Il 29 dicembre è mancato Francesco Daveri, professore universitario, redattore de lavoce.info – di cui è stato coordinatore dal 2014 al 2020 – e grande divulgatore. Il ricordo di un collega e amico.
Ieri sera è mancato Francesco Daveri. Un male terribile lo ha sopraffatto in pochi mesi. Qualche settimana dopo la diagnosi impietosa, aveva detto a mia moglie: “E pensare che io mi sono sempre considerato fortunato”. Ma non era fortuna, la sua. Francesco aveva una straordinaria capacità: quella di trovare qualcosa di positivo in tutto quello che lo circondava e che gli accadeva. La sua filosofia era quella del “portare qualcosa a casa”, fosse il messaggio di un paper a una conferenza o una battuta brillante o semplicemente il tono di voce di qualcuno che aveva incontrato. Riusciva sempre ad arricchirsi e a rendere migliore la sua giornata e quella di chi gli stava accanto.
Francesco aveva due grandi passioni professionali. La prima era l’insegnamento. Negli ultimi anni era il Direttore dell’Mba della Sda Bocconi. Francesco aveva contribuito a innalzarne i ranking a livelli di assoluta eccellenza, ma la sua soddisfazione più grande derivava dallo stare a contatto con gli studenti, aiutarli a superare le difficoltà, creare un senso di comunità. L’altra grande passione di Francesco era la divulgazione economica. Quando Tito Boeri è diventato Presidente dell’Inps, era ovvio a tutti noi che Francesco fosse l’unica scelta possibile per subentrargli come coordinatore de lavoce.info, un sito che lui aveva contribuito a creare. Nessun altro aveva la stessa passione per il commento dell’attualità economica e la capacità di coordinare e motivare i membri della redazione. Ricordo la sua pazienza nelle riunioni e la capacità di mediare tra opinioni diverse degli altri redattori. lavoce è cresciuta grazie a lui e al suo impegno. Francesco era anche lungimirante e quando aveva capito che era ora per lui di passare la mano aveva identificato in Alessandra Casarico la sua erede. La sua attività di divulgatore non si limitava a lavoce. Francesco era anche un apprezzato commentatore economico per il Corriere della Sera e un opinionista di molti programmi televisivi di economia. Bene informato, pacato, capace di spiegare concetti anche complessi in modo semplice e chiaro, era ricercatissimo e sempre disponibile.
Francesco era l’incarnazione delle virtù della leggerezza. La dimostrazione che per essere seri non occorre essere pesanti, che l’ironia può essere il modo migliore per rispondere a un’aggressione verbale o a un insulto, che un ego ingombrante è la cosa più penosa che si possa avere. Amava le sfumature, i dettagli, le osservazioni che a volte sembravano laterali. Francesco era una ventata di ottimismo e buon umore per chiunque gli fosse accanto. Ricordo la felicità dei miei figli quando dicevo che sarebbe venuto a casa nostra. Un suo grande amico sin dagli anni della scuola era Marco Santin, uno dei tre della Gialappa’s Band, e quando sentivi parlare Francesco capivi che avrebbe potuto esserci anche lui a condurre Bar Sport a Radio Popolare negli anni ’80. Invece, per nostra fortuna, decise di fare la Bocconi. Ci sentivamo cinque, sei volte al giorno per commentare una notizia, una frase, un piccolo evento. Quasi sempre aspetti minimi, quelli di cui è piena la vita di tutti noi. Mi mancherà, Francesco. Mancherà a tutti i suoi numerosi amici. Ci mancherà il suo sorriso, la sua ironia, la sua voglia di vivere. Ma mancherà soprattutto a Patrizia, che lo ha accompagnato anche in quest’ultima, estrema prova con un amore e un coraggio indescrivibili. Ciao Francesco. Che la terra ti sia lieve.
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Federico Cattaneo
Arrivederci Prof. Daveri!!
Da ex studente non riesco proprio a darLe del tu nemmeno in questa occasione.
Ricorderò sempre il suo non fermarsi alla superficie ma approfondire i temi di cui era tanto appassionato, e allo stesso tempo come fosse entusiasta di essere sorpreso dalle più piccole cose (ricordo quando disse che rimase stupito di come una persona anziana sapesse un sacco di dati a memoria ad una conferenza dicendoci in aula “how cool is that?”.
Se ne va una grande mente e un uomo da cui è stato un piacere imparare.
Arrivederci Prof.!
Ex Studente
Sono stato studente del Prof. Daveri, un professore con la P maiuscola, di cui mi ricordo ancora dopo oltre 10 anni. Impossibile dimenticare le sue lezioni di Economia Politica, illuminanti, riusciva a spiegare qualsiasi cosa con una semplicità unica, tutti e dico tutti gli studenti lo seguivano senza battere ciglio. Ricordo come fosse ieri la sua lezione sulla crisi del 2008….un fenomeno nella sua professione.
Anche dal punto di vista umano (seppur difficile giudicare pienamente da “studente’) una persona straordinaria, umile e che amava veramente il suo lavoro, sapeva di sapere ma allo stesso tempo umile, mai spocchioso nonostante un CV di altissimo livello.
Condoglianze alla famiglia
stefano demichelis
Condivido il dolore degli amici di Francesco, che conobbi a Oxford tanti anni fa.
Paolo Epifani
Tanti ricordi, ma quelli piu’ belli risalgono all’estate del 1996, quando Francesco mi regalo’ un tour della Puglia, con Paolo Bertoletti e Marco Ottaviani. A me che sono tarantino, e che della Puglia conoscevo solo Lido Silvana. Per sdebitarmi lo invitai a pranzo, a Lido Silvana ovviamente, e mia madre gli preparo’ una brace a base di gnummariddi. A lui che detestava le interiora di agnello.
Non mi perdonero’ di averlo perso di vista negli anni piu’ difficili, e di non poter rimediare.
Michael
Oramai sono passati anni dall’ultima volta che ho assistito una sua lezione, ma ne porto un bel ricordo.. uno dei pochi professori che con naturalezza riusciva spiegare qualsiasi cosa.. lo ricordo tanto con affetto!! Ci mancherai Prof!!!!
Mario Menegatti
Anche se Francesco aveva lasciato il Dipartimento di Economia dell’Università di Parma molti anni fa, tutti ancora oggi ne ricordiamo le eccezionali doti di ricercatore, docente e divulgatore ma soprattutto le straordinarie qualità umane: l’entusiasmo, la franchezza e la partecipazione con cui ha animato la vita del nostro Dipartimento.
A titolo personale, ricordo le tante chiacchierate quando eravamo vicini di stanza, in cui la lucidità e l’ironia di Francesco aiutavano a guardare le cose con la giusta chiarezza ma anche dalla giusta prospettiva. E’ un ricordo che serberò con affetto.
Carlo Riccaboni
Francesco lo conobbi quando frequentavamo l’oratorio del QT8, presso la parrocchia S. M. Nascente. Avevamo 14 anni. Lui aveva un anno meno di me. A calcio, quante partite! , era piuttosto scarso, gli mancava la grinta nei contatti fisici. Ma che ragazzino dal punto di vista della sua capacità di stare insieme con tutti, non l’ho mai visto arrabbiarsi; umanamente ci era superiore.Si poteva intuire già dalle medie che Francesco era eccezionale. Si diplomo’ al liceo classico Beccaria brillantemente e con facilità. Si inscrisse al DES in Bocconi e subito Il Prof. Monti intravvide in lui un allievo fuori dal comune. Io di tanto in tanto lo incrociamo sulle scalinate della Bocconi e sempre ci salutiamo. Poi ci siamo persi di vista. In tutti questi anni ho seguito la sua carriera sin dagli anni in cui ebbe importanti incarichi presso la U. E. Spesso l’ho sentito in radio intervistato su temi di macro economia . Parlava di argomenti complessi in modo semplice per farsi comprendere anche da chi non aveva studiato economia. Un paio di anni fa, dopo quasi quarant’anni, l’ho contattato per avere con lui uno scambio di opinioni a proposito dell’attuale situazione economica e a proposito della pochezza dei nostri politici di punta. Ricordo che mi disse :” Carlo, sono 40 anni che non ci parliamo, ed è come se non fosse trascorso tutto questo tempo” . Mi commosse il fatto che lui si ricordasse di me, una persona qualunque. Mi invito’ ad andare a prendere con lui un caffè alla prima Assemblea di condominio presso la casa che fu di sua mamma al QT8. Purtroppo la sua malattia non ci permise di rivederci. “Caro Francesco te ne sei andato in punta dei piedi per primo fra i ragazzini nati nel ’60 e ’61 nel nostro quartiere
. Noi tutti ti abbiamo voluto bene, come tu ne hai voluto a noi tutti. La mia speranza è che possa bere con te in cielo quel caffè in Santa pace. Un abbraccio. Carlo. “. Approfitto per porgere le mie più sentite condoglianze alla moglie di Francesco. Ciao.