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Rc auto: l’effetto boomerang dello sconto famiglia

Invece di ridurre premi assicurativi tra i più alti d’Europa, la “Rc auto familiare” potrebbe produrre l’effetto paradossale di aumentarli. Perché è un obiettivo da raggiungere facendo crescere la concorrenza, non con gli sconti imposti dal governo.

Un colpo al bonus-malus

Dopo la discussione sulle modalità della sua introduzione, la cosiddetta “Rc auto familiare” è stata inserita nel testo del decreto fiscale. Ed ecco che sarà possibile assicurare tutti i veicoli (a due o a quattro ruote) con la classe di merito più bassa tra i componenti del nucleo familiare.

A detta del primo firmatario del provvedimento, il deputato pentastellato Andrea Caso, il provvedimento ha l’obiettivo di diminuire la spesa familiare per la Rc auto e ridurre le differenze di premio tra Nord e Sud della penisola.

È solo l’ultimo in ordine di tempo di una serie di interventi che si sono succeduti nel tentativo di abbassare premi assicurativi in Italia, che sono tra i più alti d’Europa. Già il governo Conte 1 aveva proposto, ma senza che avesse avuto seguito, una tariffa unica a livello nazionale.

Intanto sulla “Rc auto familiare” sono già state espresse molte perplessità, soprattutto da parte degli operatori del mercato assicurativo, che prevedono possa esserci un effetto opposto a quello voluto, ovvero un aumento consistente dei premi.

La critica più rilevante è di natura tecnica e riguarda l’introduzione di una “classe di merito unica” corrispondente a quella più bassa tra i familiari. In particolare, viene contestata la conseguente limitazione del sistema bonus-malus basato sulla tecnica dell’experience rating, che collega la rischiosità di ciascun individuo (e quindi il livello del premio) ai precedenti incidenti e che viene applicata nella maggior parte dei paesi del mondo.

La “classe di merito unica” annullerebbe di fatto l’effetto incentivante per chi si comporta in modo virtuoso, senza più nessun vantaggio in termini di abbassamento del premio per chi guidi in modo prudente. E ciò accade proprio nel momento in cui il sistema bonus-malus godrebbe di notevoli margini di miglioramento per il fatto che le compagnie possono ora utilizzare le nuove tecnologie per la raccolta di big data che consentono di profilare le polizze assicurative secondo le caratteristiche personali di rischiosità di ciascun individuo.

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Sul provvedimento è stata poi formulata una critica di natura “politica”, che riguarda gli aspetti di iniquità nei confronti di chi non possa usufruire dello sconto. È evidente che i componenti di famiglie meno abbienti – che verosimilmente hanno un’unica auto in condivisione – finiranno per pagare più di coloro i quali si possono permettere diversi veicoli a disposizione dei familiari. Lascia poi molto perplessi il riferimento al nucleo familiare, che comporta il problema della sua definizione e il rischio di discriminare le famiglie non “tradizionali”.

Come abbassare i premi

Al di là delle critiche, il provvedimento va analizzato da un punto di vista più generale e l’alto livello dei premi in Italia va visto come espressione di un malfunzionamento del mercato che si protrae da ormai troppi anni e che non si può affrontare con l’introduzione di uno “sconto” imposto alle compagnie, come peraltro già avvenuto nel caso dell’installazione della scatola nera.

Nel mercato assicurativo italiano, e in particolare nel ramo danni, si dovrebbero seguire i modelli adottati in quei paesi dove il livello dei premi è più basso e si registra una maggiore diffusione di altre tipologie di polizze, oltre a quella obbligatoria a copertura della responsabilità civile dei veicoli. In questa direzione, si possono auspicare interventi che spingano alla riorganizzazione della struttura distributiva che nel nostro paese vede ancora un’anomala prevalenza di agenti monomandatari. Sarebbe poi quanto mai utile incentivare un processo di informatizzazione e diffusione dei dati relativi alle polizze, alle caratteristiche degli assicurati e all’accadimento di incidenti in modo da poter individuare le frodi e combattere il fenomeno della evasione assicurativa, nonché fornire informazioni utili agli studi sull’efficienza del mercato.

A tutto ciò gioverebbe anche una più attenta vigilanza da parte delle autorità preposte per aumentare la concorrenza tra le compagnie, che così cercherebbero di attuare strategie competitive volte alla diminuzione dei premi: un obiettivo che ancora oggi si vuole raggiungere con la discutibile previsione di uno sconto imposto dal governo.

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Gli economisti parlano troppo o troppo poco?

  1. Lorenzo

    Complimenti. Dopo l’introduzione della flat tax fino a 65000€ (!), un altro colpo a chi crede che con il comportamento virtuoso possa arrivare meno traumaticamnete a fine mese. Poiché non ci sono alternative politiche, l’unica è prendere atto dell’impoverimento della nazione (diminuiranno ulteriormente le auto in giro).

  2. enzo pisano

    La questione (irrisolta) dell’RCA è sempre più una presa in giro. Quest’anno si sono inventati questa formula che nemmeno è stata ancora varata e già si parla di aumenti consistenti dei premi.
    Non c’è mai qualcosa di razionale e definitivo.
    A parer mio, il vero modo per risolvere la questione sarebbe quello di poter controllare la determinazione delle tariffe.
    Chi le predispone? In base a quali dati statistici? Quali elementi essenziali e quali accessori?
    Ma innanzitutto qual è il ruolo dell’IVASS al riguardo? Che cosa controlla? Nessuno lo sa.
    La dott.ssa Porrini potrebbe cortesemente illuminarci al riguardo?
    Saluti. a risentirci alla prossima trovata.
    Enzo Pisano

  3. Luca Cigolini

    “A tutto ciò gioverebbe anche una più attenta vigilanza da parte delle autorità preposte ” Ecco. Credo che il problema sia tutto qui. E non solo per le polizze auto.

  4. Michele

    Esempio luminoso di benaltrismo. Una domanda: nell’experience rating siamo sicuri che in unico nucleo familiare con più veicoli a disposizione ciascuno usi rigidamente un solo veicolo?

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