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Sanzionare chi non ha il Pos non basta

Dal 30 giugno, gli esercenti saranno obbligati ad accettare pagamenti con bancomat e carte, pena una sanzione pecuniaria. È un passo avanti, ma gli incentivi per ridurre davvero l’evasione potrebbero non essere abbastanza.

Lo scorso anno contestualmente alla sospensione del cashback di stato avvenuta dal 1° luglio 2021 è stato possibile ottenere il rimborso totale o parziale a seconda della dimensione dell’impresa, sotto forma di credito d’imposta, delle commissioni sull’utilizzo del Pos ed un credito d’imposta per l’acquisto o il noleggio del terminale. Tuttavia, il rimborso delle commissioni non è necessariamente sufficiente a incentivare una minore evasione: chi evade non usando il Pos probabilmente non lo fa per non pagare le commissioni. Era necessaria una normativa più stringente sull’utilizzo del Pos, che era comunque obbligatorio dal 2014 (decreto legge 179/2012). Il governo, con il decreto legge 36/2022 convertito nella legge 29 giugno 2022 n. 79, introduce delle sanzioni nel caso di rifiuto dei pagamenti tramite Pos. In particolare, la sanzione è pari a 30 euro aumentata del 4% del valore della transazione. Il meccanismo di implementazione della sanzione prevede la segnalazione/denuncia dell’esercente da parte dell’utente in caso di rifiuto di pagamento tramite Pos. Inoltre, la legge introduce l’obbligo della comunicazione dei pagamenti elettronici giornalieri al fisco, che permette di dare efficacia nella lotta all’evasione.

Infatti, affinché l’utilizzo del Pos sia utile per combattere l’evasione, è necessario che i pagamenti tramite Pos siano comunicati all’agenzia delle entrate. Attualmente, i pagamenti elettronici non sono comunicati automaticamente all’amministrazione finanziaria. Il pagamento elettronico potrebbe non essere accompagnato dall’emissione dello scontrino fiscale, visto che il registratore telematico di cassa e il Pos non sono tra loro collegati. Per incentivare il legame tra pagamento Pos e comunicazione al fisco, lo scorso anno è stata introdotta la possibilità di ottenere un credito di imposta totale o parziale delle commissioni nel caso in cui tutte le transazioni tramite Pos siano collegate ad un registratore di cassa telematico che fa un invio automatico dei corrispettivi al fisco. Con la legge 29 giugno 2022 n. 79, tale agevolazione decade ed è prevista l’introduzione dell’obbligo della comunicazione dei pagamenti elettronici giornalieri al fisco. Quest’ultimo provvedimento risolve il problema del legame tra Pos e fisco senza necessità di incentivo fiscale sulle imprese.

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La nuova normativa ha due punti deboli. In particolare, per l’applicazione delle sanzioni è necessaria la denuncia del cliente, che si vede rifiutato il pagamento tramite Pos. È poco verosimile che un cittadino a cui viene detto di non poter pagare con Pos vada dai carabinieri a denunciare l’accaduto, soprattutto nel caso di piccole cifre come una consumazione al bar o al ristorante o, per esempio, nel caso di una prestazione di un idraulico o un muratore. Forse dovrebbero essere previsti controlli a campione in assenza di denunce. Inoltre, non vi sono incentivi per il cliente a denunciare l’impossibilità a pagare con mezzi elettronici. L’unico rimasto è la lotteria degli scontrini. Lo scorso anno c’era il cashback, che è stato eliminato perché ritenuto eccessivamente costoso, visto che era applicato a tutti i tipi di acquisti. La lotteria degli scontrini potrebbe essere più efficace se resa istantanea (eventualità prevista dall’art. 18 dalla legge 29 giugno 2022 n. 79) e limitata a settori con particolare propensione all’evasione come, ad esempio, il settore edilizio o della ristorazione. Allo stesso tempo, solo in questi ultimi settori potrebbe essere utile anche la reintroduzione del cashback. L’altro elemento di debolezza è che gli esercenti hanno ora incentivi molto minori o nulli ad utilizzare il Pos, visto che il credito di imposta in vigore fino al 30 giugno 2022 non è stato prorogato. È vero che il rimborso delle commissioni potrebbe non essere sufficiente ad incentivare tutti all’utilizzo del Pos, ma eliminare gran parte del rimborso prima previsto potrebbe aumentare il disincentivo all’utilizzo del Pos da parte degli esercenti.

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  1. Savino

    Resta imperdonabile che, con il pessimo superbonus, lo Stato si sia fatto truffare per almeno 5-6 miliardi di Euro solo con dei clic ripetuti, senza controllo di ciò che veniva falsamente attestato.

  2. Francesco M.

    Il vero deterrente potrebbe essere il rifiuto del cliente di pagare la prestazione, se non può essere saldata mediante POS.

  3. Loris

    Dopo tutto quanto detto nell’articolo cio’ che mi viene da dire è che il commerciante evade, se evade, per il motivo che se denuncia tutto cio’ che incassa, dato le tasse che paga, deve andare alla Caritas per poter mangiare. Quindi, l’unico modo per evitare l’evasione è un regime fiscale equo. Diversamente trovera’ qualsiasi sistema per evadere.

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