Lavoce.info

Effetto Internet sul capitale sociale

Nel Regno Unito la diffusione della banda larga ha prodotto una diminuzione della partecipazione civica e politica. Non sembra aver invece intaccato i legami forti con i parenti e gli amici. Il fenomeno potrebbe spiegare anche l’ascesa del populismo.

Che cosa è il capitale sociale e perché è in declino in molti paesi

La pandemia di coronavirus ha messo a dura prova le relazioni interpersonali. Da due anni, il distanziamento sociale ostacola molte forme di partecipazione alla vita pubblica, minando la fiducia nelle istituzioni e la coesione sociale. La crisi si innesta in una fase di per sé già difficile per il capitale sociale in Europa. Diversi studi documentano che gli indicatori di fiducia, partecipazione civica e interazioni sociali sono in declino in molti paesi almeno a partire dalla seconda metà degli anni Novanta.

Con il termine capitale sociale, la letteratura indica quegli elementi della vita sociale, come le reti di relazioni, la partecipazione civica e la fiducia, che aiutano le persone a coordinarsi meglio per raggiungere obiettivi condivisi. Secondo Robert Putnam, le associazioni volontarie possono funzionare come “scuole di democrazia” che coltivano il rispetto delle norme sociali e l’attenzione per il bene comune. Dal punto di vista economico, le attitudini cooperative potenzialmente generate dal capitale sociale rendono le persone più affidabili e rispettose degli accordi, diminuendo l’incertezza. Il clima di maggiore fiducia che ne può derivare incoraggia gli investimenti, favorendo una migliore allocazione delle risorse.

Nel suo bestseller Bowling Alone, Putnam ha suggerito che la televisione e altre forme di intrattenimento ad alta intensità tecnologica, come i videogiochi, potrebbero aver spiazzato le interazioni sociali nell’uso del tempo libero. In linea con l’ipotesi di Putnam, sembra plausibile che l’effetto di Internet, un medium più interattivo della televisione e in grado di fornire contenuti on-demand, possa essere stato ancora più forte.

Un nuovo studio sul Regno Unito

In un lavoro pubblicato sul Journal of Public Economics ci siamo chiesti se il tempo speso on line possa erodere la nostra partecipazione politica e sociale, rendendoci più concentrati su noi stessi e meno disponibili a preoccuparci del benessere della comunità in cui viviamo. Per rispondere alla domanda abbiamo combinato informazioni sulla topologia della vecchia rete telefonica del Regno Unito, fornite da Ofcom, il regolatore britannico delle telecomunicazioni, con dati campionari geolocalizzati raccolti annualmente dal 1998 al 2018 dall’Institute for Social and Economic Research

Leggi anche:  Un grillo nel piatto*

Il dataset che abbiamo costruito consente di calcolare la distanza tra la linea telefonica di ciascun intervistato e il nodo della rete più vicino. 

Si tratta di un fattore cruciale per l’accesso a Internet veloce. Dalla seconda metà degli anni Novanta, la banda larga ha utilizzato per lo più la tecnologia Dsl (Digital Subscriber Line), che consente la trasmissione di dati attraverso i vecchi cavi telefonici in rame. Tuttavia, la qualità della connessione Dsl è inversamente proporzionale alla lunghezza dei cavi che collegano la linea telefonica con il nodo della rete. Quando negli anni Trenta fu progettata la rete telefonica, questo non aveva alcun effetto sulla qualità delle comunicazioni vocali, ma con la tecnologia Dsl la prossimità a un nodo è divenuta una condizione necessaria per l’accesso alla rete veloce. Così, la distribuzione irregolare delle abitazioni rispetto ai nodi della rete ha causato una variazione nella qualità della connessione a Internet imprevedibile e indipendente dalla volontà di utenti e provider. 

Nella nostra analisi empirica, abbiamo studiato l’effetto della topologia della vecchia rete in rame sulla penetrazione della banda larga nel Regno Unito. Quindi abbiamo approfittato della variazione determinata dal caso nella qualità dei servizi Internet per identificare l’effetto causale della banda larga sul capitale sociale. 

L’effetto della banda larga sul capitale sociale di tipo “bridging” e “bonding”

L’analisi empirica mostra che l’uso di Internet ad alta velocità ha eroso varie dimensioni del capitale sociale nel Regno Unito. Dopo la penetrazione della banda larga, la partecipazione civica e quella politica sono diminuite sistematicamente con la prossimità degli utenti ai nodi della rete. 

Le attività orientate al bene comune che richiedono un significativo dispendio di tempo, come il coinvolgimento nelle iniziative delle associazioni volontarie, hanno risentito maggiormente dell’effetto “spiazzamento” della banda larga. Putnam ha definito la vita associativa come una forma di capitale sociale di tipo bridging, riferendosi alla capacità di costruire ponti tra gruppi sociali di diversa estrazione socioculturale, che favoriscono la coesione sociale e le attitudini cooperative. 

Leggi anche:  Bob Solow: la scomparsa di un grande economista

L’effetto è statisticamente significativo e di dimensioni rilevanti. Una riduzione di una deviazione standard della distanza dal nodo, corrispondente a una connessione più veloce, ha causato una diminuzione della probabilità di partecipare ad attività associative del 4,7 per cento tra il 2005 e il 2017. Per i partiti politici e i sindacati, la diminuzione della probabilità di coinvolgimento sale al 5,1 per cento. 

L’effetto spiazzamento ha risparmiato invece le relazioni con i familiari e gli amici, spesso considerate una forma di capitale sociale di tipo bonding, basato sui legami già esistenti, che tende a rafforzare l’attenzione degli individui su obiettivi particolaristici. La letteratura sociologica considera il capitale sociale bonding tra le radici del ritardo di sviluppo del Mezzogiorno italiano, a causa della capacità di minare fiducia, coesione sociale e attitudini cooperative.

Mentre il capitale sociale bonding sembra in grado di resistere all’impatto delle nuove tecnologie della comunicazione, quello bridging si mostra più vulnerabile alla pressione dei nuovi media sulle scelte di allocazione del tempo degli utenti. È un risultato poco confortante che, con la dovuta cautela, potrebbe fornire una chiave di interpretazione di fenomeni recenti come l’ascesa del populismo. Tuttavia, l’evidenza empirica osservata nel Regno Unito non è necessariamente valida ovunque. I nostri risultati devono essere interpretati anche alla luce di studi precedenti, che altrove non hanno individuato un effetto negativo della banda larga sul capitale sociale, per esempio nella Germania orientale. L’impatto economico e sociale della penetrazione della banda larga potrebbe variare in base allo stock iniziale di capitale sociale, al contesto istituzionale e all’uso che gli utenti fanno della rete veloce.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  So che fanno male, ma li uso lo stesso: social media e benessere mentale

Precedente

Chi vince e chi perde nella guerra commerciale Usa-Cina

Successivo

Lavorare online: i dati mostrano che una regolamentazione è necessaria*

  1. Analisi davvero interessante… ma il capitale sociale di tipo bridging non potrebbe semplicemente essere costituito in misura crescente da attività online, anziché in presenza?

  2. andrea

    Potrebbe essere visto in positivo: più consapevolezza e informazione da parte dei cittadini diminuiscono l’appetibilità della politica.
    Ergo sarebbe la politica a doversi fare delle domande…

  3. Max

    Articolo molto interessante. L’effetto negativo sulla partecipazione ad altre attività, es. organizzazioni, che richiedono un input di tempo può essere prevista da un semplice modello di allocazione del tempo tra attività alternative, in cui la velocità della connessione rende più accessibile un’allocazione alternativa del tempo (ovvero l’utilizzo del web, social networks,, vedere film online on demand, ecc.). Solo per dire che prendendo quelle attività (tradizionali?) come proxy del capitale sociale è plausibile che meccanicamente si riducano nel tempo (e così il “capitale sociale” misurato in quel modo) man mano che diventano possibili usi alternativi del tempo. Peccato non troviate nessun effetto negativo sul fatto di “parlare ai vicini”, “incontrare gente”, ed “avere fiducia nelle persone”, ovvero del fatto che la riduzione di attività più “sociali” in un certo senso contribuisca anche a cambiare gli orientamenti degli individui verso il “prossimo” e la società nel suo complesso.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén