Lavoce.info

Quanto vale un buon manager*

Avere un buon manager può essere cruciale per i risultati di un’impresa. Soprattutto quando sa far tesoro delle sue esperienze passate. Lo dimostra una ricerca sulle esportazioni delle aziende portoghesi in Angola dopo la fine della guerra civile.

L’importanza dell’esperienza

Il dibattito sulle disuguaglianze salariali in Italia, Europa e negli Stati Uniti è diventato acceso e sempre più centrale. In molti si chiedono se vale la pena investire in una struttura aziendale complessa e pagare un manager due, tre o quattro volte il salario di un addetto alla produzione. Prescindendo dalle valutazioni di giustizia sociale, per decidere se investire in un buon dirigente, bisogna prima capire quali sono le caratteristiche di un buon manager e quanto realmente vale.
Le caratteristiche intrinseche di un manager, come i tratti caratteriali che ne influenzano l’abilità di lavorare in gruppo, sono sicuramente fattori importanti nella valutazione. Ma un’altra parte non meno rilevante dipende dalle competenze acquisite lavorando in altre imprese. Le figure 1 e 2, che si riferiscono a imprese localizzate in Portogallo, ci aiutano ad apprezzare il contributo del bagaglio di esperienza del manager. In particolare, mostrano come imprese che ne hanno uno con esperienza nell’export – e ancora di più aziende che ne hanno uno con esperienza nell’esportare un prodotto specifico o nell’esportare verso un paese in particolare – abbiano una più alta probabilità di iniziare a esportare quello stesso prodotto o verso quella stessa destinazione.

Figura 1 – Probabilità per le imprese portoghesi di iniziare a esportare, data l’esperienza nell’export verso un paese (anno 2005)

Figura 2 – Probabilità per le imprese portoghesi di iniziare ad esportare, data l’esperienza nell’export di un prodotto (anno 2005)

Esportare in Angola

Ma valutare rigorosamente se un manager con un buon bagaglio di conoscenza apporta valore all’azienda è un esercizio più complesso. Consideriamo le imprese della figura 1 che iniziano a esportare in Angola. Come possiamo controllare che i loro risultati siano riconducibili al manager con esperienza nel mercato angolano?
Un evento storico ci può aiutare. L’Angola, ex-colonia portoghese e tra i partner commerciali più attivi, è stata per 25 anni vittima di una guerra civile, finita improvvisamente nel 2002 con la morte del leader dei ribelli Jonas Savimbi (Massimo Guidolin e Eliana La Ferrara, 2007).
L’improvvisa fine del conflitto lascia alcune aziende in una situazione di potenziale vantaggio rispetto ad altre: se infatti ha un manager con esperienza nel mercato angolano potrebbe avere un vantaggio nei confronti dei concorrenti e sfruttare meglio le nuove opportunità.
La figura 3 mostra che avere un manager con esperienza specifica nell’export in Angola è associato a una più alta probabilità di iniziare a esportare in quel paese. La differenza però esplode nel 2002, anno della risoluzione del conflitto. Aziende con un manager con esperienza nel mercato angolano hanno più probabilità di iniziare a esportare: circa il 7 per cento, rispetto a una probabilità media del 5 per cento per quelle con un manager senza esperienza specifica.

Leggi anche:  Nel Mar Rosso non tutte le imprese sono sulla stessa barca

Figura 3 – Probabilità per le imprese portoghesi di esportare in Angola (1997-2005)

I nostri risultati confermano che avere un buon manager può essere cruciale per i risultati di un’impresa. Così come un’orchestra ha bisogno di un buon direttore per far dialogare armoniosamente i diversi strumenti, un’impresa ha bisogno di un manager con la giusta esperienza per avere successo.

* Le opinioni espresse sono proprie degli autori e non rappresentano necessariamente quelle della Banca Centrale del Portogallo (Banco de Portugal) o dell’Eurosistema. L’articolo completo si trova al link: The diffusion of Knowledge via Managers’ Mobility.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Per Lula amicizie di convenienza con Russia e Cina

Precedente

Alitalia: perché la soluzione è sul mercato

Successivo

Classifiche degli atenei, istruzioni per l’uso

  1. Umberto

    …come si pesa un buon manager ?
    …quale è la sua unita di misura ?

    • Marco

      L’aumento medio del valore azionario nei 10 anni successivi al suo insediamento, ponderato per avere saldi medi che pesino di più e saldi finali/iniziali che pesino meno è una buona unità di misura. Di solito è il risultato del metodo stock option a limiti temporali che ricollega il salario alla bravura del corpo dirigente. PMI escluse. Perché le PMI sono spesso guidate in maniera de facto antieconomica, ragione per cui affondano e affonderanno al di la di ogni politica protezionista che ci si inventi rispetto alle società strutturate. Ho visto compensi da amministratore erogati a società in perdita sistemica che nemmeno vi dico. E ai cambi generazionali, in cui i figli viziati diventano i manager, tanto prima arriva un liquidatore dal tribunale tanto meglio per il sistema Paese.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén