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Così il Covid-19 ruba il tempo libero dei bambini *

Con l’apertura a singhiozzo delle scuole, la pandemia causa importanti perdite negli apprendimenti dei bambini. Ma da mesi sono ferme pure le attività extrascolastiche, che influenzano il loro sviluppo socio-emotivo. E le ripercussioni sono significative.

Stop alle attività extra-scolastiche

Nell’ultimo anno, si è molto dibattuto delle perdite in termini di apprendimento scolastico subite dagli studenti di quasi tutto il mondo dovute alla pandemia di Covid-19.

Uno studio su dati olandesi delinea un quadro preoccupante, soprattutto per gli studenti provenienti da famiglie svantaggiate. Per quanto sull’Italia non ci siano ancora dati certi, ci si aspetta una situazione simile, data l’assenza fisica da scuola nella seconda parte dello scorso anno scolastico per tutti gli studenti e la presenza a singhiozzo in questo (soprattutto per i ragazzi dalla seconda media in poi, costretti a casa per periodi più lunghi, ma anche per i bambini più piccoli che sono dovuti ricorrere alla Dad se nella classe si verificava un caso di contagio). Secondo un’indagine sull’uso del tempo dei bambini di 10 anni, condotta a ottobre del 2020 da Chiara Pronzato, circa il 15 per cento dei bambini di quell’età (scuola primaria) seguiva le lezioni a distanza a ottobre del 2020 (per una media di 29 ore a settimana). Per limitare il problema, il governo Draghi valuta l’ipotesi di allungare l’anno scolastico fino alla fine di giugno.

Oltre alla perdita di conoscenze, è importante soffermarsi anche su altri effetti negativi, come quelli derivanti dalla quasi totale assenza delle attività extra-scolastiche. Ormai da un anno, quasi tutte le attività che si svolgevano normalmente al rientro da scuola o nel weekend sono sospese: attività sportive organizzate, cinema, teatri, musei, biblioteche, parchi a tema. Altre sono riprese a settembre, dopo sei mesi di chiusura, e comunque in forma diversa da quella usuale o ibrida.

Secondo l’indagine sull’uso del tempo nei bambini, il 70 per cento di loro dice di fare meno attività extra-scolastiche rispetto all’inizio dell’anno scolastico precedente. Se nell’autunno del 2019 il 45 per cento delle scuole primarie offriva attività extrascolastiche, un anno dopo l’offerta risulta essere del 16 per cento. Per quanto riguarda lo sport, ad esempio, l’offerta passa dal 34 per cento delle scuole nell’autunno del 2019 all’11 per cento nell’autunno del 2020. Inoltre, il 23 per cento dei genitori dichiara di scegliere le attività che ritengono più sicure dal punto di vista del contagio e circa la metà delle famiglie afferma di aver avuto una riduzione degli stipendi nei mesi del lockdown, e questo potrebbe influire negativamente sulla partecipazione alle poche attività extra scolastiche possibili.

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In aggiunta, anche le attività meno organizzate, come un semplice pomeriggio al parco o a casa di amici erano proibite nei mesi del lockdown da febbraio a maggio 2020 e anche oggi sono comunque limitate.

Elementi indispensabili per lo sviluppo

L’importanza delle attività svolte al di fuori della scuola è stata evidenziata in molti studi, soprattutto per quanto riguarda l’impatto sulla sfera cognitiva. Ma sono fondamentali anche per la sfera non cognitiva, comportamentale, del bambino, che è altrettanto importante.

Un nostro studio recente mostra che partecipare o meno ad attività extra-scolastiche fa la differenza su una serie di indicatori che misurano alcuni aspetti comportamentali e socio-emotivi dei bambini: iperattività, disturbi di condotta, problemi emotivi, relazione coi pari e comportamento prosociale. La ricerca analizza dati sui bambini inglesi di età tra i 5 e gli 11 anni, osservati ripetutamente nel tempo. In particolare, i risultati mostrano che svolgere attività sportive riduce i problemi di condotta ed emotivi e aumenta l’empatia verso gli altri. Anche partecipare a corsi di musica riduce i problemi emotivi, mentre più tempo passato a guardare la tv o davanti al computer ha l’effetto opposto.

Attività svolte coi genitori (leggere, disegnare, giocare in casa o fuori, fare attività sportiva) influenzano in modo positivo le capacità socio-emotive dei bambini: migliora il comportamento prosociale e si riducono i problemi di condotta e di iperattività. Un effetto benefico si osserva infine anche per tutte quelle attività svolte all’interno della casa, come aiutare nelle piccole faccende domestiche, riordinare la camera, prendersi cura di un animale.

Dunque, anche tutto ciò che non è strettamente legato alla scuola è di fondamentale importanza per lo sviluppo dei bambini, in particolare per quanto riguarda la sfera sociale e comportamentale. Questi aspetti non vanno messi in secondo piano rispetto alla riuscita scolastica dei ragazzi. Se mancano alternative da proporre ai figli al di fuori della scuola, i genitori hanno anche il rilevante compito di selezionare le giuste attività in casa. Alcuni tratti comportamentali sono positivamente influenzabili sia da attività ora molto ridotte (come praticare sport), sia da altre che si possono continuare a svolgere (come giocare coi genitori o fare piccole faccende domestiche): una maggiore attenzione da parte dei genitori in questo ambito può compensare la mancanza di alcuni stimoli. Per altri tratti comportamentali, come l’empatia verso gli altri bambini, invece, sembrano “insostituibili” alcune specifiche attività, come praticare uno sport. Speriamo che si arrivi presto alla ripresa delle attività sportive, musicali o comunque di gruppo – compatibilmente con gli sviluppi del virus – per garantire ai bambini una semi-normalità della loro vita.

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* Il punto di vista espresso da Elena Claudia Meroni in questo articolo è del tutto personale, e non coinvolge l’istituzione a cui è attualmente affiliata.

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Ammortizzatori in campo in una crisi diseguale**

  1. Savino

    Tutto ciò è, oltre ad articolo 34, (istruzione) è anche art. 32 (salute psico fisica) della Costituzione, ma Roberto Speranza, che si dichiara strenuo difensore, a suo modo di dire, dell’art. 32, lo ignora.

  2. Ricardo Benetti

    Sono stato davvero sorpreso che durante il primo lockdown anche i campi da gioco e quindi anche lo scivolo per bambini è stato chiuso. Capisco che molte persone si riuniscono al parco giochi, ma probabilmente è stato un po’ esagerato. Credo cmq che i bambini dovrebbero passare più tempo possibile all’aperto.

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