I rischi legati all’uso o all’abuso dell’intelligenza artificiale richiedono regole e meccanismi di controllo condivisi. In questo dibattito l’Italia deve ritagliarsi un ruolo da protagonista, se vuole governare un cambiamento dalle conseguenze radicali.
Autore: Andrea Ciffolilli Pagina 2 di 3
Economista, esperto di politica di coesione, Principal Consultant presso Ecorys Italy. Ha condotto numerosi progetti di ricerca e analisi per la Commissione Europea, il Parlamento Europeo, e valutato interventi nazionali e regionali. Dottorato in Economia Politica presso l’Università Politecnica delle Marche e Master of Science in Technology and Innovation Management presso lo SPRU, Science & Technology Policy Research Unit, University of Sussex.
L’Italia rischia di perdere quasi un miliardo del Fondo sociale europeo per spese non effettuate nel 2014 e nel 2015. Eppure, si tratta di risorse essenziali per orientare e mantenere le nostre politiche sociali. Cosa fare per accelerare i processi.
Trasparenza, portabilità, diritto all’oblio: sono i cardini del regolamento Ue sulla protezione dei dati, in vigore dal 25 maggio. Per aziende e organizzazioni che li trattano ci sono nuovi obblighi e sanzioni severe. Basterà per mettere fine agli abusi?
La disuguaglianza ha gravi conseguenze: quando crescono le differenze di reddito aumentano i problemi di salute, il bullismo, gli omicidi, i detenuti e diminuisce il benessere e la fiducia tra i cittadini. Un tema cruciale, che i partiti hanno ignorato.
Le primarie online per la scelta del candidato premier del Movimento 5 Stelle hanno ribadito i problemi di vulnerabilità delle votazioni su internet. Perché è difficile difendersi dalle manomissioni esterne preservando la segretezza del voto.
Il sisma di Ischia ci ricorda la vulnerabilità dell’Italia e la mancanza di una cultura della prevenzione. Il Fondo di solidarietà dell’Ue per i disastri naturali ha messo a disposizione 2,5 miliardi dal 2002. Non solo risorse per le emergenze, ma anche per la prevenzione.
Dal 2007 al 2015 l’Europa ha finanziato progetti di ricerca nel settore della salute per circa 8,5 miliardi. L’Italia ne ha ottenuti solo l’8 per cento. Eppure, in alcune regioni si realizzano progetti di eccellenza, che andrebbero valorizzati meglio.
Notizie false, distorte o filtrate e incitamento all’odio sono considerati un pericolo per la democrazia. Per questo in molti paesi si studiano leggi per fermarli. Ma la soluzione migliore è rifarsi all’esperienza di Wikipedia, evitando censure preventive.
La fragilità del territorio italiano rende cruciale l’adattamento ai cambiamenti climatici. Già le risorse, per lo più fondi europei, non sono sufficienti. Ma il vero problema è la frammentazione degli interventi. Perché per il Titolo V Stato e Regioni hanno poteri legislativi concorrenti sul tema.
Nell’ultimo periodo di programmazione dei fondi europei l’Italia ha mostrato le consuete difficoltà di gestione. Alla fine, ci sono stati anche risultati positivi, ma inferiori a quelli raggiunti negli altri paesi. Il nostro paese si deve dare più efficienti regole di programmazione e valutazione.