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Facciamo chiarezza sulla contabilità dell’epidemia

Per capire un fenomeno, ancorché angosciante come l’epidemia di coronavirus, occorre sempre una buona contabilità. Invece ogni giorno intorno ai numeri diffusi dalla Protezione civile nasce una discreta confusione. Ecco come si arriva al calcolo corretto.

La confusione sui numeri

Ogni giorno alle 18, a reti unificate, 60 milioni di italiani chiusi nelle loro case assistono al bollettino della Protezione civile. Quel bollettino rappresenta forse “le notizie dal fronte” per la generazione più fortunata, quella che oggi ha 50 anni e si ritrova improvvisamente “in coda per acquistare pane”, come sostiene Antonio Scurati. La speranza di tutti è che la curva dell’epidemia inizi a scendere.

Martedì 24 marzo, pochi minuti dopo il comunicato della Protezione civile, il sito del Corriere.it riportava che i nuovi contagi del giorno erano 5.249. Negli stessi istanti Repubblica.it e Huffington Post sostenevano che i contagi erano cresciuti di solo 3.612 unità, in calo rispetto al giorno precedente. La mattina seguente – mercoledì 25 marzo (quando sto scrivendo) -, il Corriere della Sera a pagina 2 scrive “Terzo giorno di rallentamento del contagio. Anche se non assistiamo a una ulteriore diminuzione dei positivi, quanto piuttosto a una stabilizzazione, la frenata c’è”.

L’equazione del contagio

La situazione appare piuttosto confusa. Forse perché studio i flussi del mercato del lavoro da un quarto di secolo, ho subito intuito che il problema di comunicazione sta nella differenza tra flussi lordi e flussi netti di positivi.

Cerchiamo di fare ordine. Per capire un fenomeno – ancorché angosciante – occorre sempre una buona contabilità. Per definizione, il numero di positivi stimati in un dato giorno dipende da tre grandezze fondamentali: il numero di nuovi positivi, il numero di guariti e il numero di deceduti.

L’equazione fondamentale della contabilità del contagio è la seguente:

positivi oggi = positivi ieri + nuovi positivi – deceduti – guariti

Anche se triste, è l’equazione fondamentale di questi giorni ed è quella che dobbiamo imparare a seguire. Se la applichiamo alla situazione di martedì 24 marzo e mercoledì 25 marzo, riusciamo a capire la confusione. Ecco i dati:

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positivi oggi = positivi ieri + nuovi positivi – deceduti – guariti

54.030             =   50.418            + 5.249              – 743        –   894

La differenza nei positivi è effettivamente 3.612, come riportato da Repubblica.it: i positivi oggi (54.030) meno i positivi ieri fa effettivamente 3.612. Tuttavia, i nuovi positivi sono 5.249, purtroppo in crescita rispetto al dato di lunedì, quando erano risultati 4.789.
La differenza sta quindi nel concetto di flussi lordi (che sono i nuovi positivi pari a 5.249) e flussi netti (che sono 3.612).

Dove trovare i dati

Per seguire la dinamica dei positivi, il migliore è un sito inglese, dove vengono aggiornati in tempo reale i dati fondamentali e tristissimi della contabilità dell’epidemia e dove troviamo tutte le curve che seguiamo con apprensione.

Sia ben chiaro che i dati riportati sono tutte stime, poiché non sappiamo i veri nuovi positivi (si parla di ventimila contagiati in casa e non rilevati nelle statistiche solo a Milano), i veri nuovi guariti (che forse sono molto di più in quanto il paese è pieno di positivi asintomatici) e forse non sappiamo nemmeno il totale dei deceduti, poiché è possibile che ormai qualcuno muoia a casa.

Infine, nel riportare i dati regione per regione, non ha tanto senso guardare al numero di positivi in valore assoluto, quanto piuttosto al numero di positivi rispetto alla popolazione in una data area. Vi è un altro sito che pubblica questi dati e che suggerisco a tutti di consultare.

Sono certo che andrà tutto bene e usciremo da questa brutta storia. Nel frattempo, oltre ad apprezzare il tempo a disposizione e il valore della socialità, magari impareremo anche a essere rigorosi nell’interpretazione dei numeri e a prendere sul serio le equazioni della contabilità.

Articolo aggiornato il 27 Marzo alle 19. Per maggior rigore la definizione “contagiati oggi” è stata sostituita con “positivi oggi”

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37 commenti

  1. Giuseppe GB Cattaneo

    Il nostro desiderio, in questo caso che tutto finisca presto, ci fa vedere le cose più rosee di quanto non siano

    • Luca Puzzo

      Il problema che il dato “Attualmente positivi”,indicato nel report della protezione civile, viene frainteso da molti come dato complessivo anziché essere considerato come residuale.

  2. Savino

    Concentrarsi di più sulla Lombardia e le zone limitrofe. Concentrarsi di più sulle fasce di età. Si è sbarrata l’Italia illogicamente. Paga il commerciante di Caltanissetta per fatti che avvengono a Bergamo. Pagano bambini scolari,ragazzi, età media per un’emergenza che, oltre il 90%, riguarda gli anziani.

    • toninoc

      La Lombardia e le zone limitrofe pagano anch’esse, purtroppo, per fatti avvenuti in Cina e per i quali nessuno al mondo, neanche la Cina che quei fatti ha subito per prima, era preparato. Col senno di poi ritengo che le stesse misure adottate in Lombardia dovessero essere uguali in tutta l’Italia nello stesso momento perchè probabilmente il focolaio lombardo sarebbe stato meno propagativo, ma è una mia opinione fatta col senno di poi ed io non non ho titolo a consigliare i politici sul da farsi.Non si può neanche ipotizzare che l’Italia potesse usare lo stesso coercitivo sistema Cinese. Purtroppo le conseguenze le paghiamo tutti, compresi bambini e giovani ma quei bambini e giovani se non si fossero chiuse le scuole sarebbero stati possibili “portatori sani” del virus col pericolo di portare il contagio a casa dai genitori o dai nonni, sopratutto dagli anziani maschi (naturale discriminazione sessuale), che sono il 70% circa dei contagiati conteggiati ( quelli reali saranno molti di più). Restiamo a casa. Passerà presto… speriamo.

      • Savino

        Oggi stiamo noi a casa ma domani lo dovranno fare tanti apprendisti stregoni e vecchie volpi della scienza, della politica e dell’economia e finanza.

    • Pietro Garibaldi

      Certo quello che dice è vero. Obiettivo del pezzo non era trovare soluzioni quanto cercare di aiutare a pagare i dati. Le sue considerazioni sono giuste e bisognerà tenere conto nel capire come uscire dall’emergenza.

  3. Motta Enrico

    Poiché il dato giornaliero dei nuovi positivi dipende molto dal numero di tamponi fatti, per capire meglio il significato di quel dato bisognerebbe esprimerlo in rapporto al numero di tamponi eseguiti. Tanto per capirci un po’ di più.

    • piero rubino

      certamente. tenendo tuttavia conto del ritardo (compreso tra alcuni giorni a 0,5 giorni) con cui vengono comunicati gli esiti

    • Pietro Garibaldi

      Si certo il numero di tamponi fatti è importante. Come ho detto sono tutte stime, ma almeno abbiamo cercato di fare chiarezza sul legame contabile tra di esse. Quello era l’obiettivo. Poi si possono costruire altri indicatori, simili a quelli che suggerisce. Pietro g.

      • QualeWelfare

        la pagina del Sole24 riporta già il rapporto positivi/numero di tamponi giornalieri, di fatto è l’unico dato interessante e da considerare (a parte i morti, da considerare per altre ragioni, etiche..) pur con tutti i possibili errori – perchè se il rapporto tra i tamponi effettuati ad esempio in Lombardia e nelle regioni meno affette non si mantiene costante nei diversi giorni ecco che anche quel dato ci dice poco..ma nel “nulla” di tutti gli altri dati è di fatto l’unico che ci racconta qualcosa, approssimativamente, circa l’evolvere della situazione

  4. Henri Schmit

    La messa a punto è doverosa e evidente. I siti citati sono molto utili, grazie. Soprattutto perché i fatti italiani vanno visti PER PROVINCIA come da piersoft.it. Purtroppo fornisce solo i casi totali non anche i decessi.

  5. Piero

    Caro Professore,
    non siamo sempre esterofili, le consiglio questo sito:
    https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/
    dove ci sono tutti i dati (anche di piu che nel sito inglese da lei suggerito) e presentati con estrema chiarezza.

    • Pietro Garibaldi

      Piero si ha ragione. Sono gli stessi dati e anche migliori. Il bello di quel sito è che sono dati di tutto il mondo.
      Grazie, Pietro g.

  6. Mario Morino

    Sono d’accordo sul fatto che una buona contabilità è fondamentale. Possiamo sapere, ad esempio, quanti sono stati i morti TOTALI in Lombardia nei primi 15 gg. di marzo 2019 e confrontarli con i primi 15 gg. di marzo 2020? E cosi per tutte le regioni italiane?

  7. Alberto Isoardo

    Ho apprezzato molto la chiarezza e la cura e la ringrazio per le precisazioni.

  8. Stefano Draghi

    Mi piacerebbe “correlare” i dati sull’epidemia da coronavirus con quelli demografici e socio-economici. Dove posso trovare un database con tutti i dati pubblicati fino a oggi dalla Protezione Civile o da altre fonti giorno per giorno e provincia per provincia? Grazie.

    • Pietro Garibaldi

      Gentile Stefano, i dati provincia per provincia li trova in quel sito che ho indicato nell’articolo. Un altro sito molto buono in italiano è suggerito da un altro lettore. Per i dati sulla protezione civile dovrebbero essere sul sito della protezione civile, ma li trova comunque nel sito inglese che ho suggerito. grazie, pietro g.

  9. elio candussi

    Purtroppo tra molti politici e giornalisti c’è gran confusione tra “totale contagiati” e “contagia attivi”, cioè al netto di guariti e deceduti.
    Altro elemento di confusione nella comunicazione è il mitico “picco dei contagi” che tutti aspettano. Matematicamente parlando il picco per definizione si ha quando l’incremento giornaliero di contagi è pari alla somma di nuovi guariti e nuovi deceduti. Questa differenza al raggiungimento del picco dovrebbe essere uguale a zero, ma in questi giorni si aggira tra 3.000 e 2500 contagi di troppo. Solo quando diventerà negativa per alcuni giorni consecutivi significherà fase discendente. Questo è un dato importante sono solo da un punto di vista psicologico, ma pure perché significa che la “terapia” contro il virus è finalmente efficace ed applicata da tutti i cittadini.

  10. Fabrizio Fabi

    Giusto notare che qualsiai dato aggregato va rapportato a un dato di riferimento comprensibile. Nel nostro caso,i contagiati o i deceduti (che peraltro vengono stimati in molto molto opinabile) andrebbero sempre distinti per provincia e rapportati alla popolazione della provincia. (del resto, è il metodo che seguono per identificare le “zone rosse” da quarantenere in modo stretto). Meglio ancora sarebbe distinguere tutto per sesso ed età. Mi sono fatto due conti: purtroppo ho solo i decessi regionali; ma Il disastro specificamente lombardo comunque salta all’occhio. Anche in Cina, il grosso del problema è stato nell’Hubei…

  11. Eugenio Bevilacqua

    Buon articolo, ma non esiste correlazione tra eventuali morti in casa e difetto nel censimento. Come dice l’ISS in caso di sospetto di contagio si fa il test anche post mortem. Questo dovunque sia avvenuto il decesso. Non credo poi i morti a casa siano ad ora statisticamente significativi, maggiormente lo sono quelli delle case di riposo. C’è’ anche da credere che non su tutti i morti in ospedale venga fatto il tampone.

    • Pietro Garibaldi

      Penso abbia ragione, il problema sono le case di Riposo più delle case e forse si procederà-nei prossimi giorni- a effettuare tamponi in tutte le case di riposo. Grazie, Pietro g.

    • toninoc

      Scusa Eugenio, ma scrivi: “Come dice l’ISS in caso di sospetto di contagio si fa il test ANCHE POST MORTEM. Questo dovunque sia avvenuto il il decesso”. Poi continui: ” C’è’ anche da credere che NON SU TUTTI I MORTI IN OSPEDALE venga fatto il tampone.” Com’è possibile che l’ISS dia disposizioni di fare il tampone a tutti, ovunque siano, e addiritura in ospedale ci sia la possibiltità che non tutti i tamponi siano eseguiti sui deceduti. Le due affermazioni le trovo contradditorie. Io sono convinto invece (ma spero moltissimo di sbagliarmi) che i decessi fuori dagli ospedali per causa del coronavirus siano molti…molti di piu’ rispetto a quelli dichiarati ufficialmente. Il perchè questo dato sia oscurato non lo capisco. Lo posso intuire ma aspettiamo che la tempesta si calmi e se qualcuno in alto non pone la domanda oggi, chi di dovere ce la dirà dopo la tempesta.

  12. umberto scaccabarozzi

    Buongiorno.E’ possibile spiegare perchè la Lombardia e, in primis la provincia di Bergamo, presentino il più alto tributo di contagiati e di morti col fatto che molti ibergamaschi lanorino nell’edilizia ,specialmente a Milano ,e fino all’ultimo hanno continuato a lavorare senza protezioni e al ritorno,alla sera, nelle loro case hanno contagiato i loro familiara e i loro concittadini nei vari paesi di provenienza creando un effetto moltiplicatore che ancora non è stato interrotto.Saluti.

    • Pietro Garibaldi

      Buongiorno Umberto. Quello che sta succedendo a Bergamo ovviamente è un dramma nazionale che non si riesce a comprendere facilmente. Ho visto diverse persone che cercano di capire quanti decessi abbiamo in più rispetto agli stessi mesi dello scorso anno. Ci vorrebbe certamente più informazioni sulle provincie lombarde.

  13. toninoc

    “Forse non sappiamo nemmeno il totale dei deceduti, poiché è possibile che ormai qualcuno muoia a casa.” ?? Se a Rio Bo, nei mesi di febbraio e marzo degli anni passati sono decedute mediamente 100 persone e quest’anno ne sono decedute 200, devo pensare che 100 deccessi in più siano dovuti al coronavirus. Se però i dati ufficiali mi dicono che i morti da coronavirus sono 60, gli altri 40 devo pensare che che siano morti per coronavirus ma non sono stati inclusi nei dati ufficiali. Perchè? perchè sono morti a casa loro o nella casa di riposo. Mi sbaglio? Sarebbe interessante sapere a quale causa hanno attribuito i medici di famiglia che hanno compilato la certificazione di morte di quei 40 decessi non ospedalizzati. Probabilmente molti saranno certificati “per insuficienza respiratoria o per polmonite”. Insomma per Coronavirus. Ma il mio ragionamento è troppo semplice e mi viene il dubbio che stia commettendo qualche errore.

    • Pietro Garibaldi

      Grazie, sono molto d’accordo che sarebbe importante avere i dati sui decessi anche per altre cause e soprattuto ai decessi negli stessi periodo dello scorso anno. Vi è un dibattito molto acceso su queste grandezze, ma i dati sono pochi. Ho visto che Istat pubblica dati sui decessi per il 2017 e qualcuno se li sta scaricando.

      • toninoc

        Grazieper la risposta. Ho fatto l’ipotesi del paesino poetico Rio Bo che è facilmente paragonabile a due città come Bergamo e Brescia. Gli uffici anagrafici delle due città martoriate dall’epidemia, potrebbero aiutarci a conoscere quei dati con pochi clic sul computer del segretario comunale, a meno che quelle informazioni non siano troppo sensibili per essere pubblicate. La ringrazio e molto cordialmente La saluto.

  14. Pa

    Comunque la si rigiri i numeri dei morti sono esageratamente alti rispetto a qualsiasi comparazione si voglia fare. E in particolare i numeri della Lombardia (sono lombardo e certo non ne sono orgoglioso) sono assolutamente “sballati”. Se anche i contagiati fossero molti più dei censiti non servirebbe a spiegare né il perché, né il numero dei morti. Senza nessuna polemica né verso la politica, men che meno verso il personale medico-sanitario che si é immolato per i malati, ma qualcosa NON torna. Capire cosa é successo aiuterà altre zone della Lombardia e d’Italia a comportarsi nel presente e nel futuro per non ripetere gli sbagli. Qualcuno vorrebbe gentilmente spiegare perché ? Io, che non sono un esperto, credo dipenda dai ritardi ma pure dall’ “uso” massivo degli ospedali diventati moltiplicatori invece che “sanatori”. Continuo a cercare risposte che nessuno sa dare (o per il momento non vuole dare) mentre ogni giorno muoiono centinaia di persone; la Lombardia (ieri, 29/3) ha raggiunto la cifra di 6360 deceduti (SEIMILATRECENTOSESSANTA PERSONE !). Perché ?

    • toninoc

      Credo che il numero dei decessi sia parecchio più alto perchè quelli avvenuti fuori dalle mura ospedaliere pare che non siano conteggiati tra quelli attribuibili al coronavirus. Perchè? Forse lo sapremo dopo la bufera come lo abbiamo saputo per i cinesi che ufficialmente pare che fossero poco meno di 3000 a fronte di circa 40 mila urne cinerarie in attesa di essere ritirate dai parenti dei deceduti. Sono convinto e spero che le proporzioni italiane e lombarde in particolare siano meno gravi di quelle cinesi ma sapremo la verità …forse… fra qualche mese, speriamo da fonti ufficiali che possano fugare dubbi sulla loro trasparenza.

      • Pa

        Grazie per la risposta. Ma se fosse come dici (..”quelli avvenuti fuori dalle mura ospedaliere pare che non siano conteggiati tra quelli attribuibili al coronavirus”) il risultato sarà ancora più grave di quanto appaia ora. Lasciando da parte i numeri “cinesi” (anch’io ho letto delle urne) mi pare che, a parte la Spagna che si avvia a seguirci, gli altri Paesi europei abbiano numeri molto diversi, per il momento. Mi interessa capire cosa é successo perché fra poco inizieremo a “riaprire” e se le conseguenze delle procedure (giuste e sbagliate) adottate in precedenza non sono chiare…rischiamo molto, tutti.

        • toninoc

          L’onda epidemica pare che stia calando quindi cerchiamo di essre ottimisti. Se si sono fatti errori spero che siano evitati in futuro. Non ci resta che piangere e sperare in meglio.

  15. Sem

    Al 31/3/2020 abbiamo una % di morti al 20,7% e non c’è lo dicono perché?

  16. toninoc

    Il Re è nudo. Ciò che era evidente e non veniva ufficializzato sta emergendo anche nella stampa locale. Il numero dei decessi per coronavirus( causa esclusiva o concausa associata ad altre patologie) è molto superiore a quello ufficializzato dalle autorità competenti. Resta da capire perchè fra tutte le cifre, percentuali,diagrammi ed altre teorie epidemiologiche divulgate quotidianamente, il numero reale dei decessi (tamponati o non tamponati) sia stato tenuto sotto traccia. Non sarebbe cambiato nulla, anche se lo avessero comunicato i decessi sarebbero rimasti uguali. Una cosa sarà diversa: scoprendo di essere stati tenuti all’oscuro sui decessi reali totali,quando i numeri saranno pubblicati da tutti imedia, la fiducia sulla classe politica subirà un ulteriore duro colpo.
    Restiamo a casa.

  17. rocco

    Io credo ci sia un dato più importante. A quando si riferiscono i decessi riportati nel giorno x? Tutti in quel giorno? Non ci credo.

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