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L’educazione finanziaria parte dal proprio portafoglio*

L’efficacia dell’educazione finanziaria dipende, tra l’altro, dalla motivazione all’apprendimento dei potenziali destinatari. Nella definizione dei contenuti e dei canali di comunicazione delle iniziative per diffonderla è utile tenerne conto.

Il Rapporto Consob

Nel nostro paese, l’interesse personale rimane uno tra i principali fattori che favoriscono le conoscenze finanziarie dei cittadini, subito dopo l’esperienza professionale e la gestione del budget familiare e prima della famiglia di origine (figura 1). È quanto emerge dal quarto Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane della Consob.

Figura 1 – Elementi di background delle conoscenze finanziarie

Il dato rimanda a una questione cruciale in un contesto come il nostro, nel quale la gestione delle finanze personali non è di solito materia insegnata a scuola: come si possono potenziare le occasioni di apprendimento per gli individui? Su questo punto lavorano in stretto coordinamento le istituzioni che partecipano al Comitato nazionale per l’educazione finanziaria, insediatosi nel luglio 2017, in attuazione della Strategia nazionale e del relativo programma.

Ma c’è un’altra importante questione che emerge dalle rilevazioni Consob: il riferimento all’interesse personale evoca la motivazione all’apprendimento quale presupposto indispensabile per il successo di qualsiasi iniziativa sul tema.

Quando c’è un eccesso di confidenza

Perché gli individui dovrebbero essere interessati all’educazione finanziaria? Per vari motivi: perché sanno di non sapere, per attitudine personale, perché ne percepiscono l’utilità.

Il rapporto Consob fornisce alcune evidenze su questi aspetti, anzitutto misurando le conoscenze finanziarie percepite, oltre a quelle effettive. In particolare, raccoglie l’autovalutazione degli intervistati prima di sottoporre loro alcune domande di cultura finanziaria e poi dopo averle somministrate.

Prima di conoscere le domande, più del 40 per cento del campione afferma di avere un alto livello di competenze, mentre la proporzione di individui che ritiene di aver compreso uno specifico concetto oscilla da poco più del 20 per cento per l’interesse composto e il rapporto prezzo-interesse delle obbligazioni al 56 per cento per l’inflazione (figura 2).

Figura 2Conoscenze percepite: valutazione a priori

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Fonte: Consob, Report 2018.

Nel concreto, poco più della metà del campione sembra conoscere concetti di base quali inflazione, trade-off rischio-rendimento e diversificazione di portafoglio, mentre meno del 20 per cento conosce nozioni avanzate come il rischio di titoli quotati e la relazione prezzo-interesse delle obbligazioni (figura 2).

Figura 3 – Conoscenze finanziarie di base e avanzate

Fonte: Consob, Report 2018.

Sulla base del confronto tra risposte effettive e autovalutazione a posteriori, il 25 per cento degli intervistati mostra un disallineamento fra conoscenze reali e percepite qualificabile come eccesso di confidenza (overconfidence – figura 3).

Figura 4 – Disallineamento tra conoscenze reali e conoscenze percepite

Fonte: Consob, Report 2018.

Non è l’unico esempio di potenziale eccesso di confidenza: il rapporto mostra infatti che solo il 10 per cento del campione è in grado di ordinare correttamente per livello di rischio alcuni strumenti finanziari che tuttavia vengono considerati “familiari” da percentuali di intervistati di gran lunga superiori.

Quali sono invece i tratti personali che possono orientare l’interesse verso i temi economico-finanziari? Il rapporto raccoglie l’inclinazione dichiarata dagli intervistati verso le informazioni numeriche e le attività cognitive impegnative, l’ansia provata nel gestire le finanze personali, la capacità di raggiungere gli obiettivi (autoefficacia) e l’autocontrollo. Se la cultura finanziaria (reale e percepita) aumenta con l’apprezzamento per le informazioni numeriche e le attività cognitive impegnative, l’autoefficacia e l’autocontrollo, l’ansia ha viceversa un effetto negativo.

Come migliorare le competenze finanziarie

L’ultima sezione del rapporto, infine, utilizza la cosiddetta teoria del comportamento pianificato (theory of planned behaviour – TPB) per indagare le intenzioni degli individui di compiere azioni concrete per innalzare la propria cultura finanziaria. In generale, secondo la teoria, un comportamento è direttamente influenzato dalle intenzioni, che sono a loro volta associate a tre “costrutti psicologici” (il giudizio sul comportamento in termini di importanza e utilità, la pressione sociale percepita a supporto del comportamento, il livello di controllo percepito sul processo da attuare per la realizzazione del comportamento) sui quali incidono fattori di background quali caratteristiche individuali, variabili socio-demografiche e livelli di informazione e conoscenza. Il rapporto 2018 mostra che rispetto all’accrescimento delle proprie conoscenze in materia di risparmio e investimenti solo il 20 per cento degli intervistati formula un giudizio di utilità elevata e altrettanti percepiscono una pressione sociale significativa da parte di familiari, amici e colleghi. Tuttavia, quasi due terzi del campione pensa di poter esercitare un livello di controllo medio o elevato sulle azioni da porre in atto per migliorare le proprie competenze.

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Il rapporto Consob offre diversi spunti di riflessione sulle azioni necessarie per predisporre un terreno fertile all’educazione finanziaria. In particolare, sensibilizzare i cittadini sulla necessità di accrescere le proprie competenze sembra una strada obbligata per innalzare il livello di attenzione (e la pressione sociale) verso temi che appaiono ancora poco “salienti”, ossia troppo lontani dalla propria quotidianità (si veda qui e qui). Ciò anche per effetto di profili psicologici e attitudinali che, come evidenziato dalle scienze cognitive e dalle neuroscienze, condizionano i processi decisionali in ambito economico-finanziario e che devono essere tenuti in considerazione nella definizione dei contenuti, della comunicazione e dei canali di divulgazione delle iniziative di educazione finanziaria.

* Ufficio studi economici, Consob. Il presente intervento riprende e sviluppa alcuni temi documentati nel Report Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, curato da Nadia Linciano, Valeria Caivano, Monica Gentile e Paola Soccorso. Le opinioni espresse sono personali e non impegnano in alcun modo l’Istituzione di appartenenza.

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Paletti per i rimborsi alle vittime dei dissesti bancari

  1. Savino

    Poniamoci un altro problema: oggi la disponibilità finanziaria è solo nelle mani di persone troppo adulte e, spesso, scarsamente istruite. Non si sbloccano gli investimenti, non si eticizzano e non si diversificano con questo genere di platea. La mancata redistribuzione tra generazioni crea un portafoglio, sul profilo psicologico, momotematico e triste che, per giunta, si ritiene, con mentalità arcaica, sacro ed eterno.

  2. Gerardo Coppola

    Mi sono occupato per quasi 10 anni di EF. Le persone pongono quesiti concreti non astratti. Inutile ostinarsi con argomenti generici. Le domande più frequenti sono due: Come essere sicuri dei propri risparmi in una determinata banca. Come risparmiare sui servizi bancari e finanziari. Domande molte ma non ho mai sentito una risposta convincente.

    • amadeus

      Come essere sicuri dei propri risparmi in una determinata banca? Risposta vera: Non si può. Ma poichè l’esigenza di sicurezza, che spinge a fare la domanda, è reale, il soggetto che pone la domanda cercherà e si affiderà a coloro che gli daranno una risposta affermativa.
      Come risparmiare sui servizi bancari e finanziari ? Risposta vera: Costa tempo e fatica. Ma poichè il tempo è scarso e la fatica provoca disutilità, il soggetto che pone la domanda si affiderà a coloro che gli diranno: “Non preoccuparti, ci penso io”.

  3. marcello

    Mi farebbe piacere sapere come viene spiegato il caso Amazon:Un’impresa, meglio l’impresa, che in 24 anni non ha mai, dico mai, distribuito un dividendo eppure ha un prezzo per azione di 1671 dollari e un rapporto prezzo/rendimento di 84, solo perchè Trump ha ridotto (abolito) le imposte sugli utili; cioè chi acquista amazon e come se impiegasse 84 dollari per avere un rendimento di 1 dollaro l’anno prossimo. Forse la cosa più semplice è spiegare come si valuta l’attitudine al rischio di un risparmiatore e quindi gli si propone qualcosa che in questa prospettiva abbia un senso.

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