L’adozione di innovazioni tecnologiche da parte delle imprese riduce l’insicurezza sul lavoro percepita dai lavoratori, perché è colta come un segnale di salute dell’azienda. Nell’effetto rassicurante, la formazione professionale ha un ruolo cruciale.
Autore: Andrea Fracasso
Andrea Fracasso è professore di politica economica presso l'Università di Trento, presso la Scuola di Studi Internazionali e il Dipartimento di Economia e Management. Dopo la laurea all'Università di Trento (1998), ha ottenuto un Msc in Economics all'Università di York (Regno Unito) e un MA in International Economics presso il Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra (Svizzera), dove nel 2007 ha conseguito il PhD in international economics. I suoi interessi di ricerca riguardano, principalmente, l'economia internazionale e l'economia regionale. È associate editor di Economia Politica-Journal of Analytical and Institutional Economics.
È vero che l’introduzione di robot porta all’automazione di attività prima svolte da lavoratori. Ma solo poche possono essere eseguite in maniera totalmente autonoma dalle macchine. Spetta alla politica indirizzare un cambiamento a beneficio di tutti.
Misure restrittive temporanee e adottate per singoli comuni o sistemi locali del lavoro possono aiutare a ridurre la diffusione del coronavirus senza penalizzare troppo l’attività economica. Lo mostra uno studio sulle zone rosse istituite il 9 marzo 2020.
Il blocco alle attività produttive introdotte dal Dl del 25 marzo ha contribuito alla diminuzione del rischio di contagio nelle regioni del Nord, in quel momento le più esposte all’epidemia. Lo mostra l’analisi della mappa dei sistemi locali del lavoro.