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Perché Greta Thunberg è il personaggio dell’anno

Greta Thunberg è stata nominata “Personaggio del 2019” da Time. Si tratta della persona più giovane ad aver mai ottenuto il riconoscimento. Del resto, per questa emblematica figura, non è l’unico premio dell’anno e forse nemmeno il più importante.

Chi è Greta Thunberg

Ci sono parole che colpiscono più di altre: non tanto per il loro significato intrinseco, ma per come vengono pronunciate e per l’identità di chi le pronuncia. È il caso di Greta Thunberg, giovane attivista svedese, classe 2003, diventata influencer ambientalista già durante l’estate del 2018, quando decise di scioperare ogni venerdì, saltando la scuola e recandosi di fronte al parlamento svedese con un semplice cartello: “Skolstrejk för klimatet” (sciopero scolastico per il clima). Assurta agli onori della cronaca dopo il suo intervento alla conferenza Onu sui cambiamenti climatici dello stesso anno, è piano piano diventata personaggio di fama mondiale, fino a guidare, lo scorso 15 marzo 2019, il primo di diversi scioperi mondiali denominati “Fridays for Future”. Ora, Time l’ha nominata “Personaggio del 2019”.

Thunberg non porta un messaggio nuovo. Di riscaldamento globale si parla ormai da decenni, non solo tra gli scienziati ma anche tra intellettuali, artisti e politici. Giusto solo una dozzina di anni fa, dopo anni di conferenze mondiali, concerti e marce, il premio Nobel per la pace del 2007 venne assegnato all’Ipcc e ad Al Gore, proprio per le loro posizioni e i loro lavori sul riscaldamento globale. Non solo: nello stesso anno un documentario sul tema sempre di Al Gore vinse pure l’Oscar di categoria.

Cosa è cambiato da allora? La percezione pubblica dei problemi, anche a livello climatico, subisce delle ondate: sale e scende più frequentemente di come potremmo aspettarci. Da una recente ricerca, emerge come, già prima della comparsa di Greta sulla scena mondiale, la popolazione europea mostrava grande preoccupazione per i cambiamenti climatici. Tuttavia, la preoccupazione non veniva associata né a pressioni politiche né ad azioni concrete. C’è da aspettarsi quindi che anche questa volta, tra qualche mese, nessuno ne parlerà più? Forse sì, suggerisce il pessimismo di chi ormai sta invecchiando e sostituisce l’entusiasmo col realismo. O forse invece questa volta sarà un po’ diverso. A differenza del passato infatti, la sensibilità al tema non deriva più solo dalla voce di artisti, di élite politiche o di ricercatori scientifici, bensì direttamente dalla popolazione e in particolare da quella più giovane. Nelle motivazioni per il suo riconoscimento, il Time scrive: “[…] ha creato uno spostamento di attitudine globale, trasformando singole preoccupazioni in un movimento mondiale […]”. E ha influenzato anche l’agenda politica di molti capi di stato e di governo. Nonché quella dell’Unione Europea: la nuova commissione ha infatti presentato in questi giorni un ambizioso progetto per far diventare l’Europa il “primo continente a impatto climatico neutrale”.

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Perché piace e perché no?

Perché Greta piace e allo stesso tempo viene odiata così tanto? Probabilmente per le stesse ragioni: piace – e viene odiata, specialmente sui social o sui giornali – perché è giovane, perché è donna, perché sa comunicare e perché dice quello che pensa.

L’odio è generalmente associato al fatto che Thunberg viene considerata un fantoccio manipolato da chissà quali entità e interessi superiori. Il che non è nemmeno così falso: a 16 anni si ha sicuramente già l’età per decidere di chi fidarsi, e Greta ha deciso di fidarsi delle ricerche, scientifiche e pubblicate, che ha letto o di cui ha sentito parlare. Manipolata forse no, ma influenzata certamente sì: come tutti noi, del resto. Greta è giovane: non può essere presa sul serio da chi pensa che la saggezza venga con gli anni e con lo studio. Il che, anche in questo caso, è sicuramente vero. Ma il punto è che Thunberg non dice cose false: cita dati confermati da una comunità scientifica magari non sempre unanime, ma certamente numerosa. Greta infine è una donna, ma col “demerito” di non essere bella e provocante come quelle che imperversano in televisione e che, al contrario di lei, vengono ascoltate e apprezzate di più in un mondo che è ancora sostanzialmente maschilista. Greta Thunberg sa comunicare: sa parlare agli adulti, riconoscendo, a sedici anni, la loro immaturità in tema ambientale; sa parlare ai politici, contrapponendo alla loro visione corta ed elettorale una prospettiva strategica; e sa parlare ai coetanei, troppo spesso convinti di non contare nulla, sottolineando che anche chi è piccolo può fare la differenza. Un comportamento insostenibile, per chi, soprattutto nel nostro paese, è abituato solo ai cambiamenti di facciata che non cambiano mai davvero nulla nella sostanza.

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  1. Savino

    I giovani stanno rispondendo presente rispetto alle esigenze di cambiamento sociale. Gli adulti, soprattutto over 60, no. Questi ultimi preferiscono riempire le balere per signori attempati. Evidentemente, stanno troppo bene ed hanno avuto fin troppo dalla vita.

    • Marcello

      Forse perchè sono più vicino ai 60 che ai 20 sono perfettamente in disaccordo con lei. Anzi la sua frase ” Questi ultimi preferiscono riempire le balere per signori attempati. Evidentemente, stanno troppo bene ed hanno avuto fin troppo dalla vita.” la ritengo parecchio offensiva.

      Le vorrei ricordare che :
      1) Quello che hanno i giovani oggi, che è assai di più di quello che avevamo noi alla loro età gliel’abbiamo dato noi;
      2) Il problema non sono i vecchi, ma bensi un capitalismo che non ha guardato in faccia alla natura;
      3) Che ad esempio in Europa le emissioni di CO2 calano da 20 anni a questa parte.
      4) Mettere le generazioni le une contro le altre (come dimenticare infatti la questione delle pensioni, un altra bufala storica in cui cadono solo quelli che ignorano le cose) non è non solo una cosa moralmente giusta, ma anche profondamente pericolosa.

      Pensi prima di scrivere cose di cui, tra qualche anno, potrebbe pentirsi. Se siamo fortunati nella vita, diventiamo tutti vecchi

      • Angela

        Ho partecipato almeno a due manifestazioni di Fridays for Future, durante la pausa pranzo, per poi riprendere il lavoro. Ebbene, di adulti vicini ai 60 ce n’erano pochissimi. Di ultra-60enni anche meno. Al massimo c’era una piccola porzione di cinquantenni come me e qualche giovane mamma o papá.
        In ogni caso ho sperimentato l’entusiasmo di chi crede nella protesta e negli effetti che questa puo’ avere sull’opinione pubblica e sull’agenda politica (si veda il fenomeno Sardine). Pertanto , apprezzo molto il ruolo di Greta e la sua abnegazione. Se é vero che l’Europa ha raggiunto risultati positivi nella riduzione delle emissioni nel corso degli ultimi 20 anni, evidentemente il processo é ancora troppo lento per portare a risultati soddisfacenti prima del paventato punto di non ritorno.

  2. Fabio

    Non condivido il punto di vista dell’autore sull’argomento. Per quanto Greta stia perorando una causa giustissima, e ritengo che gli effetti dei cambiamenti climatici siano ormai sotto gli occhi di tutti, non trovo corretto sottrarre una ragazza/o di 16 anni alla vita tipica della sua età. Sarebbe auspicabile che proseguisse il percorso di studi, magari in discipline ambientali considerando i temi che ha a cuore, incrementando così le sue competenze. Potrebbe comunque rilasciare dichiarazioni senza essere impiegata full time e perché non in podcast, nel 2020 credo sia possibile farlo senza girare il mondo. La gestione attuale del personaggio mi dà molto l’impressione di una strumentalizzazione mediatica. Perché non invitare a certe riunioni di importanza mondiale ricercatori, che hanno speso la loro vita a fornire una spiegazione ai cambiamenti climatici, in luogo di questa ragazza?

  3. Marcello

    Non mi sembra che i giovani siano più maturi degli adulti sulla questione ambientale. Non basta andare in corteo per esserlo.

    Vorrei poi ricordare che la UE sta riducendo le sue emissioni di CO2 da almeno un ventennio e il trend è in diminuzione ulteriore. Perchè allora la Thumberg non va nei paesi che maggiormente inquinano a sgridarli?

    Inoltre non mi piace che ci sia qualcuno che mette in contrasto le generazioni in modo non corretto e non veritiero. La Thumberg sta godendo di ciò che hanno costruito la mia e le precedenti generazioni.

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