Il primo segnale di una recessione alle porte arriva dalle imprese italiane. Le quali, secondo l’indice Pmi composite, da due mesi hanno rallentato l’acquisto di beni e servizi. Sintomo che la fiducia degli operatori è in calo.
L’economia italiana è in rallentamento dall’inizio dell’anno ma il rallentamento (minor crescita ma pur sempre positiva) si è tradotto dopo l’estate in numeri negativi.
La società Markit elabora il composite Pmi (Purchasing managers index), ossia un indice costruito intervistando i responsabili degli acquisti di beni e servizi (Purchasing managers, da cui Pmi come Purchasing manager index) da parte delle imprese. Tiene conto di nuovi ordini, produzione, occupazione, consegne e scorte nel settore manifatturiero e dei servizi. Può essere quindi indicativo delle aspettative delle imprese. Un valore inferiore a 50 indica una probabilità di contrazione, mentre un valore superiore al 50 indica una possibile espansione.
Il Pmi composto dell’Italia è inferiore a 50 anche in novembre (49,3), dopo il dato ugualmente negativo di ottobre. Il che fa salire la probabilità di un quarto trimestre negativo, e quindi che l’Italia entri ufficialmente in recessione dopo la piccola contrazione del Pil osservata nel terzo trimestre.
Da sottolineare che il dato composto è la media degli indici per il settore manifatturiero (in discesa a 48,6) e per quello dei servizi (in leggero aumento a 50,3).
Fonte: Markit
Il settore manifatturiero ha registrato contrazioni della produzione e dei nuovi ordini per il secondo mese consecutivo, anche a causa della più debole domanda dall’estero e quindi delle esportazioni. Inoltre, ha pesato un aumento dei prezzi medi di acquisto delle materie prime, come petrolio e plastica. Il che potrebbe tradursi anche in un aumento dei prezzi per il consumatore finale.
Fonte: Markit
L’attività del settore italiano dei servizi è tornata a registrare una leggera crescita nel mese di novembre, grazie anche all’incremento del portafoglio clienti che ha a sua volta aumentato il flusso dei nuovi ordini. C’è però da dire che l’aumento delle commesse in entrata è avvenuto al ritmo di crescita più lento in quasi quattro anni.
Anche in Europa il vento non è così favorevole. Come già in ottobre, il Pmi composto dell’Eurozona rallenta, anche se rimane molto al di sopra della soglia critica di 50. Il che segnala una possibile crescita nel quarto trimestre per l’area dell’euro vicina allo 0,3 per cento sul trimestre precedente.
Fonte: Markit
A rallentare tra i grandi paesi europei è la Germania, il cui Pmi composto ha un andamento declinante simile a quello dell’Italia, pur rimanendo superiore a 50 (52,3, il minimo da quattro anni) ma pur sempre sopra alla soglia che indicherebbe l’arrivo di una recessione. Francia e Spagna non rallentano invece, ma confermano la crescita del trimestre precedente, dunque non così rapida come a fine 2017 ma comunque chiaramente positiva. La recessione dunque sembra destinata fermarsi al di qua delle Alpi, chissà perché.
Fonte: Markit
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Carmine Meoli
Mai come adesso andrebbero cantierate per legge e in deroga opere come la Roma – Latina , la trasformazione della SSS 372 in autostrada , un nuovo GRA per Roma e il Ponte sullo Stretto in aggiunta alle grandi opere in discussione . Investimenti atrategici e con potenziale anticlico avrebbero effetti piu elevati del RDC e della Flat tax .