Sono sempre di più i fondi comuni che promettono una cedola, ma in realtà la prelevano dal capitale dell’investitore: ormai tre su quattro usano questo trucco. Varie le ragioni che li rendono appetibili per i risparmiatori. Ma la scarsa trasparenza acquista così proporzioni preoccupanti.
Autore: Alberto Foà
Laureato presso l’Università Bocconi (Milano), vince la borsa di studio Giorgio Mortara della Banca d’Italia.
Frequenta il PhD alla J. Hopkins University. Matura una decennale esperienza presso le più prestigiose realtà finanziarie in Italia quali Chase Econometrics, Citibank, Finanza e Futuro Fondi Sprind. Nel 1994 fonda Anima SGR che, nel 2006, viene quotata alla Borsa Italiana.
Conclusa l’esperienza in Anima SGR a causa di un’Opa ostile, nel 2010 fonda, insieme ad altri soci, AcomeA SGR di cui è oggi Presidente.
Le banche hanno inventato un modo ingegnoso per nascondere ai clienti le commissioni di entrata in alcuni tipi di fondi comuni. Per il sistema nel suo complesso, si tratta di entrate miliardarie, alle quali non corrisponde alcun beneficio per i risparmiatori. Commissione di collocamento o di uscita.