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Calciatori più produttivi con gli stadi aperti*

Il fattore campo conta meno in tempi di lockdown. Perché la presenza dei tifosi porta i calciatori a giocare meglio. Lo dimostra uno studio sui più importanti campionati di calcio europei. Anche l’economia può beneficiare dalla riapertura degli stadi.

L’influenza dell’ambiente

Per contrastare la diffusione del Covid-19, come molti altri paesi, l’Italia ha deciso di limitare al minimo indispensabile la libertà di movimento e i contatti interpersonali. Per assicurare comunque continuità alle attività lavorative, molteplici settori dell’economia hanno così registrato una progressiva transizione verso un mondo sempre più tecnologico e digitale, caratterizzato dalla possibilità di operare in regime di smart working.

Se, da un alto, la recente evidenza suggerisce che il cambiamento delle normali condizioni di lavoro sembra avere un effetto positivo sulla produttività, dall’altro vale la pena interrogarsi su cosa accade in altri settori, come ad esempio lo sport, in cui la prestazione dipende fortemente sia dalla presenza fisica che dall’ambente circostante. Lo sport infatti è un settore importante dell’economia mondiale, capace di generare in Italia un valore della produzione pari a 17,5 miliardi.

È abbastanza intuitivo pensare che le prestazioni siano influenzate dal tipo di ambiente che ci circonda. Così, se “performare” davanti a un ambiente favorevole e amico può incrementare le motivazioni, e quindi portare a risultati più soddisfacenti, la paura di fallire davanti al proprio pubblico può divenire un ostacolo e generare prestazioni scadenti. Ma quale dei due effetti prevale?

Per rispondere alla domanda, abbiamo utilizzato l’esperimento naturale fornitoci dai campionati di calcio in Europa. L’analisi degli sport professionistici fornisce un’eccellente opportunità per studiare come la performance sia influenzata dagli spettatori, consentendo di superare due limitazioni rilevanti, che altrimenti osserveremmo in altri contesti lavorativi e della vita quotidiana: 1) la complessità delle realtà; 2) l’ambiguità e la non osservabilità dei risultati delle prestazioni e della loro valutazione. Il “fattore campo” conta ancora qualcosa da quando i tifosi non siedono più sui gradoni degli stadi? O esibirsi in un contesto più neutrale e con minori pressioni consente ai calciatori di esprimersi meglio?

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Il calcio come esperimento naturale

In uno studio recente, abbiamo utilizzato i risultati delle competizioni calcistiche della stagione 2019/2020 dei principali campionati in Europa (Inghilterra, Germania, Francia, Italia e Spagna) per analizzare come la presenza dei tifosi influenzi la performance delle squadre.

In particolare, abbiamo sfruttato lo shock causato dal lockdown che ha fatto sì che le partite di questi campionati si svolgessero a porte chiuse, ossia senza tifosi. In tal modo, è stato possibile confrontare i punti conquistati dalle squadre che giocavano in casa (gruppo dei trattati) con i punti ottenuti dalle squadre che giocavano in trasferta (gruppo di controllo), prima del lockdown, quando cioè le competizioni avvenivano in presenza di pubblico, e dopo il lockdown, quando le partite si sono giocate a porte chiuse.

Se la performance e i risultati fossero migliori quando i lavoratori (giocatori) sono osservati, ci si dovrebbe aspettare che la differenza di punti ottenuti dalle squadre che giocano in casa rispetto a quelle in trasferta fosse molto maggiore prima del lockdown (in presenza di tifosi) rispetto a dopo (in loro assenza).

I nostri risultati indicano che la prestazione delle squadre è influenzata dal pubblico (figura 1). In particolare, le nostre stime suggeriscono che prima della pandemia, la media dei punti ottenuti dalle squadre che giocavano in casa (1,624) era significativamente più alta di quella registrata dalle squadre in trasferta (1,127), generando così una differenza pari, in media, a 0,497 punti. Dopo il lockdown, la differenza si è ridotta a 0,045 punti. Ciò significa che, senza pubblico, le squadre di casa hanno ottenuto 0,451 punti in meno rispetto a quello che avrebbero ottenuto se non ci fosse stato il lockdown (- 0,451 = 0,045 – 0,497).

L’effetto non è trascurabile e corrisponde a un decremento di circa il 28 per cento rispetto alla media dei punti ottenuti dalle squadre che giocavano in casa prima del Covid-19, suggerendo così che le prestazioni sono influenzate dalla presenza del pubblico amico.

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Figura 1 – Differenza nei punti ottenuti tra le squadre in casa e quelle in trasferta, prima e dopo il lockdown

Nota: i trattini più corti rappresentano la media dei punti ottenuti dalle squadre che giocano in casa (blu) e da quelle in trasferta (rosso) in ogni turno di campionato, mentre i trattini più lunghi indicano la media dei punti ottenuti dalle squadre in casa (blu) e in trasferta (rosso) durante tutto il campionato, prima e dopo il lockdown.

Il bisogno di normalità

Nonostante i molti limiti del nostro lavoro, l’evidenza che le squadre tendano a esprimersi meglio quando giocano davanti al proprio pubblico merita un’attenzione particolare in questo periodo di pandemia. I risultati, infatti, sono coerenti con l’ipotesi che la presenza di un pubblico amico induca gli individui a migliorare le proprie prestazioni.

Oltre agli effetti sulla performance dello sportivo, l’assenza di pubblico avrà conseguenze negative anche al di fuori dell’aspetto calcistico. Basti pensare a tutto l’indotto legato allo spostamento dei tifosi, che comprende, tra gli altri, il settore alberghiero, quello della ristorazione e quello dei trasporti. Vanno lette in questo senso le recenti dichiarazioni del ministro dello Sport, il quale auspica un graduale rientro dei tifosi allo stadio. Anche il calcio, e lo sport in generale, hanno bisogno di un ritorno alla normalità.

* Le idee e le opinioni espresse in questo articolo da Massimiliano Ferraresi e Gianluca Gucciardi sono da attribuire esclusivamente agli autori e non investono la responsabilità dell’organizzazione di appartenenza

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  1. Savino

    Se continuano a giocare tante partite dal lunedì al venerdì (giorni dedicati normalmente al lavoro e agli impegni da parte dei potenziali tifosi e appassionati) e se continuano a giocare ad orari improbabili (come le 12 e 30 o le 21 e 45 dell’estate appena trascorsa) significa che la Lega di Serie A è diventata talmente autoreferenziale che le partite le gioca per le sue componenti e per i soli addetti ai lavori (giocatori e allenatori compresi) e non per la platea dei tifosi. Quindi, la normalità è anzitutto opporsi ad un calcio per soli addetti ai lavori. Riaprano prima gli ambulatori medici e gli uffici di prossimità.

  2. Max

    Interessante lavoro. Dovrei leggerlo, ma magari discutete del punto seguente. Potremmo ipotizzare due effetti del tifo allo stadio: 1) worker effort monitoring (shirking); 2) motivation effects (sentire la presenza dei tifosi mi carica). Con partita a porte chiuse e non trasmessa in TV mancano entrambi; con partita trasmessa solo in TV ho solo l’assenza di 2). Non mi ricordo, venivano cmq trasmesse nei canali dedicati queste partite ? Qual è l’effetto prevalente secondo voi?

  3. I risultati del vostro studio sono interessanti ma le interpretazioni del tutto opinabili. In primo luogo, affermare che i vostri risulati siano “coerenti con l’ipotesi che la presenza di un pubblico amico induca gli individui a migliorare le proprie prestazioni” è fuorviante, perchè i vostri risultati potrebbero anche essere
    coerenti con l’ipotesi che giocare davanti ad un pubblico ‘nemico’ influisca negativamente sulle prestazioni, o anche che giocare davanti ad un pubblico amico abbia un impatto positivo sulle prestazioni superiore rispetto a quello di giocare davanti ad un pubblico nemico, o ancora che giocare davanti ad un pubblico amico abbia un impatto negativo sulle prestazioni in valore assoluto inferior rispetto a quello di giocare davanti ad un
    pubblico nemico. Il problema è che la proxy per la performance che avete scelto, punti partita, rappresenta una deviazione in prestazione tra due gruppi e non una proxy di prestazione pura. Per essere più precisi, immaginiamo che la prestazione di un giocatore (che chiameremo Aleksej) Y possa essere descritta dalla seguente equazione Y=X+ B_c*D_c+B_f*D_f+E, dove X è la prestazione media di Aleksej quando è priva dell’influenza del pubblico di casa (c) o del pubblico fuori casa (f), cioè quando gioca senza pubblico come durante questo periodo, D_c è una variabile dummy pari ad 1 se Aleksej gioca in casa e 0 nel caso giochi senza pubblico o con pubblico nemico, … [Continua nel prossimo commento]

  4. … [Continuo da commento precedente] D_f è una variabile dummy pari ad 1 se Aleksej gioca con pubblico nemico e 0 nel caso giochi senza pubblico o in casa, B_c e B_f rappresentano rispettivamente la sensitività della prestazione rispettivamente al pubblico amico e al pubblico nemico, infine E rappresenta l’errore statistico con media 0. Notate ora che la vostra proxy di prestazione, i punti, non corrisponde ad una proxy della prestazione pura Y, ma piuttosto ad una differenza di prestazione tra Aleksej, che diciamo che rappresenta i giocatori che pre-covid giocavano davanti ad un pubblico amico, ed un altro giocatore (che chiameremo Ivànovic) che assumiamo rappresenti i giocatori che pre-covid giocavano davanti ad un pubblico nemico. Ciò
    che osservate è quindi una variabile che rappresenta la differenza in prestazioni (dY=prestazione di Aleksej – prestazione di Ivànovic) pre- e post-covid, dY_pre e dY_post. Ciò che i vostri risultati dicono è che dY_pre> dY_post, cioè che la presenza di pubblico ha un impatto sulla differenza di prestazioni, ma non potete affermare quale sia l’impatto sulle prestazioni di chi gioca in casa o fuori perchè non le osservate individualmente ma sempre in relazione alla prestazione dell’avversario. Ovviamente, nella situazione post covid Y corrisponde ad X+E perchè sia D_c che D_f assumono valore 0, per cui secondo l’equazione sopra riportata, Aleksej ed Ivànovic dovrebbero avere prestazioni simili … [Continua nel prossimo commento]

  5. … [Continuo da commento precedente] e quindi la differenza di punti dovrebbe essere approssimativamente 0, il che corrisponde a quanto riportato dal
    Panel B dove si osserva che la linea blu (punti di chi gioca in casa) è molto vicina alla linea rossa (punti di chi gioca fuori casa). Nel Panel A invece osserviamo che la linea blu è significativamente più alta della linea rossa, ma voi puntate l’attenzione sul fatto che la linea blu pre-covid sia più alta della linea blu post-covid, da cui deducete che giocare davanti ad un pubblico di casa abbia un effetto positivo sulla prestazione dei giocatori. Osservando l’equazione sopra riportata vi accorgerete però che tale risultato è in realtà consistente con diversi valori B_c e B_f. Infatti, potrebbe anche essere che la presenza del pubblico abbia un effetto negativo sulle prestazioni di entrambi I gruppi di giocatori, ma che sia più negativo per chi gioca fuori casa rispetto a chi gioca in casa, cioè che |B_f|>|B_c| e che B_f<0 e B_c<0. Ciò di cui avete bisogno è quindi di testare l’effetto dell’assenza di pubblico su una proxy della prestazione pura come ad esempio il tasso di precisione nei passaggi, il tasso di efficacia dei contrasti, i Km. percorsi durante la partita etc.

  6. EMILIO

    MOLTO INTERESSANTE PIU’ CHE L’ARTICOLO IN SE IL CONCETTO DI MIGLIORAMENTO DELLE PERFORMANCE SE QUESTE AVVENGONO DAVANTI AD OSSERVATORI. PERCHE’ ALLORA NON APPLICARLO AI NOSTRI PARLAMETARI I DUE CANALI TV CHE VENNERO CREATI PER FARCI SEGUIRE I LAVORI DELLE CAMERE SONO PIUTTOSTO CARENTI: MA PERCHE’ NON DARE PIENA TRASPARENZA ALLE COSE FATTE DAI SINGOLI PARLAMENTARI E ALLE LORO VOTAZIONI ECC, ESSERE IN UNA SOCIETA’ CHE E’ PIENA DI INFORMAZIONI QUALORA SI RIUSCISSE A RENDERE BEN FRUIBILI QUELLE DEGLI ELETTI NON SOLO IN PARLAMENTO MA ANCHE IN REGIONI E COMUNI POTREBBE DARE A MIO AVVISO UN GRANDE CONTRIBUTO AL MIGLIORAMENTO DELLE LORO PERFORMANCE

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