a un fenomeno di lungo periodo. Le donne elette tendono a dare priorità a politiche dirette alla difesa del diritto all’aborto, ai congedi genitoriali, contro la violenza di genere, ma anche a politiche a difesa dei diritti alla salute e contro la povertà.
Giovani donne attive in politica
La tradizionalmente scarsa rappresentanza femminile nella politica negli Stati Uniti è stata in effetti un fenomeno molto particolare e difficile da interpretare, visto che le donne americane sono in media più istruite che in altri paesi, hanno tassi di partecipazione al mercato del lavoro relativamente più alti e più opportunità di carriera. Secondo i dati del Global Gender Forum, gli Stati Uniti si collocavano fino all’anno scorso tra i primi come livelli di istruzione femminili, al diciannovesimo posto per partecipazione economica e opportunità di impiego, ma solo al novantaseiesimo come rappresentanza politica. Nella maggior parte dei paesi avanzati (per esempio, in quelli nordeuropei) si riscontra invece una correlazione positiva tra la partecipazione al mercato del lavoro, l’istruzione e la rappresentanza politica.
Forse, adesso, la situazione potrà cambiare anche negli Stati Uniti, dal momento che il successo elettorale femminile è accompagnato da un forte mutamento nei comportamenti politici delle donne, anche tra le più giovani. Non solo infatti partecipano e protestano più che in passato, ma aumentano nettamente anche i loro contributi finanziari, in misura maggiore degli uomini (grafico 2)
Grafico 2 – Le giovani donne sono politicamente attive
Nelle campagne elettorali di Midterm, i contributi finanziari delle donne sono stati il 36 per cento in più rispetto al 2016. Il cambiamento appare molto rilevante anche per le donne più giovani che partecipano di più dei giovani uomini alla vita politica, sia con la presenza a manifestazioni ed eventi politici sia con donazioni. Pur senza il sostegno del Senato, le donne in parlamento potranno fare proposte di legge importanti per difendere i loro diritti e quelli delle minoranze.
Come dimostrano recenti ricerche, infatti, le donne sono più pragmatiche, inclusive e capaci di collaborare anche con gruppi diversi. Oltre tutto, nei paesi dove è più alto il numero di donne elette, la corruzione è più bassa ed è una correlazione che rimane valida a tutti i livelli di governo.
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Elsa
La prova del nove saranno le prossime presidenziali. sarà interessante da guardare.