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Autore: Andrea Ponziani

TESTIMONIANZA D’UN SUPERSTITE DELLA CRISI

Quando alla radio udii
“Il peggio è già passato !”
da casa dipartii
col volto un po’ irritato.

Ma poi tornò tal voce
“Ce  l’hai dietro le spalle !
Il pessimismo nuoce,
altri raccontan balle “.

E aggiunse ancor la stessa
“Non sai di economia ?
E’ scienza triste e fessa
senza psicologia”.

Tra me e me pensai
“Non credo più all’astrologo”
e dritto me ne andai
in cerca d’un psicologo.

Uno mi ricevette,
ancor non c’era gente;
giusta attenzion mi dette
strizzando la mia mente.

“Vede signor” mi espose
“il suo problema è niente.
Aumenti le sue spese
e goda immensamente”.

Rimasi un po’ perplesso
a udir tale favella.
Ma ritornai in me stesso
di fronte alla parcella.

“Vede, signor dottore”
gli dissi risoluto
“ha fatto un grande errore:
non son quel che ha creduto,

i soldi mi han lasciato,
fuggendo con la crisi”.
Che non l’avrei pagato
ben tristemente ammisi.

Ma, visto il  suo sconcerto,
aggiunsi “O mio psicologo,
la pagherò, stia certo;
però… senta un astrologo”.

LA LOTTA ALL’EVASIONE

Terra di artisti, terra di scienziati,
terra di santi e di navigatori,
terra di poeti e grandi letterati,
tutti, comunque, abili evasori.

Ogni governo nel programma assume
l’ imperativo, fuori discussione,
di usar la forza, insieme con l’acume,
nel perseguir la lotta all’evasione.

Ma quella bestia dove si nasconde ?
Dentro a fortezza armata da espugnare ?
O tra l’umana gente si confonde,
con volto ignoto e senza alcun collare ?

Onde stanarla e farla venir fuore
c’è chi s’adopra a metter per iscritto
astruse norme, anche di settore,
che all’aria danno un vago odor di fritto.

C’è chi il cappello e la divisa afferra
e in campo avverso compie un’irruzione,
per poi riempire un bollettin di guerra,
nella speranza… d’una promozione.

Nell’inventarne poi d’ogni colore
van sparacchiando grandi risultati,
che a’ pochi onesti crean stizza e furore
mentre s’ingrassan torme di avvocati.

C’è chi condanna il crimine e il malvezzo,
di cui discetta o scrive sul giornale.
Ma nel cestino finirà quel pezzo
se, come è ver, nessuno se ne cale.

Quel ch’è di bello, poi, è che ciascuno
s’indigna sol dell’evasion degli altri,
non ritenendo utile e opportuno
dar dimission dal branco degli scaltri.

Già l’Evangel nel segno avea ben colto
quando dicea “ chi onesto appar nel poco
senza alcun dubbio lo sarà nel molto,
ed ugualmente se rovesci il gioco “.

V’è da sperar sol che ognuno guardi
nell’occhio suo al mattin dentro lo specchio,
per ripulirlo, a costo di far tardi,
da qualche trave andata giù parecchio.

Ma se sperare in ciò è vana attesa
in questa terra dove alberga il male,
non ci rimane che appellar la Chiesa
acché ci dia un condono…universale.

UNA SIGNORA DI OTTANT’ANNI FA

Traggo dalla mia giacca il portafoglio,
che tra le dita sento un pò legger.
Vi guardo dentro ed alzo un sopracciglio,
sobbalza il cuore ma…non è un piacer.
Torna il ricordo di una verde età:
quella signora di ottant’anni fa.

Nel millenovecentoventinove,
vestita come…non ricordo più,
madama crisi apparve in ogni dove
e lasciò in brache tanta gioventù.
Ricordo gli occhi bui di molta gente
nel fare file a chiederle un favor,
mentre chiudean le banche ogni battente
perchè i risparmi ormai eran…vapor.

Dicemmo:” Questo lo ricorderemo
e certi errori non faremo più;
ci danni il ciel se ancor speculeremo
per far schizzare i prezzi ognor più su.
Quanto la gamba noi faremo i passi
e ci contenterem di ciò che abbiam,
così staranno fermi pure i tassi
e il debito pregresso cancelliam”.

Ma or che siamo nel duemilanove
quella signora a noi appare ancor;
ci vuol portare…non capisco dove,
come se fosse il cuor quello di allor.
Signora non le pare d’esser vecchia ?
Cerchi di contenersi e arretri un po’ !
La vita è bella e ne vogliam parecchia,
pagar quel che lei vuole…non si può.

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