Il lockdown di primavera ha migliorato la qualità dell’aria in Lombardia, abbassando i numeri delle morti premature. Ma non tutte le emissioni si sono ridotte e l’inquinamento atmosferico ha superato i livelli stabiliti dall’Oms un giorno su quattro.

Inquinamento, un problema di salute

Proprio nei giorni in cui si discutono nuove misure di contenimento della pandemia, il Nord Italia è avvolto dallo smog. L’Agenzia europea dell’ambiente ha di recente ricordato come l’inquinamento atmosferico sia il più grande problema di salute ambientale europeo. L’Italia, e in particolare la Pianura padana, è particolarmente colpita: l’Agenzia stima che l’aria inquinata porti a più di 60 mila decessi prematuri ogni anno nel nostro paese, un numero non lontano da quello provocato dal Covid fino a oggi.

Se alcuni inquinanti, come il biossido di zolfo, sono calati significativamente, altri, come il particolato, rimangono oltre soglia per buona parte dell’anno.

Cosa fare per risolvere il problema? Le misure di lockdown messe in atto per contrastare la prima ondata pandemica la scorsa primavera ci danno alcune indicazioni utili. Il blocco quasi totale delle attività ha indubbiamente ridotto l’inquinamento, come era stato evidenziato già ad aprile da diversi quotidiani. Quelle analisi, però, paragonavano il periodo primaverile del 2020 a periodi simili negli anni precedenti: così facendo, non si considerano altri fattori, come ad esempio il meteo, che hanno grande impatto sull’inquinamento.

Effetti del lockdown in Lombardia

In una nuova pubblicazione, abbiamo quantificato le ripercussioni sulla salute delle misure di lockdown attuate in Lombardia la scorsa primavera. Applicando nuove tecniche di machine learning, abbiamo stimato quale sarebbe stato l’inquinamento se non fosse stato introdotto il lockdown. I dati di 83 stazioni di monitoraggio nella regione degli ultimi anni sono stati usati per addestrare e validare il modello e per fare le stime durante il lockdown. La metodologia ha consentito di quantificare l’effetto delle restrizioni e di altri fattori come il meteo.

Leggi anche:  Basta un bonus per ripopolare la Basilicata?

Come si vede in Figura 1, le rigide misure di contenimento adottate contro la pandemia hanno parzialmente ridotto le concentrazioni di PM2,5 e NO2, i due inquinanti che hanno conseguenze maggiori per la salute. Il lockdown ne ha diminuito la concentrazione rispettivamente del 20 e del 30 per cento. L’impatto sul NO2 è stato quindi decisamente più significativo. Da questo dato e da altre fonti deduciamo che il blocco ha abbassato le emissioni prodotte dai trasporti, e, in misura minore, dall’industria. Non sono però scese in modo altrettanto significativo le emissioni da fonti importanti come il riscaldamento e soprattutto il settore agricolo. Di conseguenza, l’inquinamento ha continuato a superare la soglia di salvaguardia dell’Oms (di 25 microgrammi per PM2.5) un giorno su quattro.

Figura 1 – Evoluzione delle concentrazioni di NO2 e PM2.5 (in µg/m3) in Lombardia, osservate (in blu) e previste dal modello statistico nel caso in cui il Covid-19 non fosse avvenuto (in arancione).

Per la severità delle restrizioni, il blocco ha tuttavia avuto un impatto sulla salute (Tabella 1). La migliore qualità dell’aria nei due mesi di lockdown ha risparmiato fino a 25 morti su 100 mila persone. Nello stesso periodo, il Covid-19 ha ucciso circa 150 persone su 100 mila. In altre parole, una migliore qualità dell’aria ha salvato fino al 16 per cento dei decessi correlati al coronavirus. Numeri simili sono stati stimati per gli anni di vita risparmiati.

Il nostro studio ha sottolineato i benefici per la salute di un’aria più pulita, ma ha anche evidenziato la varietà delle fonti di emissioni e la necessità di una risposta urgente e integrata alla crisi dell’inquinamento atmosferico in Italia. I risultati confermano le prime analisi, per esempio quelle condotte dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente della Lombardia, che hanno evidenziato il contributo di settori come quello agricolo e zootecnico. Le devastanti conseguenze dell’inquinamento atmosferico sulla salute sono ora più salienti che mai, vista la relazione con il Covid-19, di recente messa in evidenza anche su queste pagine.

Leggi anche:  Decarbonizzare per riconquistare competitività

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Basta un bonus per ripopolare la Basilicata?