Lavoce.info

Oltre il muro, così cambia l’America

Negli Sati Uniti si continua a discutere dell’eventuale completamento del muro al confine con il Messico. Intanto, però, il processo di trasformazione sociale ed etnica del paese è già ben delineato. E le elezioni presidenziali del 2020 lo testimonieranno.

Le minoranze etniche negli Usa

Negli Stati Uniti la comunità bianca è storicamente la più numerosa, mentre le minoranze principali sono quella ispanica, quella afroamericana e quella asiatica. Secondo le previsioni dell’Ufficio statistico americano, la popolazione Usa dovrebbe aumentare complessivamente di circa il 30 per cento tra il 2015 e il 2060 (da 321 a 417 milioni).
La popolazione di etnia bianca, che attualmente rappresenta il 61,7 per cento del totale, è destinata a perdere la maggioranza assoluta fra un quarto di secolo: nel 2045 scenderà al 49,3 per cento e nel 2060 al 43,6 per cento (figura 1). In aumento, invece, la componente ispanica, che passerebbe dall’attuale 17,7 per cento al 25,3 del 2045 e al 28,6 del 2060. In crescita anche la componente asiatica, dal 5,3 al 9,1 per cento. La componente afroamericana, invece, registrerebbe un aumento meno intenso, dal 12,4 al 13 per cento.
Già oggi la composizione etnica varia molto da stato a stato, con una forte presenza ispanica soprattutto nel Sud-Ovest (Texas, New Mexico, California) e afroamericana nel Sud-Est (Mississippi, Alabama, Louisiana). Nel 2050, gli stati Usa con maggioranza etnica non bianca passeranno da 7 a 24, coprendo tutta la fascia meridionale e orientale (figura 2).
Un simile scenario avrà inevitabilmente ripercussioni politiche. Osservando i risultati del voto 2018 della Camera dei rappresentanti (figura 3), si nota una netta diversificazione a seconda della provenienza etnica. Tra l’elettorato bianco, oggi in maggioranza negli Stati Uniti, il Partito repubblicano ha ottenuto il 54 per cento dei voti. Tra le principali minoranze, invece, hanno vinto i Democratici. Particolarmente significativo il voto della comunità afroamericana, in cui il 90 per cento si è schierato con i democratici.

Figura 1 – Previsioni demografiche Usa, composizione etnica della popolazione *

Fonte: Elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati US Census Bureau

Leggi anche:  I pregiudizi sull’immigrazione contagiano anche i giovani

* Nota metodologica. Per stimare il gruppo etnico delle nuove nascite, il Census Bureau americano utilizza una metodologia denominata “Kid Link Method”: tiene conto dei tassi di fecondità dei diversi gruppi e della distribuzione di donne e uomini con bambini sotto i 18 anni, assegnando un gruppo etnico a ciascuna nuova nascita. In questo articolo si utilizza il concetto di “gruppi etnici”, mentre il Census Bureau distingue tra “ethnicity” e “race” (l’origine ispanica è considerata una componente etnica del gruppo razziale “bianco”). Le categorie utilizzate sono quindi: bianca non ispanica; ispanica; nera o afroamericana; asiatica; altro (che a sua volta include tre categorie: AIAN = American Indian and Alaska Native; NHPI = Native Hawaiian and Other Pacific Islander; gruppi misti).

Figura 2 – Stati Usa con prevalente etnia bianca, confronto 2018-2050

Fonte: Elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati US Census Bureau

Figura 3 – Composizione del voto per provenienza etnica (elezioni Usa 2018, Camera dei rappresentanti)

Fonte: Exit polls Cnn

Esclusione e marginalità

Secondo l’American Psycological Association (Apa), numerosi studi dimostrano la relazione tra appartenenza etnica e status socio-economico. Non a caso, gli Stati Uniti sono il paese del G7 con la più alta disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza (indice di Gini).
Ad esempio, il rapporto Kids Count della Annie E. Casey Foundation, del 2014, afferma che negli Usa il 39 per cento dei bambini e adolescenti afroamericani e il 33 per cento di quelli latinoamericani vivono in povertà, mentre tra i bambini e adolescenti bianchi e asiatici l’indice scende al 14 per cento.
Sempre secondo l’Apa, afroamericani (53 per cento) e latini (43 per cento) hanno più probabilità di ricevere mutui ad alto costo rispetto ai bianchi (18 per cento). I tassi di disoccupazione tra afroamericani sono in genere il doppio rispetto a quelli degli americani di origine europea.
Sul fronte dell’educazione, invece, i tassi di abbandono scolastico dei “latinos” rimangono i più alti, seguiti da afroamericani e poi bianchi (National Center for Education Statistics, 2015). Una ricerca condotta nel 2013 ha rilevato che tra i laureati afroamericani di età compresa tra 22 e 27 anni il tasso di disoccupazione era del 12,4 per cento, più del doppio del tasso di disoccupazione tra tutti i laureati nella stessa fascia di età (5,6 per cento).
Sul piano più strettamente economico, può sorprendere il fatto che il più alto reddito mediano sia quello della comunità asiatica (81.331 dollari nel 2017), seguita dalla comunità bianca (68.145 dollari). Sotto la media, invece, ispanici (50.486) e afroamericani (40.258).
Tuttavia, anche all’interno delle stesse comunità esistono forti squilibri: gli asiatici sono quelli con la più grande componente di redditi alti (oltre 100 mila dollari). Tra gli afroamericani, invece, quasi un quinto si colloca nella fascia di reddito più bassa (sotto i 15 mila dollari).

Leggi anche:  Torna di moda lo ius scholae

Figura 4 – Distribuzione del reddito e reddito mediano per gruppo etnico (dati in dollari Usa 2017)

Fonte: Elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati US Census Bureau

Gli Stati Uniti hanno attraversato una lunga fase di espansione economica e oggi si stimano circa 7 milioni di posti di lavoro vacanti.
Il dibattito sul muro al confine messicano si è caricato di significati ideologici, ma le trasformazioni della società americana già oggi sono molto più profonde di quelle visibili in Europa.
Nel 2020, per vincere le elezioni, saranno necessarie coalizioni tra gruppi sociali, economici, etnici, culturali e di genere assai diversi tra di loro. Già le primarie del partito democratico metteranno in evidenza una pluralità di candidati, rappresentativi come mai nel passato dei molteplici settori in cui si articola oggi la società americana.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  I pregiudizi sull’immigrazione contagiano anche i giovani

Precedente

Se le buone ragioni di Trump scardinano il Wto

Successivo

Tutti entusiasti del salario minimo? Non proprio*

  1. Luca Ba

    Se i numeri sono veri probabilmente il contraccolpo sugli interi USA sarà durissimo pensare che un simile cambiamento etnico non abbia ripercussione sociale è pura illusione. Probabilmente gli stati cominceranno a chiedere autonomia e determinate concessioni rispetto all’etnia prevalente per esempio se la maggioranza della popolazione di un singolo stato è ispanica perchè mantenere l’inglese come lingua amministrativa? Vedremo che succede ma penso che ai primi scricchiolii anche gli Usa cominceranno a fare una selezione durissima sull’immigrazione.

    • Davide

      L’analisi è vera ed una trasformazione simile è iniziata dagli anni 90 anche in Italia ed in generale nell’Europa Occidentale. Il PD ha dato un forte contributo durante la precedente legislatura. L’obbiettivo è quello di cambiare la composizione della popolazione in modo da diluire le identità nazionali, creare ”cittadini del mondo” e riparare presunti torti storici.

  2. Davide

    Analisi abbastanza limitata. Quanto descritto circa le ultime elezioni, in termini di analisi demografico-etnica, è più o meno quanto avviene da almeno 40 anni. Ho studiato i dati sulle elezioni presidenziali, e, mentre i bianchi, seppur con qualche variazione, avrebbero *sempre* dato la maggioranza ai repubblicani, gli immigrati (ispanici in primis) l’avrebbero *sempre* data ampiamente ai democratici, ed i neri *sempre* ai democratici con le proporzioni indicate nell’articolo (80/90%).
    Analisi anche abbastanza superficiale, perchè il vero tema è capire *perchè* questo accade.
    E la risposta, riscontrabile in tutti gli studi e le indagini demoscopiche sull’argomento, consiste in una chiara e fortissima correlazione tra etnia, presumibilmente per formazione culturale, e concezione ideologica dello stato.
    Ora, dato che gli Usa sono stati creati secondo certi principi, e sono diventati prosperi seguendo quei principi, creati, messi in pratica e difesi dalla maggioranza bianca, è evidente che i muri servano. Anzi, sono indispensabili per difendere le fondamenta della società, perchè l’immigrazione è ideologicamente più ostile ad essi di quanto comunemente creduto. Ma non solo: se queste oggi minoranze persisteranno in questo senso, come perfettamente esemplificato dalla Ocasio-Cortez, le tensioni etniche non potranno che esacerbarsi nei decenni a venire, con conseguenze ad oggi ignote ma potenzialmente drammatiche.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén