L’azione del governo Monti
Ringrazio i lettori per i molti commenti al mio articolo Ridurre il debito con il consenso dei cittadini. Cerco qui di rispondere ai loro rilievi.
La prima constatazione è che sembra davvero ingeneroso attribuire al governo Monti le conseguenze della crisi che portò alla sua costituzione. Infatti, quel governo fu nominato in conseguenza della fuga di capitali che, motivata dal rischio di una rottura dell’area euro, determinò un aumento insostenibile dei tassi di interesse e la stretta creditizia cui fece seguito la recessione.
L’austerità ha consentito di evitare una situazione da “tragedia greca”. La crisi cui Monti cercò di porre rimedio fu la diretta conseguenza dell’apparente prosperità degli anni pre-2008. In quel periodo, malgrado le favorevoli condizioni cicliche, si rinunciò a ridurre uno dei debiti più elevati dell’Eurozona. È questo il vero punto debole dell’assetto istituzionale dell’Eurozona: non riuscire a imporre una politica genuinamente anticiclica ai paesi membri, per cui l’eccessivo accumulo di debito nelle fasi favorevoli impedisce di stimolare la domanda nelle fasi avverse. Nei paesi ad alto debito ciò pone le premesse perché nel tempo i rischi di insolvenza si accumulino fino a distruggere la credibilità dei governi democraticamente eletti.
Gli interventi non convenzionali della Banca centrale europea hanno evitato attacchi speculativi ai debiti sovrani, ma non si può pensare che interventi di acquisto dei titoli del debito pubblico, che si verificarono durante la crisi, e poi con il Quantitative easing di Mario Draghi siano politicamente sostenibili senza che i governi interessati mostrino di voler credibilmente mantenere il controllo delle finanze pubbliche.
Per concludere la discussione sul governo Monti, un breve commento sulla tassazione degli immobili. Sebbene l’Italia sia un paese in cui il prelievo fiscale è assai cospicuo per chi paga le imposte, la tassazione degli immobili non è particolarmente elevata: ragioni di efficienza ed equità indurrebbero, e in parte hanno indotto, a spostare il carico fiscale dal lavoro agli immobili.
Competenza e nuovo debito
Due temi apparentemente distinti riguardano la competenza dei governanti e la riduzione di sprechi ed evasione fiscale. Purtroppo, la capacità di valutare la competenza non è così diffusa, mentre sprechi ed evasione hanno consentito la formazione di gruppi elettorali assai efficaci nel perseguire i propri interessi.
Infine, una considerazione in merito alla proposta di Bruno Puricelli. Il debito degli stati nazionali ha come implicita garanzia la promessa dei governi di finanziarlo tassando i redditi o la ricchezza nazionali. I governi decidono poi discrezionalmente come utilizzare i fondi ricevuti. Quello italiano soffre di scarsa credibilità e usa con poca efficienza le risorse. Il nuovo debito suggerito da Puricelli sarebbe soggetto al medesimo rischio di quello accumulato sinora e non avremmo garanzie di un miglior uso delle risorse.
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bruno puricelli
La ringrazio per la risposta ma Le chiedo una riflessione sul fatto che, prevedendo l’obiezione, avevo sottolineato la necessità che i vari governi mantenessero il budget con possibilità di aggiustamenti a cavallo del 31 dic di ogni anno. Pensavo e penso che la possibilità di recuperare un Pil >1000 mlds in 30 anni con le sole forze dei cittadini senza toccare il debito (o quasi) valesse il rigore necessario da parte dei governi. Il tutto sarebbe gratis. Comunque grazie ancora.
Patrizio Tirelli
il punto è che la proposta implica un aumento del debito. Anche portando formalmente questo debito in capo a un ente terzo, ad esempio CDP ammesso che fosse possibile, la responsabilità del rimborso e del pagamento in conto interessi ricadrebbe sullo stato. Per questo sarebbe debito pubblico.
bruno puricelli
Egr. Prof Tirelli,mi consenta un’ultimissima puntualizzazione; l’attività economica avverrebbe con titoli emessi su un nostro bene congruo per il quale tutti i proprietari (direi tutti gli italiani) si sentiranno coinvolti a sopportare il potenziale rischio (in pratica, virtuale) e tale bene finirebbe allo Stato solo se al termine dei 30 anni i governi non avranno rispettato annualmente i bilanci per la cui tenuta si esige e prevedono interventi a cavallo di ogni fine anno risparmiando da subito.
Semplicemente, io compro una lezione da Lei e la pago con un TDPII del valore di 50, lei pagherà le tasse relative con TDPII o euro pari al 30%(?). Alle Entrate vanno le tasse, l’IVA ecc. Con tali titoli lo Stato mi pagherà la pensione ed il giro riprenderà sostenendo l’attività con titoli che valgono per tutti gli italiani come promessa di pagamento. Al termine dei 30 anni, il risparmio per ridotti finanziamenti ci avrà abbassato da subito lo spread, successivamente migliorerebbe il rating.
Comunque sia, l’attività sarebbe supportata da biglietti simil-euro che non aumenterebbero il debito perchè i bilanci terranno conto solo delle varie entrate, le uscite per pensioni ed altro riguarderanno TDPII per i detti 50 mld/a per 8 anni. Cessato il Booster, l’attività proseguirebbe in autonomia grazie soprattutto al raggiunto ridimensionamento degli interessi sul debito quantificabile in circa 1,5% meno sulla parte più lunga dei Titoli di Stato. Spread come per la Francia. Ancora grazie