La condivisione dei dati e la ricerca multidisciplinare tra economisti ed epidemiologici sarebbero di grande aiuto per affrontare le scelte imposte dal diffondersi del Covid-19. Serve una modellistica che includa aspetti epidemiologici ed economici.
Autore: Andrea Ichino Pagina 1 di 3
Si laurea all'Università Commerciale Luigi Bocconi nel 1985, con una tesi sugli effetti dei sussidi di disoccupazione sul mercato del lavoro, sotto la guida di Mario Monti. Nel 1990 ha conseguito un Ph.D. presso il Massachusetts Institute of Technology. Ha iniziato quindi la sua carriera accademica presso la stessa Università Bocconi, sia come docente che come ricercatore presso l'Istituto Innocenzo Gasperini. Dal 1997 al 2006 ha insegnato macro e microeconomia del lavoro e microeconometria presso l'Istituto Universitario Europeo di Firenze. Dall'ottobre 2006 è docente di econometria avanzata e di economia delle risorse umane presso l'Università degli Studi di Bologna.
Il lockdown generalizzato impone ai giovani danni significativi per un rischio corso essenzialmente solo dagli anziani. Se una separazione completa per fasce di età è impossibile, si può comunque procedere per gradi.
I dati sulla letalità del Covid-19 mostrano come i giovani non corrano grossi rischi. Dividerli dagli anziani per limitare i contatti non è facile ma è senz’altro preferibile a un nuovo lockdown che avrebbe conseguenze socio-economiche devastanti.
In molti paesi europei, i salari sono determinati da accordi collettivi che sulla carta dovrebbero far aumentare i salari e ridurre le disuguaglianze. Ma un confronto Italia-Germania mostra che il sistema italiano genera squilibri regionali costosi per tutti.
Il decreto sulla giustizia civile va nella direzione giusta. Ma non è sufficientemente incisivo per favorire forme alternative di risoluzione delle controversie. Che invece potrebbero ridurre l’arretrato e moderare l’impatto dei nuovi casi sul lavoro dei giudici.
Il ministro Giannini ha ribadito che dal 2015 il test di ingresso alla facoltà di medicina sarà abolito, sostituito da una selezione alla fine del primo anno. Il progetto del Governo ha molti difetti. Meglio sarebbe affidarsi a una soluzione che parte dalla revisione dell’esame di maturità.
L’assunzione ope legis di 150mila precari è forse il prezzo che il Governo ha dovuto pagare per introdurre importanti novità nel mondo della scuola. Come gli aumenti retributivi legati al merito individuale dei docenti. Resta però da capire quale sarà la reale autonomia degli istituti.
Nel giudicare l’equità del trasferimento di risorse implicito nel finanziamento pubblico degli atenei va considerato che i benefici associati all’acquisizione della laurea sono per lo più individuali. E una parte preponderante dei contribuenti meno abbienti non ha figli iscritti all’università.
Fare troppe cose insieme non è produttivo. Anche per i giudici, che si trovano spesso ad affrontare contemporaneamente centinaia di cause. Una sperimentazione condotta presso la Corte di appello sezione lavoro di Roma mostra che se il magistrato si concentra su un numero molto minore di controversie si ottengono netti miglioramenti, con circa il 20 per cento in più di casi esauriti al mese rispetto ai collegi non sperimentali. È un risultato importante: per le aziende e i lavoratori significa una più veloce definizione dei procedimenti. E per lo Stato risparmi sui risarcimenti.