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Chi segue chi? La rete dei parlamentari su twitter*

I dati di Twitter permettono di ricostruire la rete dei parlamentari per identificare i leader e le loro comunità. Ecco il network della XIX legislatura: il M5s è il gruppo più chiuso verso l’esterno e il Pd il partito più coeso.

Il network dei parlamentari

Twitter è indiscutibilmente il social network preferito dai politici e da chi segue la politica. I dati della piattaforma costituiscono una fonte (quasi) inesauribile per analizzare le interazioni tra i politici e il loro potenziale elettorato. Come si comportano invece i politici “tra di loro”? Chi seguono? E da chi sono seguiti?

Per provare a rispondere alla domanda abbiamo raccolto i profili dei neo-eletti parlamentari della XIX legislatura e costruito il network (chiamato anche “rete” di seguito) del Parlamento italiano su Twitter. Una rete corrisponde a una struttura costituita da nodi e archi, dove i nodi sono le entità a cui si è interessati (ad esempio, individui e organizzazioni), mentre gli archi corrispondono a un qualche tipo di relazione che lega due nodi tra loro (ad esempio, conoscenze e collaborazioni). L’analisi delle reti può essere utilizzata per diversi scopi, tra cui l’individuazione di comunità (community detection) e dei leader. 

Nella nostra rete, i nodi rappresentano tutti i membri dell’attuale Parlamento italiano che hanno un profilo Twitter; ogni parlamentare è poi collegato tramite archi a tutti gli altri parlamentari che segue, e da cui è seguito, sulla piattaforma. Si tratta pertanto di una rete diretta determinata dal “chi segue chi”. In particolare, il coefficiente di reciprocità della rete è pari a 0.33, ovvero circa un terzo dei parlamentari si seguono a vicenda.

Nella figura 1 mostriamo come appare la rete (qui abbiamo messo a disposizione una versione interattiva del grafico).

Figura 1 – Network dei parlamentari della XIX legislatura

Nota: Grafo bi-direzionale dei parlamentari della XIX Legislatura con un profilo Twitter (78 per cento del totale, la raccolta è basata su liste pubbliche compilate da Marcello Filibeck per Camera e Senato). Ogni nodo è un parlamentare. Ogni parlamentare è collegato tramite un arco a tutti i parlamentari che segue, e da cui è seguito, su Twitter. Se due parlamentari si seguono a vicenda avranno due archi che li collegano tra di loro. L’orientamento “orario” e “anti-orario” della curvatura degli archi determina se l’arco è rispettivamente in entrata o in uscita. Il colore dei nodi e degli archi rispecchia il partito di appartenenza. La dimensione dei nodi e delle etichette è proporzionale al numero di archi in entrata. NB: la posizione assoluta dei nodi (sinistra-destra-alto-basso) è casuale, mentre la posizione relativa è data dall’algoritmo di visualizzazione Force Atlas 2 (Gephi). Dati raccolti su Twitter tra il 29 e il 31 ottobre 2022. Visualizzazione interattiva disponibile qui

Dalla figura 1, emerge chiaramente come i partiti rappresentano delle comunità facilmente identificabili. La Lega e il Movimento 5 Stelle risultano le più isolate, mentre i gruppi “centristi” di Azione-Italia viva e Forza Italia fungono da ponte tra il Partito democratico e Fratelli d’Italia.

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Questo tipo di dinamiche può essere spiegato da comportamenti cosiddetti di assortatività della rete. Una rete è assortativa quando nodi simili (in base a qualche tipo di variabile) tendono a connettersi tra loro con maggior probabilità rispetto al resto dei nodi della rete. Nella nostra rete il coefficiente di assortatività per partito è pari a 0.39, ovvero c’è una spiccata (e ragionevole) propensione a connettersi tra parlamentari appartenenti allo stesso gruppo.

Nella figura 2 riportiamo invece il valore di un altro indice di preferenza, calcolato questa volta non a livello globale di rete, bensì per ciascun parlamentare. Un livello maggiore dell’indice rivela una tendenza a “sovra-connettersi” con i parlamentari del proprio gruppo. I valori dell’indice in figura 2 indicano come il M5s risulti essere in media il “meno aperto” verso l’esterno.

Chi sono i leader

Per analizzare invece chi sono i leader più popolari del network possiamo utilizzare due metriche diverse. La prima è una semplice somma del numero di archi in entrata per ogni nodo (in-degree). La seconda metrica è il Page Rank – la logica fondamentale alla base dell’algoritmo di Google – che tiene conto non solo del numero, ma anche della qualità delle connessioni. Nella figura 3 riportiamo la classifica per i primi dieci parlamentari secondo queste due metriche. Come possiamo vedere, il nodo di maggior dimensioni è quello di Matteo Renzi, che però viene superato da Enrico Letta nella classifica del Page Rank. Ne segue che Enrico Letta ha un minor numero di connessioni, ma di maggiore qualità.

Figura 3 – I parlamentari più popolari nel network

Nella figura 4 mostriamo per ogni partito la percentuale di parlamentari che segue il proprio e gli altri leader, considerando in particolare i sei leader di ogni gruppo. Come si può notare, tutti i leader raccolgono follower all’interno del proprio gruppo per almeno il 60 per cento.

L’ultimo dato che analizziamo riguarda la densità delle sotto-reti di ogni partito. La densità di una rete è uguale al rapporto tra il numero di archi presenti nella rete e il numero massimo possibile di archi (nella nostra rete, corrisponde al caso in cui all’interno di un partito si seguano tutti tra di loro). Come è possibile notare nella figura 5, fatta eccezione per Azione-Italia viva che presenta un numero ristretto di nodi e di conseguenza un numero limitato di possibili connessioni tra i parlamentari, il Partito democratico emerge come il gruppo più denso, e di conseguenza il più coeso, tra le principali forze politiche.

Dati per prevedere il trasformismo

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Dalla nostra analisi esplorativa emerge che il network dei parlamentari online riesce a individuare abbastanza fedelmente posizioni di leadership riconosciute all’interno del Parlamento e all’interno dei singoli partiti. Come già dimostrato da alcuni studi, queste misure possono essere utilizzate per provare a predire eventuali cambi di casacca  (fenomeno noto come “trasformismo”) o comportamenti di dissenso nei confronti del proprio partito. Inoltre, i dati possono essere utilizzati per identificare i diversi sottogruppi o “correnti” all’interno dei partiti, o l’emergenza di nuove leadership.

Per chi fosse interessato, mettiamo a disposizione una versione interattiva del network.

*Le idee e le opinioni espresse in questo articolo sono da attribuire all’autore e non investono la responsabilità dell’istituzione di appartenenza

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  1. Savino

    I partiti politici stanno facendo di tutto tranne che politica. Si occupano di argomenti variegati, si marcano tra di loro o stanno chiusi a cerchio magico. Insomma, il massimo dell’autoreferenzialità e del fannullismo in un contesto privilegiato. Il potere per il potere anzichè l’amministrazione finalizzata al benessere della cittadinanza fa passare le giornate a chiacchierare solo sul “chi sta con chi”. Un vero politico non dovrebbe avere affatto un account social e dovrebbe spendere diversamente il tempo.

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