La qualità del management ha un ruolo fondamentale nel plasmare i risultati di un’azienda. È perciò determinante l’offerta locale di dirigenti. Ecco cosa si impara da uno studio sull’andamento delle imprese che perdono un dirigente per morte improvvisa.
Lo studio sull’offerta locale di manager
La qualità del management ha un ruolo fondamentale nel plasmare i risultati aziendali. Tuttavia, abbiamo ancora una scarsa comprensione dei fattori che determinano le differenze nella qualità manageriale tra le aziende. In particolare, perché alcune assegnano il controllo a manager poco competenti, danneggiando in questo modo le prestazioni aziendali e la produttività aggregata?
In un nostro recente lavoro studiamo il ruolo dell’offerta locale di competenze manageriali e forniamo evidenza sul ruolo causale della densità di forza lavoro qualificata a livello locale sulla performance dell’impresa.
Dal punto di vista empirico, la sfida principale consiste nell’elaborare una strategia di identificazione che tenga conto dell’endogeneità congiunta della produttività dell’impresa e dello spessore del mercato del lavoro locale rispetto a caratteristiche non osservate del mercato locale stesso. Sono inoltre necessari micro dati ricchi sia sulle imprese che sui lavoratori per comprendere empiricamente il meccanismo attraverso il quale l’offerta di dirigenti in un dato mercato del lavoro influisce sui risultati delle imprese. Il nostro approccio soddisfa entrambi i requisiti e ci consente di isolare l’effetto causale dell’offerta locale di dirigenti sulla performance aziendale.
Utilizziamo dati amministrativi datore di lavoro-dipendente dei registri previdenziali dell’Inps che coprono l’intera popolazione dei lavoratori italiani nel settore privato nel periodo 2005-2015, abbinati a informazioni sullo stato patrimoniale e sul conto economico dell’azienda. In primo luogo, documentiamo che i dirigenti tendono a muoversi prevalentemente all’interno dello stesso settore e area geografica. Definiamo quindi il mercato rilevante per i dirigenti come interazione di settore di occupazione e provincia di localizzazione dell’impresa (il “mercato dei dirigenti”) e costruiamo misure di densità di ciascun mercato nel nostro campione.
Il nostro disegno empirico sfrutta shock esogeni negativi per il gruppo dirigenziale e traccia il loro impatto sulla performance delle imprese in mercati dei dirigenti rispettivamente ad alta e bassa densità. Come principale fonte di shock, sfruttiamo la morte dei dirigenti, aggirando così l’endogeneità delle uscite dei dirigenti. Ci concentriamo sulle morti che sono probabilmente inaspettate e controlliamo che questa serie sia casuale rispetto alle caratteristiche fisse delle imprese. I decessi sono eventi rari: la probabilità di morte per un dirigente sotto i 60 anni è dello 0,10 per cento all’anno. Nonostante ciò, la dimensione del mercato del lavoro italiano (circa 14 milioni di lavoratori e 123 mila dirigenti nel 2015) ne genera un numero sufficientemente ampio da consentire inferenze affidabili.
Per valutare se l’offerta locale è importante per la performance aziendale, stimiamo l’eterogeneità nella risposta dell’impresa agli eventi di morte dei dirigenti a seconda dello spessore dei mercati dei dirigenti. Ipotizziamo che le aziende abbiano maggiori probabilità di trovare una buona corrispondenza con un altro dirigente se il pool locale di quelli che lavorano per altre aziende nella stessa area e industria è grande. I risultati sono coerenti con questa idea.
La figura 1 mostra l’andamento del Roa (return on assets) nei due anni precedenti e nei sei anni dopo la morte di un dirigente. Mentre nei mercati densi l’effetto è modesto ed è limitato all’anno del decesso, in mercati poco densi è molto più consistente e persiste per ben cinque anni, con un calo medio nel quinquennio di 1,7 punti percentuali. I risultati sono confermati da un gran numero di controlli di robustezza.
Altri meccanismi – diversi dalle competenze manageriali – potrebbero spiegare l’effetto più forte degli eventi di morte sulla performance aziendale nei mercati poco densi. Imprese che operano in tali contesti potrebbero essere più fragili in generale e quindi maggiormente vulnerabili rispetto a shock di qualsiasi tipo. Al fine di corroborare le frizioni nella ricerca di dirigenti sostitutivi come meccanismo sottostante, guardiamo all’elasticità dei salari dei dirigenti in altre imprese rispetto ai decessi dei dirigenti nello stesso mercato. Se le aziende colpite da eventi di morte cercano un sostituto a livello locale, la loro domanda di dirigenti genererà una pressione al rialzo sulla retribuzione dei dirigenti in altre imprese, la cui intensità dipende dallo spessore dell’offerta dei dirigenti. In linea con la nostra ipotesi, troviamo che la retribuzione dei dirigenti in altre aziende nello stesso mercato aumenta, ma solo nei mercati del lavoro locali poco densi.
Quando si deteriora la qualità del gruppo dirigente
Sfruttiamo poi la ricchezza dei nostri micro-dati per indagare i canali specifici attraverso i quali gli effetti delle morti dei dirigenti sono amplificati nei mercati poco densi. Mostriamo che in questi casi le morti sono associate a un aumento dei tassi di separazione degli altri dirigenti negli anni successivi, particolarmente dei dirigenti laureati, probabilmente quelli che hanno maggiori probabilità di avere migliori opzioni esterne. Inoltre, le aziende nei mercati poco densi hanno minor probabilità di attrarre dirigenti con una laurea. L’effetto combinato è un deterioramento della qualità media del gruppo dirigenziale, che spiega gli effetti relativamente duraturi della morte dei dirigenti sulla performance aziendale.
Figura 1 – Gli effetti della morte dei dirigenti sulla performance aziendale in mercati densi e poco densi
Fonte: Are Executives in Short Supply? Evidence from Death Events
Nel complesso, i nostri risultati evidenziano che l’offerta locale di dirigenti è un importante motore della performance aziendale. Il nostro lavoro ha implicazioni significative per la formulazione di politiche di sviluppo. In particolare, i risultati suggeriscono che le politiche volte a stimolare la crescita locale dovrebbero prendere in considerazione l’offerta di competenze manageriali. In quest’ambito, particolarmente importante è la presenza di istituzioni universitarie che offrano formazione manageriale di alto livello tramite le business schools, un aspetto sul quale il nostro paese appare in ritardo rispetto alle altre nazioni avanzate.
* L’articolo è estratto dal progetto di ricerca Are Executives in Short Supply? Evidence from Death Events. Il progetto è stato condotto nell’ambito dell’iniziativa VisitInps Scholars dell’Inps. Le opinioni espresse sono esclusivamente quelle degli autori e non riflettono necessariamente quelle dell’Inps.
Questo articolo è apparso contemporaneamente sul Menabò di Etica Economia.
Lavoce è di tutti: sostienila!
Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!
Gian Luigi Albano
Gentilissimi,
è possibile che nei mercati meno densi il manager abbia avuto una tenure più lunga presso l’azienda dove lavorava quando è deceduto/a e quindi la relazione impresa-manager sia stata caratterizzata da una specificità del capitale umano, che, quindi, diventa pù difficile da sostituire post decesso?
Come dire, le caratteristiche del mercato del lavoro influenzano la natura della relazione impresa-manager attraverso una maggiore dipendenza della prima dal(la) secondo(a).
(ammetto di non aver letto il paper, ma solo Vostro articolo nella LaVoce).
Grazie
Gian Luigi Albano