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Pensioni e libera scelta: l’importanza delle competenze finanziarie

Se si vuole lasciare agli individui la libertà delle scelte finanziarie, per esempio in tema di pensioni, è fondamentale aumentare l’istruzione finanziaria. Altrimenti c’è il rischio che crescano le disuguaglianze. Cosa insegna l’esperienza cilena.

Soluzioni di mercato per la previdenza

Il livello di complessità delle scelte finanziarie che le famiglie si trovano ad affrontare durante la loro vita sta diventando sempre più elevato. La complessità è associata allo sviluppo di prodotti finanziari sempre più sofisticati e alla maggiore libertà e responsabilità nelle scelte individuali, comprese per esempio quelle su quale tipologia di mutuo acquistare, dove investire i propri risparmi, e, in alcuni casi, come riscuotere la propria ricchezza pensionistica.

Molti paesi hanno riformato i propri sistemi previdenziali, riducendo l’intervento dello stato e adottando vere e proprie soluzioni di mercato. Tali sistemi offrono più scelta agli individui e sono caratterizzati da una maggiore efficienza rispetto a quelli più tradizionali perché permettono di acquistare quei prodotti che riflettono maggiormente preferenze e necessità di ciascuno.

Tuttavia, il successo dei sistemi dipende dalla capacità dei consumatori di scegliere nel modo migliore tra le diverse opzioni.

L’evidenza empirica ha documentato che, diversamente da quello che la teoria economica dominante prevede, le scelte degli individui sono caratterizzate da errori sistematici dovuti all’adozione di tecniche euristiche sotto-ottimali, o all’esistenza di pressioni sociali ed emozioni.

La qualità della scelta varia tra gruppi socio-economici e un ruolo importante sembra essere svolto dal livello di conoscenza finanziaria. Questo giustifica la presenza di intermediari finanziari che dovrebbero guidare gli individui nelle loro scelte.

L’esperienza cilena

Il Cile è uno dei paesi che ha ridotto il paternalismo pubblico e ha introdotto un sistema a capitalizzazione individuale in cui gli individui sono lasciati liberi di scegliere in quale fondo pensionistico privato versare i propri contributi. Al momento del pensionamento, poi, possono scegliere come riscuotere la propria ricchezza pensionistica, se sottoforma di rendita vitalizia o attraverso versamenti in capitale programmati, e da quale impresa comprare il prodotto pensionistico scelto.

Inoltre, con l’obiettivo di migliorare il livello di competenza e trasparenza nel mercato, nel 2004 è stato realizzato un sistema di offerte elettronico che permette agli individui di ricevere simultaneamente da diverse imprese assicurative offerte per lo stesso prodotto pensionistico, le quali si differenziano solo in base al prezzo da corrispondere (che è definito come percentuale dell’ammontare pensionistico) e al rischio di fallimento dell’impresa che fa l’offerta.

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Il Cile rappresenta quindi il contesto ideale per analizzare la qualità delle scelte pensionistiche, dato che è possibile indentificare con precisione quali individui scelgono offerte “dominate”. Un’offerta è definita dominata se c’è un’altra offerta per lo stesso prodotto di prezzo inferiore e associata a un minore rischio dell’impresa.

Lo studio

In un recente lavoro, analizzo come la qualità della scelta differisce tra gruppi di individui, e in particolare tra uomini e donne.

Nel lavoro mostro che se si ordinano le offerte ricevute degli individui in ordine decrescente rispetto al prezzo (ignorando quindi differenze di rischio dell’impresa), meno del 20 per cento sceglie l’offerta migliore in termini monetari.

Se guardiamo a offerte “fully dominated” (tenendo quindi in considerazione anche le differenze di rischio tra le imprese), il numero scende ma solo lievemente, fermandosi al 50 per cento.

L’analisi mostra come la probabilità che le donne scelgano un’offerta dominata è più alta rispetto agli uomini.

Il ruolo dell’intermediario

Un altro aspetto messo in luce nell’articolo è il ruolo svolto dall’intermediario finanziario scelto al momento dell’ingresso nel mercato.

In Cile gli individui possono accedere al mercato attraverso tre canali: direttamente, con un agente di vendita che lavora per una data impresa assicurativa o un broker indipendente. Le analisi mostrano come la probabilità di scegliere la migliore offerta aumenta notevolmente se l’individuo consulta un broker rispetto agli altri due casi. 

Nel caso in cui invece la scelta venga fatta con l’aiuto dell’agente di vendita, la probabilità che l’individuo scelga l’offerta fatta dall’impresa per cui lavora l’agente è quasi del 90 per cento, indipendentemente dal prezzo offerto, che in genere non è per nulla vantaggioso.

Più interessante è l’evidenza che l’offerta da parte dell’impresa per la quale l’agente lavora è relativamente peggiore se il consumatore è una donna. Il confronto viene fatto con le offerte fatte allo stesso individuo dalle altre imprese nel mercato. Il risultato non può quindi essere spiegato da differenze nell’aspettativa di vita tra donne e uomini.

Questo comportamento è in linea con un framework teorico in cui le imprese utilizzano gli agenti di vendita per influenzare le scelte degli individui e in cui l’offerta iniziale varia a seconda del livello “atteso” di conoscenza finanziaria di uno specifico gruppo di individui. Ipotizzando che il livello di distorsione introdotto dall’intermediario sarà più alto più basso è il livello di sofisticazione finanziaria dell’individuo, le imprese saranno tentate di offrire prezzi più alti a coloro che sono ritenuti avere più bassa conoscenza e capacità di scelta.

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L’esistenza di differenze di genere nelle conoscenze finanziarie – di cui è stata fornita evidenza in numerosi studi – inducono quindi le imprese con un vantaggio competitivo a offrire prezzi più alti alle donne.

Tali risultati completano e contribuiscono alla letteratura che documenta l’esistenza di pratiche di discriminazione di prezzo basate sul genere in vari mercati, come per esempio quello automobilistico o quello del credito.

Aumentare le competenze finanziarie

Da questa evidenza si possono trarre importanti implicazioni di policy, come la necessità di una maggiore regolamentazione del mercato e del ruolo svolto dagli intermediari. Suggeriscono inoltre che se si vuole lasciare agli individui la libertà – e la responsabilità – delle proprie scelte, è fondamentale un investimento in campagne volte ad aumentare l’istruzione finanziaria, per far sì che tutti abbiamo gli strumenti per compiere decisioni consapevoli. Altrimenti, c’è il rischio che l’adozione di sistemi simili si accompagni a incrementi nei livelli di disuguaglianza. 

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  1. Firmin

    Trovo surreale affidare alle conoscenze individuali, da un lato, ed a mercati predatori, dall’altro, un settore delicato come la previdenza. Vorrei sommessamente ricordare che nel 1998 fallì un colosso della finanza e dei fondi pensione come Ltcm, diretto dai premi Nobel Robert Merton e Myron Scholes, ovvero proprio quelli che avevano introdotto uno dei modelli più sofisticati per la valutazione degli investimenti. I mercati finanziari, in cui operano necessariamente i fondi pensione, si reggono notoriamente sulle asimmetrie informative (per essere benevoli), quindi l’educazione finanziaria individuale e i consulenti (anche “indipendenti”) servono a poco, esattamente come in qualsiasi bisca. Quello che l’autore chiama “paternalismo” non è dunque una lesione della libertà individuale, ma solo un modesto correttivo alle distorsioni di un mercato che, lasciato a se stesso, schiaccerebbe senza pietà anche i risparmiatori più scaltri e informati, esattamente come qualsiasi frequentatore di casinò. Con tutti i suoi difetti, la previdenza privata resterebbe sostenibile se riguardasse solo i destini individuali, ma purtroppo ha conseguenze sistemiche che rischiano di compromettere la stabilità finanziaria e la crescita economica. Più che sull’educazione finanziaria, io investirei risorse sulla trasparenza del sistema previdenziale, a cominciare da quello pubblico, che oggi non sembra neanche in grado di fornire ai pensionandi simulazioni affidabili sugli effetti di scelte banali come il riscatto di alcuni periodi di attività, il passaggio da un regime all’altro, la scelta tra i vari canali di pensionamento disponibili, ecc. Invece non si parla più da anni della famosa busta arancione che l’inps avrebbe dovuto inviare a tutti gli iscritti, come avviene in parecchi paesi anche in via di sviluppo.

  2. Belzebu'

    Il migliore investimento resta il mattone. Il finanziario non è affidabile.
    Quindi aboliamol’IMU.

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